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Paradise Killer | Recensione, cartoline da Paradise Island

Paradise Killer è una visual novel a sfondo investigativo ambientata un mondo open world da esplorare alla ricerca di prove e indizi.

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a cura di Luca Salerno

Turisti e investigatori allo stesso tempo: sono questi i ruoli che sarete chiamati a ricoprire all’interno di Paradise Killer. In questa originale interpretazione del genere delle visual novel investigative dovrete, infatti, risolvere un caso di omicidio non solo interrogando i principali sospettati ma anche esplorando l'isola in cui è ambientato il gioco, per verificare i loro alibi e cercare nuove piste investigative. Il risultato di questa originale combinazione di meccaniche e generi, possiamo anticiparvelo fin da subito, ci è sembrato più che riuscito.

Paradise Killer: un open world da investigare

Per 24 volte il Concilio, che governa il mondo di Paradise Killer, ha tentato di creare l’isola definitiva in cui poter portare avanti il culto delle proprie divinità con lo scopo di risvegliarle. Ogni tentativo, però, è stato un fallimento dato che ogni isola ha alla fine subìto un’invasione demoniaca che ne ha portato così all'abbandono e alla creazione della successiva. Alla vigilia del trasferimento su Perfect 25, la versione definitiva che dovrebbe mettere al riparo da possibili attacchi, l’intero Concilio è stato barbaramente ucciso. Toccherà a Lady Loves Die, richiamata dal suo esilio, risolvere il caso e capire se la versione ufficiale dei fatti sia veritiera o se qualcuno dei membri del Sindacato, l'elite responsabile della gestione di Paradise Island, sia responsabile.

Già la premessa del gioco aiuta a capire quanto sia fuori dagli schemi la storia di Paradise Killer tra isole fatte e disfatte, cittadini costretti ad adorare divinità, possessioni demoniache e investigatori in esilio per 3 milioni di anni. Dopo un primo impatto che lascia spaesati e confusi, il lore del mondo creato da Kaizen Game Works va via via dispiegandosi come una mappa nella quale, con il passare delle ore di gioco, è sempre più facile orientarsi.

In questo senso, è evidente l’impegno e l’attenzione con cui gli sviluppatori hanno tracciato tutti gli eventi, la mitologia e i personaggi di Paradise Killer creando un panorama, pur nella sua assurda stranezza, perfettamente credibile. I vari membri del Sindacato, non ancora trasferiti su Perfect 25, avrebbero tutti quanti dei motivi per aver voluto la fine del Concilio e, andando sempre più a fondo, è possibile scoprire le invidie, le amicizie, i risentimenti e i rapporti sentimentali che legano i vari indiziati.

Questa credibilità finisce per aumentare esponenzialmente il coinvolgimento nel mondo del gioco, almeno per quei giocatori che apprezzano questo tipo di storie, e proprio il coinvolgimento rappresenta la spinta principale ad esplorare l'isola. Tutte le zone dell’open world (dalla sede del Concilio fino ai quartieri residenziali passando per le spiagge) possono essere esplorate in tutti i loro anfratti e zone segrete: dai tetti dei palazzi sino alle zone sotterranee contagiate dalla presenza demoniaca. Proprio come la storia, anche l'open world di Paradise Killer all’inizio lascia disorientati ma è inevitabile, dopo alcune ore, acquisire una conoscenza approfondita della mappa, proprio come quando, da turisti, si impara come muoversi in una città sconosciuta solo poco prima di ripartire.

La mappa presente nel menu di gioco, tra l’altro, non è uno strumento di navigazione particolarmente affidabile dato che, non sappiamo se per scelta o per caso, è estremamente essenziale e non fornisce neanche dei riferimenti per orientarsi come i punti cardinali o la direzione in cui il personaggio è rivolto (oltre alla scomodità di non poterla richiamare con un solo tasto ma dover navigare nel menu).

In ogni caso, è possibile anche ottenere gli spostamenti rapidi sbloccandoli su ogni singolo punto di salvataggio. Ogni viaggio, però, richiederà almeno un Blood Crystal, ovvero la valuta del gioco che si può trovare sparsa nelle ambientazioni. Questa scelta ovviamente vuole incentivare l’esplorazione dato che, soprattutto nelle prime ore, i Blood Crystal non sono così frequenti, ma dobbiamo ammettere che già dopo 6 ore di gioco, passati da turisti a esperti conoscitori dell'isola, avremmo preferito che gli spostamenti veloci fossero gratuiti senza dover andare alla ricerca dei cristalli, nonostante l'abilità di meditazione che ne facilita la scoperta.

