Dieci SSD mSATA di Adata, Crucial, Mushkin e OCZ

I primi SSD mSATA si distinguevano per le dimensioni, ma non offrivano buone prestazioni. Le proposte attuali sono più simili a quelle da 2,5 pollici e per questo abbiamo provato 10 modelli di diverse capacità per fare il punto sull'evoluzione di queste soluzioni. In test i modelli Adata XPG X300, Mushkin Enhanced Atlas, Crucial m4 e OCZ Nocti.

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a cura di Andrew Ku

Introduzione

L'SSD mSATA è sicuramente una scelta interessante, ma solo nella misura in cui il piccolo drive sia veloce quanti i classici modelli da 2,5 pollici. Inoltre il prezzo per gigabyte deve essere comparabile. Pagare di più per un prodotto più lento non ha molto senso, anche nel caso in cui l'SSD fosse usato solo per il caching. Con un numero sempre maggiore di SSD standard sotto la soglia del dollaro per gigabyte, le soluzioni da 128 GB sono sempre più abbordabili.

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In un ambiente dove lo spazio è ridotto, come gli ultrabook, puntare sulle soluzioni mSATA potrebbe essere l'unico modo per dotarsi di un SSD. L'interfaccia di un prodotto mSATA è molto simile a quella mini-PCIe, ma usa il signaling nativo SATA. Oggi alcune schede madre hanno i multiplexer necessari per ospitare schede mini-PCIe full-length o drive mSATA nello stesso slot. C'è però un problema sul fronte delle prestazioni: alcune schede madre, come la DH61AG di Intel, non permettono agli SSD di andare oltre i 3 Gb/s, frenando le soluzioni più rapide pensate per connessioni 6 Gb/s.

Tutto questo ci serve per ricordarvi che accoppiare una piattaforma a un SSD mSATA compatibile non è sempre facile. Configurare tutto correttamente può ripagare.  Poiché gli SSD compatibili con lo slot mSATA non sono poi molti, abbiamo messo le mani su alcune soluzioni di Adata, Crucial, Mushkin e OCZ.