La Quinta Stagione, la recensione: quando le calamità dettano il tempo della sopravvivenza

Edito da Mondadori, La Quinta Stagione è il primo volume della trilogia de La Terra Spezzata ed è un romanzo in equilibrio tra fantasy e fantascienza.

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a cura di Davide Vincenzi

La Quinta Stagione, pubblicato in Italia da Mondadori, è un romanzo a cavallo tra il genere fantasy e la Sci-Fi dell’autrice statunitense N. K. Jemisin.

È il primo romanzo della trilogia de La Terra Spezzata (conclusasi quest’anno in lingua originale) ed è stato vincitore del premio Hugo (rinomato premio per opere di fantascienza e fantasy assegnato ogni anno durante la World Science Fiction Convention, la convention mondiale degli appassionati di fantascienza) come migliore romanzo nel 2016, così come gli altri due libri della trilogia negli anni seguenti, rendendo N. K. Jemisin il primo autore della storia a vincere il premio Hugo per il migliore romanzo per tre anni consecutivi.

N. K. Jemisin

La quarantaseienne Nora K. Jemisin è una scrittrice americana di fantascienza e fantasy e una psicologa. La sua narrativa esplora un'ampia varietà di temi, tra cui i conflitti culturali e l’oppressione. Oltre che a essere un’autrice, infatti, fin dall’età di dieci anni la Jemisin è anche un membro attivo della comunità afroamericana, una nota blogger e opinionista politica.

Questo suo attivismo e il colore della pelle le sono costati in più di un’occasione una sorta di ostracismo da parte della comunità di lettori e scrittori di narrativa di genere. Ma la Jemisin si è presa la sua rivalsa, divenenddo la prima autrice afroamericana a vincere un premio Hugo nella categoria “migliore romanzo” con La Quinta Stagione e, come abbiamo già esposto ad apertura di articolo, il primo scrittore in assoluto a vincerlo per tre anni consecutivi.

La Quinta Stagione, l’ambientazione

La storia de La Quinta Stagione si svolge in una terra chiamata Immoto, un nome tragicamente ironico per questo continente, l’unico del mondo in cui le vicende sono ambientate, visto che la sua geografia è in costante e violento mutamento. Il mondo intero, infatti, subisce costantemente cataclismi su base più o meno ciclica, che danno origine a quella che viene chiamata “Quinta Stagione”: un periodo dalla durata variabile in cui la vita tutta rischia l’estinzione.

Infatti, i terribili eventi che danno inizio a una Quinta Stagione (o semplicemente “Stagione”), che siano di origine sismica, atmosferica, geomagnetica o artificiale, e le loro conseguenze, come imponenti eruzioni vulcaniche che rilasciano nell’atmosfera una quantità di ceneri tale da oscurare il sole per anni, sono causa di stragi, carestie, epidemie e dell’imbarbarimento dell’uomo che ne consegue.

A causa dello sfruttamento delle risorse naturali, dell’inquinamento e della cupidigia degli esseri umani, la Terra da Madre generosa e amorevole è diventata un Padre severo e autoritario che sembra godere nell’infliggere severe punizioni ai sui figli, allo scopo di annientarli.

Nell’arco della storia si sono susseguite numerose di queste Stagioni, che hanno ogni volta quasi del tutto azzerato le civiltà del periodo, rendendo fumosa la storia stessa, sebbene alcune vestigia delle civiltà passate siano ancora presenti e visibili, come ad esempio i misteriosi obelischi fluttuanti che si muovono lentamente per i cieli, di cui nessuno conosce gli scopi e il funzionamento. Alcuni di queste vestigia, tuttavia, suggeriscono che il mondo de La Quinta Stagione altro non sia che il nostro, in un lontano e apocalittico futuro distopico.

Al centro dell’Immoto risiede la tentacolare città di Yumenes, capitale di un vasto impero (l’unico ormai esistente) che è riuscito a sopravvivere per secoli alle Quinte Stagioni; un impero fondato su un regime assolutista severo, inflessibile e dittatoriale, che riporta alla mente quello comunista stalinista, in cui l’individuo è al servizio della propria comunità e in cui si sono formate delle vere e proprie caste che dividono le persone in base alla propria utilità.

Oltre alla capitale Yumenes, l’impero è formato da numerose Com (comunità), che siano piccoli villaggi o vere e proprie città, protette da mura e sempre pronte a chiudersi al mondo esterno per tentare di sopravvivere a un’eventuale Stagione. In questo mondo, si vive sempre con la spada di Damocle di un cataclisma sulla testa e a causa di ciò, è stata fondata la Litodottrina, dei dettami i cui insegnamenti stabiliscono sia come ci si debba preparare a una Stagione sia quali siano le priorità in caso di catastrofe e come affrontarla.

La Litodottrina, inoltre, sancisce anche chi debba essere considerato una persona e chi, come gli orogeni, sia invece visto come poco più che un’arma o uno strumento.

Gli orogeni

Gli orogeni sono individui in grado di percepire i movimenti tellurici della crosta terrestre e hanno il potere di controllarli, drenando l’ambiente attorno a loro dell’energia cinetica e utilizzandola per deviare le onde sismiche, stabilizzare le faglie o, nel peggiore dei casi, scatenare terremoti. Gli orogeni particolarmente potenti sono in grado di compiere imprese davvero terribili e mirabolanti, possedendo un controllo totale sul terreno, anche a immense profondità.

