Peaky Blinders, una serie ingiustamente ignorata

Il canale BBC stupisce con un gangster drama ambientato nell'Inghilterra degli anni '20, impreziosito da una regia da capogiro e da un cast d'eccezione. Siete pronti a fare la conoscenza dei fratelli Shelby?

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a cura di Andrea Balena

Il media network inglese BBC è il principale promotore di format e soggetti televisivi innovativi e originali, e molti dei loro serial hanno raggiunto fama globale, proponendosi come una ottima alternativa ai nomi americani più blasonati. Per esempio, serie come Sherlock e Doctor Who sono ormai istituzioni nel settore: il primo supera 20 milioni di spettatori nel mondo e il secondo è diventato il volto della fantascienza britannica da più di 50 anni. Ma il marchio BBC si ritrova anche in produzioni minori ma ugualmente meritevoli, spesso ignorate da molti spettatori. È questo il caso di Peaky Blinders.

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Interamente scritta e prodotta da Steven Knight (noto per il particolare film Locke), la serie narra l'ascesa criminale dei Peaky Blinders, una gang di strada realmente esistita a cavallo fra il XIX e XX secolo, il cui nome deriva dalla loro crudele pratica di accecamento tramite una lama di rasoio nascosta nel cappello. A guidare il gruppo vi è la famiglia Shelby, il cui fratello di mezzo Thomas (Cillian Murphy) ricopre il ruolo di capobanda. La storia parte nel 1919 a Birmingham, con le cicatrici fisiche e psicologiche della Grande Guerra ancora fresche nella società. La banda gestisce un giro illegale di scommesse per le corse all'ippodromo, ma durante un furto rinviene casualmente un carico di armi pesanti appartenenti alla Corona inglese e decide di usarlo come merce di scambio per future alleanze politiche. Entreranno presto nel mirino dell'IRA e dello stesso governo inglese, e in particolare del furbo ispettore Campbell (Sam Neill).

Una premessa interessante e di ottimo spessore, che sembra ispirarsi al bellissimo Sons of Anarchy da cui però si differenzia nettamente per le tematiche trattate, legate al particolare ed affascinante periodo storico. Negli sporchi quartieri industriali inglesi si respira l'aria di rivalsa sociale dei veterani, abbandonati dal loro paese: c'è chi abbraccia l'ideologia comunista e indice scioperi illegali nelle fabbriche e chi, come Tommy, sfrutta questo momento di transizione per facili guadagni e per rifarsi una nuova identità. L'antieroe è disilluso e provato dall'insensatezza del conflitto, e di notte è perseguitato dai fantasmi delle pale tedesche che scavano nei muri. Noi facciamo la sua conoscenza nel momento in cui avverte il distacco emotivo dalla famiglia e fatica a fidarsi del prossimo, ma allo stesso tempo si impegna in ogni modo per garantire un futuro ai suoi fratelli.

Cillian Murphy è un attore inglese che negli ultimi anni ha partecipato a numerose produzioni (28 giorni dopo, Sunshine e Batman Begins) e in questo show ricopre un ruolo con cui mette in mostra tutte le sue doti attoriali. Il neo patriarca della famiglia Shelby è furbo e cauto, dotato di un carisma unico con il quale riesce a mettere a disagio persino un pluridecorato ispettore della polizia. Una volta però nell'intimità della sua stanza, il protagonista rivela tutte le paure suscitate dalla guerra e la conseguente dipendenza dall'oppio di cui fa uso per trovare il sonno. Un personaggio sfaccettato che domina la scena e tira da solo i fili che muovono il resto della famiglia e anche di molti avversari.

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Il villain del nostro Tommy è un bravissimo Sam Neill (che molti ricordano per il ruolo del paleontologo in Jurassic Park), che nei panni dell'uomo di legge mostra l'attrito fra chi vuole compiere il proprio dovere e chi utilizza i mezzi della polizia per i propri scopi. Il suo odio per i Peaky Blinders lo trasforma drasticamente, frantuma il suo onore da gentiluomo vecchio stampo e lo rende più cattivo e vendicativo dei criminali che combatte.

L'elemento vincente dello show, che lo differenzia da altre produzioni, è senza dubbio l'estetica: in maniera simile a quanto visto nei film del regista Guy Ritchie, il mondo industriale e post vittoriano di Peaky Blinders appare ancora più sporco e malconcio di quanto in realtà non sia stato, grazie alla scenografia accurata e d'impatto, e ai colori desaturati che creano vivaci contrasti visivi con gli scorci di campagna inglese. Le numerose scene d'azione sono scandite da una musica tetra e spigolosa quanto i personaggi, e poco importa se la colonna sonora non è allineata al periodo storico e propende per l'alternative rock o addirittura il punk, perché ogni brano si integra alla perfezione nella situazione. Ne esce fuori un prodotto non solo visivamente e scenograficamente impressionante, ma anche divertente da seguire grazie a un ritmo sempre incalzante.

Nonostante le innate qualità, dello show se ne sente parlare pochissimo fra gli appassionati. Sarà per via del fatto che è apparso su BBC Two in madrepatria ed è stato scarsamente distribuito a livello internazionale? Vi consiglio di rimediare a questa lacuna recuperando le prime due stagioni su Netflix, in attesa dell'inedita terza.