Gli "Insider" non sono la bocca della verità e non giustificano la tossicità

Gli Insider non sono la bocca della verità, quello che dicono potrebbe anche essere corretto, ma non devono essere presi come fonti ufficiali!

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Quello che sta accadendo in questi giorni sui principali social ha raggiunto un livello di imbarazzo che mai mi sarei aspettato di vedere. Sia chiaro, ho visto e letto di cose tremende negli ultimi anni nel settore dei videogiochi, ma la situazione che si è creata con il reveal della data di uscita del nuovo God of War Ragnarok sta superando ogni livello di decenza.

Prima di partire, facciamo un passo indietro e diamo un contesto alla situazione. Che cosa sta succedendo? Un paio di settimane fa, tre degli insider più influenti del settore si sono esposti sulla possibile data di uscita di uno dei videogiochi più attesi dell'anno, il nuovo God of War di PlayStation. Il motivo è semplicemente legato all'hype che si è creato intorno al titolo e al suo "strano" silenzio che ha scoraggiato molti fan, portando molte voci di corridoio verso un possibile rimando nel 2023.

Gli insider, formati da Jason Schreier, Tom Henderson e "The Snitch", hanno dimostrato in passato di avere fonti certe sui loro reveal anticipati e la loro "popolarità" su Twitter hanno fatto si che l'utenza gli corresse dietro per ogni piccola informazione. Di conseguenza, capite bene che se questi tre individui accennano a una possibile conferma della data di uscita di un gioco molto atteso durante una specifica giornata e questo, alla fine, non accade, è normale che si crei del caos sui social, dando sfogo alla community più tossica e a dei commenti esasperanti verso gli sviluppatori coinvolti.

Ed è accaduto proprio questo ieri, 30 giugno 2022. Cory Barlog, director di Santa Monica (sviluppatori di God of War), ha gentilmente chiesto un po' di pazienza per l'annuncio della data di uscita del gioco, non aspettandosi tuttavia l'enorme quantità di utenti inferociti, pronti a tutto pur di capire l'effettivo periodo di rilascio del prodotto Sony.

A raggiungere l'apice (negativo) di questa situazione è stato un messaggio di protesta nei confronti di una delle sviluppatrici coinvolte nel progetto del gioco, che si è vista recapitare diversi messaggi, con annesse foto sessualmente esplicite, da parte di numerosi fan, sia per infastidire sia per cercare di ricevere in cambio la data di rilascio del gioco (continuiamo a chiederci come abbiano pensato di poterci riuscire con una tecnica del genere). Inutile specificare che Cory Barlog ha dovuto immediatamente schierarsi in difesa del suo team, chiedendo di non mandare foto e di smetterla di chiedere informazioni sul titolo.

Esplicata la situazione per chi non ne avesse letto nulla, ci sembra chiaro che la situazione sia degenerata e che l'utenza abbia dimostrato, ancora una volta, un'intelligenza alla pari di un criceto (senza offesa per i criceti), andando a colpire in maniera casuale e con azioni senza alcun tipo di cognizione di causa.

È importante sottolineare, però, che tutto questo "circo" è partito a causa delle anticipazioni dei tre insider, che hanno inevitabilmente generato un vero e proprio vespaio su Twitter, portando i principali organi di stampa videoludica a espandere ancor di più il tutto tramite la diffusione di articoli di stampo maggiormente formale. Ma la colpa, attenzione, non è loro (e lo ha ribadito lo stesso Barlog), il problema è di stampo culturale.

Una community troppo tossica, e incapace di comprendere che le informazioni ufficiali provengono esclusivamente da sviluppatori e publisher, che si appoggia a fonti non ufficiali in preda all'hype e all'esasperante bisogno di essere parte della "next big thing", senza curarsi se le informazioni condivise, commentate o paventate come vere, siano reali o provengano da fonti non ufficiali che, per quanto autorevoli nel loro settore, potrebbero rivelarsi infondate.

Noi, come stampa, non possiamo non renderci conto che la situazione che si è creata, così come molte altre (ci basta pensare per un attimo ad Abandoned), è in parte colpa nostra. L'idea principale doveva essere quella di tenere informata l'utenza in ogni contesto, non certamente quella di essere complici di una tossicità senza freni, ed è per questo che mi sento di scrivere che si è esagerato nella quantità di notizie ripetute e leak riportati, poiché, nella maggior parte dei casi, non forniscono nessun tipo di informazione utile o reale, limitandoso a offrire "qualcosa di cui chiacchierare".

Nel corso degli ultimi tre mesi, noi di GameDivision abbiamo ridotto (forse ve ne sarete accorti) le notizie di leak e rumor dell'80% ma l'obbiettivo è quello di arrivare a eliminarle, quasi, completamente, sostituendole con editoriali, e articoli di opinione, su quello che sta accadendo. Non sarà un percorso semplice, ma è il primo passo per migliorare l'informazione e dare alla community un qualcosa di più credibile. Siamo consci del fatto che siamo solo un puntino in un mare di sabbia ma leggere ogni giorno di insulti agli sviluppatori, di foto sessualmente esplicite e di minacce di morte, non rappresenta quello per cui ho deciso di scrivere di videogiochi, facendomi ragionare su quello che vorrei veramente dalla realtà editoriale di cui faccio parte e che ho la fortuna di gestire.

Gli insider devono essere un "qualcosa in più", non una sostituzione di una fonte ufficiale, da sempre le voci di corridoi hanno stimolato l'industria e la stampa specializzata, ma per dare vita ad articoli complessi ed editoriali, non solo notizie fine a se stesse. Spesso le fonti degli Insider possono essere utili, ma non devono essere assolutamente presi come "la bocca della verità" e il loro esporsi non deve giustificare, in nessun modo, la tossicità dell'utenza nei confronti del settore videoludico.

In merito a questa situazione, sempre più dilagante, dedicheremo un altro articolo di opinione nei prossimi che analizzi l'intera industria e non solo lo specifico vespaio che si è generato attorno a God Of War Ragnarok ma è indubbio che dobbiamo tutti lavorare affinché situazioni spiacevoli come quella di God of War Ragnarok, e di quello che sta subendo la software house, non ricapitino più.