Meditazione è infatti una delle due abilità che è possibile sbloccare insieme al doppio salto e che renderà estremamente più facile poter esplorare le ambientazioni. Altre abilità aggiuntive sono quelle che riguardano il computer Starlight e che permettono di sbloccare alcuni terminali avanzati attraverso dei puzzle basati su alcune figure. Tenendo fede alla filosofia del gioco, abilità e aggiornamenti per Starlight si acquisiscono in maniera non convenzionale, ma nonostante la natura open world, i giocatori non vengono mai indirizzati sul come ottenerli. Questo può essere un problema.

Da giocatori che amano esplorare ogni singolo aspetto ed esaminare tutto, siamo stati fortunati a sbloccare queste abilità nelle prime ore ma viene da chiedersi, data la natura non convenzionale e sempre diversa su come ottenerli, quanto sarebbe stata diversa la nostra percezione se non ci fossimo messi a comprare bibite dai distributori automatici o se avessimo negato a Lady Loves Die un pediluvio. Questo è un esempio di come la natura open world di Paradise Killer, nel complesso ben funzionante, possa ogni tanto incappare in qualche intoppo. E questo riguarda anche la parte investigativa.

Paradise Killer: qualche buco nelle indagini

In un caso, ad esempio, pur avendo accertato la vera natura della scomparsa di un membro del Sindacato, la nostra protagonista durante i dialoghi continuava a parlarne come se si trattasse ancora di un caso di sparizione. Casi come questi non accadono troppo di frequente nel corso dell’avventura, ma certe volte si ha l’impressione che elementi determinanti finiscano per non trovare un riscontro durante gli interrogatori. Questo potrebbe essere legato alla natura estremamente aperta del gioco con quale la narrazione forse non sempre riesce a restare al passo. Ma c’è un altro aspetto delle investigazioni che non ci ha convinto.

In troppe occasioni, pur davanti a prove che sollevavano forti sospetti su un indiziato, Lady Loves Die finisce per accettare risposte di comodo con i sospettati che sostengono di essere stati incastrati, senza che la nostra investigatrice esercitasse la giusta pressione che ci si aspetterebbe in queste circostanze. In un certo senso, questo è un limite dovuto alla struttura del gioco. In Paradise Killer c’è un singolo, grande caso da risolvere, per quanto ci siano dei casi secondari ma pur sempre legati alla risoluzione dell’omicidio, e questo crea un problema al ritmo dell'avventura. La scelta di altri giochi a sfondo investigativo di proporre casi diversi, pur sempre inseriti in una trama generale, è solitamente vincente perché riesce a variare il ritmo tra la fase iniziale delle indagini sino al momento risolutivo. In Paradise Killer, però, mancano questi cliffhanger e build-up della storia troppo diluita nella risoluzione del lungo caso di omicidio.

Anche in questa circostanza molto è affidato al giocatore. I colpi di scena non mancano, soprattutto quando si trovano indizi molto importanti, ma tutto dipende dall’esplorazione. La libertà affidata al giocatore, nel dettare il ritmo degli eventi, è fin troppa e questo approccio lo si vede anche nella soluzione definitiva del caso. In qualsiasi momento del gioco, infatti, potrete decidere di portare in tribunale qualcuno dei sospettati. Questo ha anche il suo aspetto positivo, dato che una volta che si pensa di avere un numero sufficiente di indizi, è possibile arrivare alla conclusione del caso in qualsiasi momento della partita.

Si tratta comunque di piccoli e grandi corto circuiti dovuti al coraggioso tentativo di mettere insieme meccaniche da visual novel e un’impostazione open world che, al di là delle eccezioni appena citate, si può ritenere nel complesso riuscito e riscattato anche da una scrittura mai noiosa e da un’attenta caratterizzazione dei personaggi.

