Mr. Robot – Il Fight Club degli hacker

Mr. Robot è una serie vincitrice di due Golden Globe, incentrata su un hacker abile ma tormentato che vuole cambiare il mondo intorno a sé. È uno dei pochi prodotti televisivi che tratta con realismo la tecnologia, senza perdere di vista la qualità generale del prodotto.

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a cura di Andrea Balena

La serie Mr. Robot ha raccolto molti consensi dalla critica d'oltreoceano e attratto l'attenzione del pubblico americano, e per i critici è stata la novità più interessante del 2015, tanto da ricevere due premi Golden Globe, uno dei quali come Miglior Serie Drammatica. Prodotta da USA Network (quelli di White Collar), l'opera prima di Sam Esmail si dimostra un racconto affascinante e realistico. Il protagonista è un hacker anarchico la cui filosofia di vita rielabora gli schemi del supereroe classico trasponendoli nel freddo mondo americano moderno, arricchendoli di una satira sociale penetrante e spiazzante.

Elliot Anderson è un venticinquenne affetto da sociofobia, e in quanto tale è incapace di creare relazioni con altri esseri umani. Il suo unico interesse è hackerare le vite degli altri, carpirne ogni segreto e usare le loro debolezze a suo vantaggio. La sua vita è scandita da un noioso lavoro d'ufficio in una azienda di cyber protezione di giorno, mentre la notte è dedicata a sventare crimini virtuali.

Eppure Elliot sente che qualcosa non quadra: la società in cui vive ormai è arrivata a un punto di non ritorno, e la vita delle persone è controllata dal conglomerato di aziende Evil Corp.

Un gruppo hacker denominato Fsociety, comandato da Mr. Robot, fa una proposta a Elliot: unirsi a loro e dare inizio alla più grande rivoluzione economica della storia. Il capo di questo gruppo, il Mr. Robot che dà il titolo alla serie, è interpretato da Christian Slater, che per questo ruolo si è aggiudicato il Golden Globe come miglior attore non protagonista in una mini-serie.

Questo è solo il prologo della storia, e sarebbe un peccato raccontarne il seguito per non rovinare la sorpresa di un intreccio tanto complesso e sfaccettato. 

Mr. Robot si distingue sin da subito da altre serie Tv recenti grazie alla sua sceneggiatura dark, che va dritta al punto in un modo che si potrebbe definire spiazzante. Un approccio che esaspera il contenuto anti capitalistico (esemplare a tal proposito il monologo mentale del protagonista nell'episodio pilota), mostra grande simpatia per la figura dell'anarchico informatico, pur non omettendo i suoi lati oscuri, e omaggia apertamente il gruppo hacker Anonymous.

Mr Robot (15)

La chiave per entrare in questa visione oscura e distorta del nostro universo è lo stesso Elliot: con il suo bizzarro e poco ortodosso approccio alle relazioni umane e con il suo talento, il protagonista riesce a intravedere le trame che si nascondono dietro gli schermi di un computer, proprio come faceva Neo nel film "The Matrix" dei fratelli Wachowski. Eppure lo spettatore non riesce e a provare piena empatia per questo personaggio e per le sue paranoie, o per la sua concezione del mondo:  

Ambientazione e sceneggiatura contribuiscono a costruire il personaggio: gli spazi si fanno più astratti, le situazioni più teatrali, persino i comprimari e il loro ruoli si assottigliano e finiscono per assecondare la psiche sempre più labile del protagonista. Una mente che arriva a cancellarsi e riscriversi, addirittura rompendo la quarta parete, e riesce a parlare con lo spettatore per identificare i buchi di trama ai cambi di scena del montato.

Mr. Robot è tutto questo, ma è anche un'opera che più di altre rende giustizia al mondo dell'informatica e dell'hacking: le operazioni descritte sono assolutamente reali, i termini usati sono corretti, i social network sono quelli che usiamo quotidianamente, i rischi informatici sono tristemente gli stessi. Esmail vuole mostrare quanto siamo saturi delle nuove tecnologie e quanto queste ci rendono vulnerabili. Non a caso lo slogan pubblicitario della serie è La nostra democrazia è stata hackerata, perfettamente in linea con l'attacco alle istituzioni menzionato sopra.

Mr Robot (3)

La regia di Mr. Robot è un piccolo gioiello, con una fotografia fredda che riesce a mettere in risalto il decadimento del mondo occidentale e nasconde i colori ultra saturi e a tratti psichedelici della mente del protagonista.  Col passare delle puntate le due visioni del mondo cominciano a intrecciarsi, fino a non distinguersi più nel season finale.

Certamente è una serie di nicchia: il ritmo lento e prolisso la rende poco digeribile a chi cerca il puro intrattenimento visivo, e la ponderosità di certi messaggi non è alla portata di tutti, ma d'altra parte è proprio questo lo scopo degli autori. Obiettivo che è raggiunto davvero bene. È la degna continuazione della critica sociale iniziata con i romanzi "American Psycho" di Bret Easton Ellis e "Fight Club" di Chuck Palahniuk, e la seconda stagione, da poco annunciata, punterà sicuramente ancora più in alto.

 Scorri sopra l'immagine per ingrandirla      Mr Robot: Season 1 Mr Robot: Season 1
  

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