Joker: tutti gli Easter Egg presenti nel film

Joker sta ricevendo un'accoglienza incredibile da parte del pubblico (un po' meno da parte della critica internazionale) e nasconde al suo interno anche tanti segreti nonostante il regista e l'attore protagonista provino a nasconderli. Ecco a voi i più interessanti.

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a cura di Giovanni Arestia

Joker, il nuovo film diretto da Todd Phillips e interpretato da un magistrale Joaquin Phoenix, è a tutt’ora il re indiscusso del botteghino, al di là delle polemiche che ha suscitato e dei giudizi negativi da parte della critica internazionale. Si può parlare per ore della fattura del film, se esso meriti tale successo o meno e delle somiglianze con Taxi Driver, Re per una notte e in parte Arancia Meccanica, ma data l’importanza del personaggio e la sua storicità è inevitabile la presenza di collegamenti e citazioni a film, serie TV, fumetti e cartoni animati legati all’universo di Batman e non solo.

Questo articolo, se non fosse chiaro, tratterà tutti gli Easter Egg più o meno evidenti presenti nel film e, naturalmente, prima di iniziare vi avvisiamo che l'articolo contiene forti spoiler sulla trama del film, dunque proseguite a vostro rischio e pericolo.

1. I collegamenti alla trilogia di Nolan

Una delle rappresentazioni più famose e celebri di Joker a livello cinematografico è senza ombra di dubbio quella del compianto Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan. Non potevano mancare, quindi, dei riferimenti anche abbastanza chiari: a fine film si vede Arthur che, dopo aver ucciso Murray Franklin (Robert De Niro) nel corso del suo programma televisivo, viene arrestato e portato all’interno dell’auto della polizia esattamente come accade ne Il cavaliere oscuro. Successivamente l’auto viene colpita in pieno da un’ambulanza guidata dai sostenitori di Joker i quali lo fanno scendere dall’auto e lo iniziano a venerare come un eroe.

La scena di Arthur sull’auto della polizia è come quella di Batman nel poster de Il cavaliere oscuro – Il ritorno. Sempre in quella scena, Arthur si spalma il suo stesso sangue sulle labbra così da rendere il trucco molto simile a quello di Heath Ledger. In ogni caso anche la stessa rivolta anti-ricchi avviata da Arthur è come quella guidata da Bane ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno. Infine da segnalare la presenza dell’attore di Brett Cullen, che nel capitolo finale della trilogia era un membro del congresso rapito da Anne Hathaway nei panni di Catwoman, mentre in Joker è Thomas Wayne.

2. Gli omaggi agli altri attori del Joker

Phoenix, chiaramente, non è né il primo né l’ultimo attore ad interpretare il Joker. Per questo motivo sono presenti alcuni riferimenti ai più importanti interpreti del personaggio. Il completo indossato dal personaggio di Phoenix, ad esempio, prende spunto dal Joker interpretato da Cesar Romero nella serie Tv Batman degli anni Sessanta. Non è un caso poiché il costumista Mark Bridges si è proprio inspirato al look della versione di Romero, in particolare per il verde della camicia, perché adorava quella serie e la guardava molto spesso da ragazzino. Un’altra fonte di ispirazione di Bridges è stata un tizio realmente esistente chiamato Bernhard Goetz e conosciuto come il “vigilante della metropolitana”. Questo uomo è stato protagonista di una sanguinosa sparatoria in un treno della metro ed è diventato una sorta di poster boy di chiunque si facesse giustizia personale nella cruenta e problematica New York degli anni ’80. Tornando ai riferimenti ad altri Joker, verso la fine del film, quando Arthur sta per entrare in scena nel talk show di Murray Franklin, si vede chiaramente nel camerino un poster con una versione stilizzata del presentatore interpretato da Robert de Niro. In realtà sia la fisionomia che il celebre ghigno ricordano il Joker di Jack Nicholson di Batman del 1989.