Paradise: tra Suda51 e stile vaporwave

Il lavoro creativo dietro Paradise Killer è decisamente notevole e il risultato è uno stile sicuramente originale con un design dei personaggi sicuramente divisivo e che sembra fortemente influenzato da Jojo's Bizzare Adventure (ma senza il glam tipico dello stile di Hirohiko Araki) e soprattutto dai giochi del designer Suda51. Per intenderci, i personaggi del Sindacato a partire dai loro nomi come Doctor Doom Jazz e Crimson Acid, sarebbero perfettamente credibili a fianco di Skelter Helter e Holly Summers in No More Heroes.

I punti in comune con Suda51 non si fermano ai personaggi ma riguardano anche l’anima punk di Paradise Killer e gli aspetti più criptici ed esoterici visti in Killer 7. Ancora più evidenti sono le somiglianze con Flower, Sun, and Rain, l’avventura sviluppata sempre Grasshopper Manufacture, con cui il gioco condivide molto di più in termini di game design e ambientazione (anche lì il protagonista era una sorta di investigatore alle prese con i misteri di un’isola da risolvere con il supporto del proprio computer).

Proprio come nei titoli di Suda51 anche qui la musica gioca un ruolo determinante. La colonna sonora di Paradise Killer è la perfetta traduzione a livello sonoro dello stile generale grazie ai suoi quindici brani che vengono riprodotti, letteralmente, dagli altoparlanti dell’isola. Si tratta senza dubbio di una delle colonne sonore più interessanti che abbiamo ascoltato di recente in produzioni di questo tipo con tracce (la maggior parte delle quali dovranno essere trovate nelle ambientazioni) che richiamano generi descritti dagli sviluppatori come “original city pop, jazz fusion, dance pop” e aggiungeremmo anche noi synthwave e soprattutto vaporwave.

Le influenze, soprattutto di quest’ultimo stile, sono evidenti oltre che nella musica anche nell’intera estetica del gioco che rielabora molti elementi visivi tipici degli anni ‘80. Anche se non sconvolgente dal punto di vista grafico, l’isola di Paradise Killer sorprende dal suo punto di vista stilistico con scenari surreali: una sfera celeste che ruota velocemente nel cielo notturno, zone residenziali dall’architettura geometrica e ancora spiagge dove sdraio e ombrelloni sono affiancati a monoliti neri, senza dimenticare ancora statue che raffigurano le numerose divinità venerate dagli abitanti (l'assenza dei quali amplifica l'artificiale effetto nostalgia dell’estetica del gioco). Il tutto viene ricreato attraverso un ambiente non di certo caratterizzato per un alto numero di poligoni (e con qualche problema di bad clipping) ma che proprio per questo rientra esattamente nei canoni del vaporwave. In questo senso, dobbiamo ammettere che dalla nostra vacanza Paradise Island ci siamo portati un buon numero di cartoline sotto forma di screenshot.

Voto Recensione di Paradise Killer - PC


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • + Storia coinvolgente

  • + Esplorazione gratificante

  • + Stile artistico originale

  • + Colonna sonora interessante

Contro

  • - Fin troppo aperto nella sua struttura

  • - Dinamiche investigative non sempre incisive

  • - Gli indizi non sempre trovano riscontro nei dialoghi

Commento

Caratterizzato da uno stile unico, Paradise Killer mette insieme visual novel e meccaniche open world in una combinazione che si è rivelata riuscita nel complesso, pur non senza qualche difetto. L’originalità della storia unita a un mondo bizzarro, ma perfettamente coerente nella sua logica, sarà in grado di appassionare i fan delle avventure grafiche più bizzarre e a incentivare un’esplorazione che finisce sempre per premiare gli sforzi dei giocatori. La natura estremamente aperta dell'impianto di gioco, per quanto permette di imprimere il proprio ritmo dell’avventura, sembra in alcuni casi creare qualche buco nella narrazione, con alcuni elementi precedentemente accertati che sembrano ignorati durante alcuni dialoghi. L’esistenza, di un singolo unico caso da risolvere, inoltre, priva l’avventura di cliffhanger che ne possano variare il ritmo e molto spesso, davanti a prove quasi schiaccianti, vengono accettate troppo spesso risposte elusive che non fanno che rimandare tutto al momento del giudizio, attivabile a piacimento del giocatore. Non si tratta comunque di elementi che penalizzano un’avventura nel complesso godibile e interessante sotto molteplici aspetti a patto di avere una certa dimestichezza con l'inglese dato che il gioco non include un adattamento in italiano.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Paradise Killer - PC

Paradise Killer - PC