La nuova Terra? Esaminato un pianeta con un oceano profondissimo e possibili segni di vita

Il telescopio spaziale James Webb della NASA esamina uno dei luoghi più promettenti nella ricerca di vita extraterrestre.

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a cura di Giulia Serena

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La comunità scientifica internazionale attende con trepidante concitazione i risultati delle più recenti osservazioni condotte dal Telescopio Spaziale James Webb della NASA riguardanti un esopianeta denominato K2-18b.

Lo scorso settembre aveva segnato un momento storico quando fu annunciato che il telescopio aveva rilevato un possibile segnale di vita sotto forma di dimetilsolfuro (DMS), un gas in Terra prodotto esclusivamente da forme di vita. L'interesse per K2-18b è cresciuto esponenzialmente dopo la scoperta, spingendo gli scienziati a focalizzare ulteriormente le loro ricerche su questo mondo oceanico distante.

"un ambiente potenzialmente ospitale per forme di vita"

Un recente sguardo approfondito di otto ore, come riportato da The Times, ha avuto poi l'obiettivo di esaminare più da vicino i suggestivi risultati, evidenziando l'importanza di K2-18b tra i luoghi più promettenti nella ricerca di vita extraterrestre.

La presenza di DMS su un altro pianeta potrebbe avere implicazioni rivoluzionarie: sulla Terra, questo gas è principalmente prodotto dal fitoplancton negli ambienti marini. Tuttavia, l'esistenza di DMS su K2-18b, situato a ben 124 anni luce di distanza, rimane una questione aperta e al tempo stesso un intrigante mistero, vista l'impossibilità pratica di visitare direttamente l'esopianeta per ricerche in loco.

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Le analisi spettrometriche effettuate dal James Webb hanno rivelato abbondanti quantità di metano e anidride carbonica nell'atmosfera di K2-18b, suggerendo che il pianeta è molto probabilmente ricoperto da un vasto oceano profondo centinaia di metri e un'atmosfera ricca di idrogeno. Questi dettagli spingono a immaginare un ambiente potenzialmente ospitale per forme di vita, secondo Nikku Madhusudhan, astrofisico a Cambridge e capo della ricerca in corso.

Secondo Madhusudhan, la scoperta di metano su un piccolo pianeta come K2-18b ha risolto un mistero che perdurava da oltre un decennio, noto come il problema del metano mancante. Ora, la conferma della presenza di DMS potrebbe segnare una pietra miliare nella storia scientifica, rivoluzionando il nostro approccio alla ricerca di vita extraterrestre.

Il lavoro del team di ricerca è però ancora in corso, con un periodo di studio dei risultati degli ultimi dati raccolti dal James Webb che si prevede durerà i prossimi dieci mesi. Se la presenza di DMS fosse confermata su K2-18b, questo posizionerebbe il pianeta in cima alla lista dei candidati per la ricerca di segnali di abitabilità al di fuori del nostro sistema solare. Gli scienziati prevedono di poter rivelare risultati preliminari entro quattro-sei mesi da ora.