È grazie a questi individui, che non sono considerate persone, che Yumenes e il suo impero sono riusciti a sopravvivere alle Stagioni nel corso degli ultimi secoli. Gli orogeni, infatti, sono poco più che schiavi, considerati dalla maggior parte della gente come dei mostri folli e pericolosi a causa del loro potere, e rischiano la vita se vengono scoperti al di fuori del Fulcro, un’organizzazione che li studia e li controlla con ogni mezzo e con la costante minaccia di violenza e morte.

È grazie allo sfruttamento degli orogeni, i perseguitati de La Quinta Stagione, che indubbiamente fanno da metafora della condizione degli afroamericani, che è stato possibile per l’impero di prosperare, grazie alla creazione di una rete di “nodi” in cui degli orogeni imprigionati in una vita di schiavitù e perenne sofferenza impediscono la proliferazione di eventi sismici di natura violenta.

La Quinta Stagione, la sinossi

Nonostante tutte queste precauzioni, però, La Quinta Stagione si apre proprio con un cataclisma, un terremoto così forte che potrebbe dare il via all’ultima Stagione, alla fine di tutta l’umanità. A scatenarlo un personaggio misterioso, un orogene estremamente potente, che lo scaglia direttamente sulla città di Yumenes, radendola al suolo.

L’attenzione si sposta quindi sulle tre protagoniste della storia, tre orogene che introducono il lettore in questo mondo terribile e ne spiegano, pagina dopo pagina, le orribili peculiarità. Si farà dunque la conoscenza di Essun, un’orogena che si finge una persona normale in un piccolo villaggio, il cui mondo viene letteralmente distrutto quando, rincasando, trova il corpo esanime del proprio figlioletto barbaramente ucciso dalle percosse inflittegli dal padre, che ha intuito la natura orogena del figlio.

Inizia quindi il suo viaggio, un inseguimento di quello che fu suo marito, per vendicare la morte del figlio e per ritrovare, sperando sia ancora viva, la figlia (anch’essa orogena) da costui rapita al momento della fuga dalla casa coniugale e dal villaggio.

Quindi il lettore farà la conoscenza di Damaya, una bambina che si è appena rivelata orogena e che viene “salvata” da un Guardiano (i carcerieri degli orogeni) che la condurrà al Fulcro, dove verrà addestrata, resa schiava e usata indiscriminatamente. Infine, comparirà sulla scena Syenite, un’orogena del Fulcro inviata in missione sotto la supervisione di Alabaster, un orogeno estremamente potete e dalla psiche piuttosto labile.

Saranno sufficienti davvero pochi capitoli prima che il lettore realizzi che i tre punti di vista, di cui quello di Essun è narrato attraverso un’inusuale e sapiente utilizzo della seconda persona singolare che sfonda la quarta parete, riguardano momenti differenti della linea temporale rispetto al punto fermo dato dall’evento catastrofico che ha causato la fine di Yumenes.

Editorialmente parlando

Dal punto di vista meramente editoriale, La Quinta Stagione si presenta come un corposo volume di cinquecentosedici pagine in carta di buona qualità, rilegato in brossura e dalla copertina piacevolmente evocativa. Buona anche la cura del testo, durante la lettura non abbiamo rilevato errori o refusi degni di nota. Il libro è privo di qualunque illustrazione, se non la mappa in apertura di volume.

Conclusioni

La Quinta Stagione è un buon romanzo fantastico, sempre in equilibrio tra il fantasy e la fantascienza, il cui suo maggiore punto di forza è la bravura dell’autrice. La Jemisin si rivela infatti essere una narratrice di altissimo livello in grado di mantenere sempre le redini del racconto, pur saltando da un personaggio all’altro e cambiando di conseguenza registro, e di manipolare alla perfezione la linea temporale, accompagnando il lettore per mano verso un colpo di scena piuttosto azzeccato (che però potrebbe risultare un po’ “telefonato” a chi vive di pane e romanzi di genere).

È solo grazie alla sua maestria in campo letterario che La Quinta Stagione non scade nell’essere solamente una raccapricciante descrizione delle vessazioni e della crudeltà subite dagli orogeni, avvicinandosi di molto al sottogenere del grimdark. Il libro, infatti, finisce invece per essere un accattivante romanzo in grado di tenere incollato il lettore alle pagine e fargli venire voglia di scoprire, con gli altri due volumi della trilogia di prossima uscita, se ci si trova di fronte all’inizio della fine di un mondo e una civiltà ormai morenti oppure se dal caos nascerà qualcosa di totalmente nuovo.

Se si va oltre a una lettura superficiale e prettamente di intrattenimento, si scoprirà che sono molti i temi affrontati ne La Quinta Stagione, rendendolo un romanzo profondo, a tratti anche pesante, che racconta molto anche del vissuto della sua autrice che ci sentiamo di consigliare agli amanti del genere.

Un romanzio adatto a…

Per i temi trattati, il registro utilizzato dall’autrice e alcune descrizioni fin troppo vivide di atti crudeli e violenti, a nostro avviso La Quinta Stagione è un romanzo adatto a un pubblico piuttosto maturo che sappia cogliere i riferimenti alla quotidianità nascosti tra le sue righe e che non si impressioni troppo per alcuni passaggi un po’ “forti”.