3. I riferimenti al Batman di Adam West

Non neghiamo che questi possano essere degli Easter Egg un po’ forzati, ma ci piace pensare che in qualche modo sono collegati alla celebre serie Tv Batman andata in onda dal 1966 al 1968. In una scena ambientata nel parco della Villa Wayne, si vede un piccolo Bruce intento a giocare all’interno di una casetta di legno. Alla vista di Arthur, si incuriosisce e decide di scendere scivolando lungo un palo di ferro. Questa mossa è la classica entrata in scena di Adam West nella serie Tv. Altro riferimento è da osservare nel nome degli ospiti dello show di Murray Franklin: vi è, infatti, un ospite che si chiama Chandell come il personaggio interpretato per due episodi del telefilm dal cantante Liberace.

4. The Killing Joke

Nel corso di un’intervista al prestigioso magazine Empire tenutasi lo scorso luglio, il regista del film Todd Philips aveva dichiarato di non aver preso alcuno spunto dai fumetti di Batman. Risulta, però, alquanto difficile crederlo perché è abbastanza evidente che ci siano tanti riferimenti con The Killing Joke, una delle opere fumettistiche più importanti legate al personaggio di Joker. Innanzitutto entrambi sono nati negli anni ’50 e trattano di un comico fallito che diventa un pazzo e sanguinario criminale. Poi quando Arthur si intrufola nell’appartamento di quella che crede sia la sua ragazza, nonché Sophie interpretata da Zazie Beetz, le racconta di aver avuto una brutta giornata. Impossibile non collegare questo “bad day” alla celebre frase pronunciata dal Joker di Alan Moore quando spiega a Batman che “basta una brutta giornata per ridurre l'uomo più sano in vita alla follia”. È, infatti, proprio questa brutta giornata a cambiare entrambi i personaggi per sempre, trasformandoli in folli criminali senza scrupoli.

5. Da Chaplin a Zorro arrivando a Batman v Superman: Dawn of Justice

Il regista, anche in questo caso, aveva dichiarato che ci sarebbe stato anche qualche accenno a Tempi Moderni di Chaplin nel personaggio di Arthur Fleck. Dopotutto non è difficile notare una somiglianza semplicemente nella filosofia del personaggio: la natura è quella dell’operaio, un uomo fortemente attaccato dagli ingranaggi della società a dalle sue condizioni lavorative al limite della miseria. In ogni caso il riferimento più esplicito si nota quando Arthur si reca segretamente alla serata di gala per parlare con Thomas Wayne e nella sala viene proiettato proprio Tempi Moderni di Charlie Chaplin. L’altro film, invece, è quello di Zorro: The Gay Blade che si può leggere nel cartellone esposto al cinema la sera in cui vengono uccisi i genitori di Bruce Wayne. Questo è un elemento molto importante perché non solo permette di avere una data precisa degli avvenimenti (Zorro: The Gay Blade è uscito nel 1981), ma rappresenta uno dei capisaldi del mito di Batman. I coniugi Wayne, infatti, secondo la storia canonica, vengono uccisi quando Bruce ha appena otto anni all’uscita dalla proiezione del film Il segno di Zorro del 1940 e Zorro: The Gay Blade fu presentato dalla 20th Century Fox come il sequel diretto. Nello stesso cinema, però, fa capolino anche Excalibur sempre del 1981. La stessa pellicola è stata scelta da Zack Snyder per la scena della morte dei Wayne in Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016.

6. Il riferimento al talk show della morte

Philips ha più volte detto che molti Easter Egg e riferimenti sono frutto di fantasia dei fan e questo dovrebbe far parte di questa fantasiosa visione. Risulta difficile da pensare che quantomeno gli autori del film non si siano mai letti Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller. La scena quando Arthur parla in diretta TV ai microfoni del talk show di Murray, dopo essersi fatto presentare come il Joker, è presa a piene mani dall’opera di Miller. L’unica differenza è che, sebbene entrambi bacino la signora di mezza età presente tra gli ospiti, il Joker di Miller uccide tutti i presenti e lo spettacolo prende il nome di David Endocrine Show. Nel film, invece, Athur uccide solo chi ritiene tra i colpevoli del suo dolore, ovvero lo stesso presentatore dello spettacolo. Insomma, l’unica differenza sostanziale è un morto contro 800 vittime totali del fumetto.

