Resident Evil 2 "1-Shot Demo": 30 minuti solo per dire "ne voglio ancora"

Capcom ha pubblicato la Resident Evil 2 "1-Shot Demo": tuffiamoci ancora una volta nell'orrore di Raccoon City per scoprire che tutto è cambiato affinché nulla cambiasse.

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a cura di Alessandra Borgonovo

Mancano appena due settimane ma ogni giorno è buono per parlare di Residen Evil 2, a maggior ragione in occasione della demo resa disponibile su PS4, Xbox One e PC. Mezz’ora durante la quale visiteremo l’iconica stazione di polizia di Raccoon City nei panni della recluta Leon Scott Kennedy nel suo primo giorno di lavoro.

Il primo pensiero che potrebbe venirvi in mente è che non sia possibile, nel poco tempo a disposizione e con il fatto di avere una sola possibilità, finire tutta la demo; perché c’è tanto da fare, tanto da vedere ma soprattutto tanto per cui restare a bocca aperta. Ciononostante non preoccupatevi, è perfettamente fattibile. Quello che vi resterà alla fine, è una delle sensazioni migliori per un videogiocatore: sentire di aver giusto scalfito la superficie di ciò che Resident Evil 2 ha da offrire. Se avete vissuto fino ad ora in un laboratorio sotterraneo ossessionati dalla creazione di qualche nuovo prototipo virale, facciamo un rapido riassunto: Resident Evil 2 è la RE-immaginazione dell’omonimo titolo pubblicato su PlayStation 1 nel 1998, che ha messo in scena un’apocalisse zombi cui sopravvivere grazie ai due protagonisti Leon Scott Kennedy e Claire Redfield.

La decisione di non usare il termine “remake” è consapevole, perché non può includere del tutto il senso dietro a questo progetto, ma ne discuteremo in sede di recensione dopo aver avuto la visione d’insieme del gioco. Tornando ai fatti, al di là della pressione dovuta al tempo limite, è molto facile apprezzare in questa demo quanto visivamente è stato fatto di buono: Resident Evil 2 sfrutta il RE Engine di Resident Evil 7 e sebbene non si possa parlare di un livello qualitativo pari a The Last of Us Part II o Red Dead Redemption 2, sono i dettagli a farla da padrone qui. Minuzie come i capelli di Leon che ondeggiano mentre digita freneticamente al computer per cercare almeno un sopravvissuto in quel mattatoio che è diventata la centrale, gli effetti di luce che conferiscono a ogni scena un tono cupo e sinistro, una quantità di sangue tale per cui il Doomguy potrebbe stringer la mano a Leon e Claire...

Questo articolo potrebbe benissimo andare per le lunghe trattando solo del comparto grafico e una menzione particolare deve essere fatta alla palette di colori adottata: Capcom ha davvero scelto per il meglio, dando la sensazione soprattutto durante i filmati di guardare un film dell’orrore anziché un semplice video che punta al fotorealismo. La cura posta nel bokeh (resa dello sfocato), il sottile ma evidente effetto pellicola e la qualità cromatica rendono Resident Evil 2 inquietante come era lecito aspettarsi, supportati da un sound design fra i migliori che abbia ascoltato negli ultimi anni – assicuratevi di giocare la demo con le cuffie e già che ci siete a luci spente, l’effetto è tutt’altra cosa.

L’attenzione di Capcom non si limita però solo alla componente estetica, anche i controlli godono di una revisione che omaggia al meglio l’originale ma lo perfeziona con alcuni degli elementi che dopo Resident Evil 4 sono diventati imprescindibili nella serie. Non pensate ai QTE ai coltelli dalla lama sempre affilata o alle maratone in mezzo a orde di nemici per cui Resident Evil 6 si è distinto in modo poco lusinghiero: non siamo al ritorno dei controlli “tank” dei primissimi capitoli ma nemmeno alla eccessiva fluidità del penultimo. Una via di mezzo per dare al giocatore il pieno controllo del proprio personaggio ma al contempo metterlo in difficoltà negli spazi angusti come corridoi o piccole stanze.

Le fasi di combattimento sono ben gestite grazie a un sistema di puntamento che è tanto realisticamente frustrante quanto soddisfacente: i moderni sistemi di mira post Resident Evil 4 avrebbero potuto sembrare un malus per l’atmosfera del gioco e invece non è così, perché la croce del mirino si restringerà garantendovi una migliore precisione solo dopo un paio di secondi, quanto basta per fare la differenza tra la vita e la morte. Capite da voi quanto la scelta di Capcom per una meccanica “in medias res” sia del tutto azzeccata.

Non pensate poi di fare troppo affidamento al coltello. Nonostante sia utile per aggredire gli zombi a terra senza sprecare munizioni – occhio ai morsi! – sono armi dalla specifica durabilità che dovete tenere sotto controllo, se non volete ritrovarvi senza il vostro salvavita. Infatti proprio come in REmake (il Resident Evil pubblicato per GameCube), il coltello può salvarvi la vita nel momento in cui uno zombie vi agguanterà ma questo significa privarsene sul colpo. La cosa positiva? Potete sempre recuperarlo dal suo cadavere una volta ucciso, di nuovo. Quella negativa, be’, è che dovrete prima sbarazzarvene e non sempre la situazione potrebbe garantirlo. In quel caso dite addio al coltello.

Oltre a una presentazione suggestiva e dei controlli azzeccati, Resident Evil 2 è anche ricco di segreti. Tutte le sue aree familiari sono state ampliate, aggiungendo stanze e passaggi mai visti prima per disorientare chi al tempo l’ha giocato fino alla nausea, e in ciascuna non solo possiamo trovare dei documenti che contribuiscono alla lore del gioco, potenziamenti per il personaggio o munizioni, ma anche dai singoli dettagli ci è possibile ricostruire un doloroso quadro di com’era la situazione prima che l’Umbrella decidesse di fare danno ancora una volta. Pensate solo all’ufficio dove sono appesi i festoni di benvenuto per Leon, immaginate come doveva essere, cosa i suoi futuri colleghi avevano preparato per lui, e poi sbattete contro la realtà: quei festoni sono ancora lì, ciondolano nell’oscurità a indicare una festa che non arriverà più, mentre il sangue cola goccia dopo goccia dai bordi delle scrivanie, i lamenti dei morti prendono il posto delle risate e le braccia scarnificate non vi cercano per darvi incoraggianti pacche sulle spalle. L’atmosfera è soffocante, proprio come dovrebbe essere.

Resident Evil 2 è tutto ciò che, dal 2002 con REmake, i fan hanno atteso. Ci si sarebbe aspettati una versione aggiornata dell’originale datato 1998 e invece Capcom ha fatto ciò che le riesce meglio: ha osato e creduto in un cambiamento che è sempre stato il suo cavallo vincente. Perché la paura si nutre dell’ignoto e quale miglior incertezza di un gioco familiare ma al contempo totalmente nuovo?

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