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Che il primo approccio di Ubisoft agli NFT non fosse andato benissimo era già palese da tempo, anche solo osservando i volumi di vendita. E mentre anche internamente cominciano i primi dissidi, con Yves Guillemot chiamato a tranquillizzare e a spiegare al meglio la strategia a lungo termine del publisher e sviluppatore franco canadese, emergono ogni giorno dati che certificano l'iniziale fallimento della nuova iniziativa.
Come riportato da Eurogamer, infatti, gli NFT lanciati da Ubisoft per Ghost Recon Breakpoint non sono stati acquistati in massa dai giocatori, che una volta ottenuti hanno potuto metterli liberamente in vendita. I volumi però, oltre ad essere molto bassi, mostrano anche come solo 15 token non fungibili siano stati effettivamente venduti. I numeri monetari, invece, dimostrano come la scarsità digitale sia comunque molto richiesta, seppur molto bassa a livello di puro guadagno. In totale gli NFT hanno fruttato ai giocatori circa 445,49 Tezos, circa 1700 Dollari.
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I dati vanno comunque contestualizzati. Gli NFT di Ubisoft sono stati emessi comunque in grande quantità, rendendo la loro rarità praticamente nulla. La maggior parte dei giocatori probabilmente è già entrata in possesso delle skin, ma nonostante ciò il mercato non riesce comunque a cogliere l'idea dell'oggetto unico pensata dal publisher e distributore franco candese. Appare chiaro che nel prossimo futuro la strategia di Ubisoft probabilmente cambierà, ma almeno per ora non si può definire propriamente un successo
Per un publisher e sviluppatore che ha deciso di seguire la sua strada nonostante il backlash della community, un altro studio ha invece fatto marcia indietro. Parliamo di GSC Game World, che ha dovuto eliminare il metaverso di STALKER 2 dopo le reazioni negative dei fan, che hanno risposto in maniera non troppo gentile all'annuncio.
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