Warframe: Deadlock Protocol rinnova l'universo in nome dei Corpus

Un tuffo profondo in Deadlock Protocol, il nuovo aggiornamento di Warframe che rinnova la fazione Corpus e introduce il 43° Warframe.

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a cura di Alessandro Palladino

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Attraverso un nuovo aggiornamento gratuito, Warframe ha finalmente messo mano a uno dei suoi tileset più vecchi di sempre, lo stesso che tutto sommato provocava negli utenti storici la nostalgia dei primi passi del gioco di Digital Extremes. Con il nuovo look dei Corpus, Warframe Deadlock Protocol è un taglio abbastanza deciso con la storia passata del titolo, adesso rivolto totalmente al futuro da svelare al TennoCon 2020 che, per la prima volta, sarà interamente digitale.

Del resto è una stagione piena di cambiamenti e di sfide, lo abbiamo visto un po’ tutti negli sforzi enormi del team creativo costretto nelle proprie case. Nonostante qualche piccolo cambio di programmazione però, i genitori di Warframe hanno continuato a nutrire la loro creatura con nuovi contenuti e interessanti iterazioni, da noi osservate in occasione del rilascio di NightWave Series 3 ancora in corso d’opera. L’arrivo di Deadlock Protocol è un altro passo verso un climax ancora atteso, con i Sentient alle porte e altre minacce nascoste nelle ombre nell’universo. In tutto questo però c’è tempo per fronteggiare una nuova flotta Corpus e acquisire il 43° Warframe: Protea.

Il Dio Denaro

Appena aprirete il gioco, a patto di soddisfare alcuni requisiti specifici, avrete accesso a una nuova quest dallo stesso nome dell’espansione. Dalla piccola introduzione cinematica verrete a conoscenza di una nuova ondata di navi Corpus, arrivate a seguito di un grosso cambiamento all’interno del Consiglio Amministrativo della razza. Chi di voi ha giocato tra le strade catramate di Fortuna si ricorderà sicuramente quale fosse il rapporto tra gli avidi aziendalisti e le innocenti persone di Solaris, mitigato ormai dalla nostra azione che ha portato Nef Anayo a perdere credito tra i membri del consiglio.

Purtroppo però tale pace è durata poco: il burocrate Anayo ha preso tutte le sue risorse e le ha investite in una campagna per nominare il legittimo successore del grande fondatore dei Corpus, Parvos Magnum, e dare tale titolo a sé stesso. Se riuscisse ad acquisire tale potere e a unificare il Consiglio nel palmo delle sue avide mani sarebbe la fine per tutte le persone di Solaris. Quindi toccherà di nuovo a noi intervenire per salvare il futuro di Fortuna, anche se quello che seguirà in Deadlock Protocol avrà conseguenze ben più profonde di un paio di debiti sfangati.

Le varie missioni della Quest non così lunga ci porteranno nei nuovi tileset dei Corpus, i quali sono senza ombra di alcun dubbio i migliori ambienti che Warframe abbia visto finora, accostabili solo a momenti specifici dell’esperienza cinematica principale. Il salto di qualità dal tileset precedente è enorme e fa davvero capire a chiunque abbia giocato anche solo negli ultimi mesi i passi - anzi, falcate - in avanti che il gioco ha fatto tecnicamente parlando. Oltre all’impressionante qualità grafica, particolarmente percettibile nella gestione della luce e degli effetti particellari, anche il lato artistico ha trovato una dimensione più precisa e favorevole alla lore del gioco, nel caso dei Corpus tradotta con un industrialismo tendente alla religiosità. Per i Corpus infatti il denaro e le azioni sono la Bibbia onnipotente e il loro creatore, simboleggiato da una mano dorata, ne è l’espressione massima.

Scorrendo quindi tra le fredde stanze delle loro astronavi, vi imbatterete in numerosi altari e simboli religiosi che si foggiano del neon e dell’oro, mentre nei bassifondi dei livelli più bassi innocenti cittadini di Solaris vengono uccisi per raggiungere vette sempre più alte nell’universo. La crudeltà, nei Corpus, è ben nascosta sotto il minimalismo del loro sfarzo di cifre, tanto da poter credere che ci sia un briciolo di logica nelle loro azioni. Un fattore che Deadlock Protocol analizza bene attraverso una strana quanto inaspettata alleanza, profetica per certi sensi se si penserà alla minaccia proveniente da Tau.

Il vero segreto dei nuovi tileset però risiede nel culto di Parvos: figura centrale nella quest e principale catalizzatore di tutto ciò che avverrà da qui in avanti con tale fazione. Il lavoro fatto su Parvos è encomiabile, tante da renderlo uno dei personaggi meglio realizzati di tutto il gioco sotto ogni punto di vista. Certo, il suo tempo su schermo è abbastanza breve, ma ogni secondo in cui si può vedere il suo volto è reso valevole da una performance stellare, così vivida da far sentire il giocatore oppresso dalla sua presenza. Il che è davvero di buon auspicio per i prossimi sviluppi di trama, a cui personalmente non vedo l’ora di assistere.

Altra novità è il rework del combattimento contro Jackal, molto più complesso del passato e dall’esperienza più dinamica. Affrontarlo in Sortie, senza equipaggiamenti adeguati, è davvero difficile e vi richiederà qualche run di prova prima di riuscire a capirne le principali dinamiche in modo da buttarlo giù, ma del resto è un bene che Warframe abbia deciso di cambiare i propri boss in modo da non renderli semplici spugne di proiettili. Jackal, nello specifico, è un ottimo esempio di Boss Fight fatta come si deve e un buon auspicio per altri rework di boss storici.

In un modo o nell’altro, Deadlock Protocol segna quindi la seconda fase della ristrutturazione dei Corpus iniziata con Fortuna, impreziosendo la caratterizzazione della Fazione e dotandola di una storia ancora più palese ai giocatori, nonché interessante da un punto di vista iconografico. I più attenti potranno scandagliare le varie astronavi alla ricerca di segreti nascosti tra le loro camere stagne, a patto di riuscire ad abbracciare la filosofia del profitto iniziata dallo stesso Parvos.

Il 43° Warframe: Protea, la signora del tempo

Una personalità così potente come il fondatore dei Corpus non è di certo un individuo qualsiasi come Nef Anayo e i suoi pari, perciò non dovrebbe davvero sorprendervi scoprire che era dotato di una guardia del corpo personale modello Warframe. Protea è infatti un antico frame capace di piegare il tempo al suo volere, tanto forte da essere riuscita a rinchiudere sé stessa e Parvos in una dimensione temporale tutta sua, al costo di perdere tutta la sua essenza e diventare uno spettro.

Completando Deadlock Protocol avrete modo di ottenerne il progetto per costruirla, mentre le parti dovranno essere raccolte attraverso la nuova attività all’interno della dimensione di Parvos. Nel caso non vogliate passare per l’acquisto diretto del negozio, vi servirà un po’ del solito grind per ottenerla, forse anche troppo per certi versi. Verrete però ricompensati da un Warframe abbastanza solido e dal design totalmente unico, seppur poco performante rispetto alle armature più performanti del meta.

Il kit di Protea la rende quasi un supporto tuttofare piuttosto che un frame offensivo o difensivo. Il suo primo slot è adibito a una granata che ha due varianti: la prima crea delle “nuvole” di piccole granate che stazionano in un’area davanti a voi, mentre la seconda (tenendo premuto il tasto d’azione) genera tre “droni” in grado di attaccarsi ai giocatori che gli passano vicino e amplificarne notevolmente gli scudi. Per quanto il valore offensivo possa attirare, il vero utilizzo dell’abilità al momento rimane solamente quello per gli scudi e tutto sommato risulta nella maggioranza dei casi una manna dal cielo, specialmente se moddato intorno a Durata e Potenza.

La sua seconda abilità è invece una torretta mobile che ha una durata fissa (quindi non allungabile) ed infligge danni progressivamente più forti in base ai nemici che riesce ad uccidere. Si possono piazzare più torrette insieme a patto di sostenerne i costi in Energia (Protea è un frame con cui ripetere a iosa le sue abilità, consigliamo quindi Flow e Streamline). Tutto sommato la torretta fa il suo lavoro e aggiunge una potenza di fuoco in più rispetto alle proprie armi, ma la sua durata veramente esigua la priva del successo che meriterebbe, specialmente perché bloccata in un esatto numero di secondi.

Al terzo slot abbiamo un dispenser di salute, munizioni ed energia. Chiaramente l’abilità di maggiore supporto, utilizzarla il più spesso possibile sarà la chiave per gestire al meglio le proprie risorse. Infine c’è la sua abilità finale e più caratteristica: la possibilità di registrare la propria posizione nel tempo e riavvolgere tutto ciò che è successo fino all’ancora selezionata. Oltre a provocare un’esplosione intorno all’ancora, tornerete letteralmente indietro nel tempo e vi ritroverete nel posto in cui avete attivato l’abilità con tutte le risorse rimborsate. Sulla carta si tratterebbe di un’abilità eccellente, specialmente perché Protea utilizza molta energia e riaverla indietro per qualsiasi cosa si sia castata è una manna dal cielo, eppure diventerà estremamente situazionale a seconda della missione e dell’utilizzo che ne farete.

Molte delle missioni di Warframe vanno da un punto A a un punto B, possibilmente alla velocità massima possibile. Tornare indietro nel tempo alla propria posizione pregressa, come intuibile, è esattamente il contrario di quello che vuole farvi fare il design del gioco e, di conseguenza, finirete per non utilizzare mai la quarta abilità in missioni come Eliminazione o Salvataggio. Tuttavia, in Difesa o Sopravvivenza, l’abilità potrebbe tornarvi estremamente utile e, anzi, vi permetterà di poter spammare tutto ciò che volete senza spendere nulla. Eppure, anche qui, Protea perde il confronto con altri Warframe decisamente più adatti a questi scenari, come Saryn, Wisp e Nova.

Ciò che eleva una buona Protea è la capacità di gestire la passiva con la rotazione delle proprie abilità. Protea può infatti potenziare una delle sue abilità dopo averne castate altre tre, aggiungendone Potenza. A seconda delle situazioni, questo cambiamento potrebbe davvero fare la differenza nella maggior parte delle situazioni, rendendola il perfetto Waframe per tutti i giocatori che amano le proprie armi e sono alla ricerca di un’armatura in grado di supportarli massimizzandone i danni e la sopravvivenza. Protea è esattamente questo: uno strumento in più, versatile quando serve e potente se utilizzato con dovizia, ben lontano dalla pressione di un singolo pulsante per devastare aree e nemici. Nelle mani giuste, può diventare una macchina da fuoco o supporto, capace di piegare il tempo e sopravvivere in situazioni altrimenti impossibili da sbrogliare.

Con qualche piccolo aggiustamento, magari alla durata della torretta e al potenziale offensivo delle granate, Protea potrebbe guadagnarsi un posto tra i piani più alti dei vari Warframe performanti. Al momento però, rimane una gemma nascosta su cui poter sperimentare, magari utilizzandola per scoprire i segreti dei Corpus nei nuovi tileset di Deadlock Protocol.