7. Il Joker di LEGO

Talmente è alta la fama del Joker, che recentemente è approdato addirittura nell’universo dei mattoncini colorati più famosi del mondo. Il riferimento nel film è molto sottile, ma presente: nello show di Murray Franklin, prima di Arthur, appare un personaggio di nome Ethan Chase. Il nome potrebbe esservi familiare perché è il protagonista di Parto col folle, commedia del 2010 di Todd Philips. In quel film, Chase viene interpretato da Zach Galifianakis, nonché lo stesso attore che ha dato la voce al Joker in LEGO Batman.

8. L’omaggio alla serie animata di Batman

Anche questo si tratta di un riferimento molto difficile da captare, ma che in realtà compare per quasi tutto il film. Il talk show di Robert De Niro, oltre ad essere un chiaro omaggio a Re per una notte, presenta il logo con lo stesso font di quello della serie Batman: The Animated Series.

9. Inaspettati camei

Nel corso della narrazione, il film è ricco di apparizioni celebri. Il primo, in realtà, non è un’apparizione visiva, quanto audio: lo spettacolo comico tenutosi al Comedy Club di Pogo prima dello show di Arthur viene doppiato dallo stesso regista Todd Phillips. Il secondo si può assistere quando Arthur si reca all’Arkham State Hospital. L’uomo a cui ruba le cartelle cliniche di sua madre non è altro che Brian Tyree Henry, Alfred “Paper Boi” Miles nella serie Atlanta e doppiatore del padre di Miles Morales in Spider-Man - Un nuovo universo. Infine nella prima comparsa televisiva di Arthur, il personaggio che si esibisce prima di lui è interpretato dall’attore e sceneggiatore Justin Theroux celebre per The Leftovers e già comparso come cameo in Star Wars: Gli Ultimi Jedi.

10. Debra Kane e il detective Burke

Altri due elementi non permettono di credere alla versione del regista per quanto riguarda il non aver preso spunto da nessuna opera fumettistica legata a Batman. Il primo è il personaggio di Debra Kane, nonché l’assistente di Arthur che nasconde ben due riferimenti: il primo è un chiaro omaggio a Bob Kane, il co-creatore di Batman nel lontano 1939, il secondo è il collegamento all’omonimo assistente sociale apparto nel romanzo su Batman del 1995 intitolato Batman: The Ultimate Evil scritto da Andrew Vachss.

Il secondo elemento è invece il detective Burke che, insieme al detective Garrity, insegue Arthur verso la fine del film. In realtà un detective chiamato Thomas Burke è presente nel mondo di Batman dal lontano 2000, quando ha fatto la sua comparsa sulle pagine di Detective Comics numero 748. In realtà nel DC Universe era già presente un altro poliziotto con quel cognome, ovvero Anthony Burke mostrato per la prima volta in Sandman Mystery Theatre #2 nel maggio 1993.

11. Il Batman nello specchio

Si tratta di un gioco prospettico, ma quando all’inizio del film si vede Arthur truccarsi da clown per iniziare a lavorare, nello specchio si può notare una figura la cui fisionomia è molto simile a quella della maschera di Batman.

12. La scena improvvisata di Joaquin Phoenix e il riferimento a Taxi Driver

In Joker vi è una scena in qui viene mostrato il saluto che Arthur dedica a Sophie, ovvero un colpo di pistola alla tempia. Questo è lo stesso modo in cui Travis Bickle, nonché Robert De Niro, accoglie i poliziotti quando lo vanno a prendere nel film del 1976 Taxi Driver. Questa scena è stata totalmente improvvisata in Taxi Driver, così come è stata improvvisata la scena più importante di Joker. Dopo che Arthur uccide i tre uomini che lo avevano importunato nella metropolitana, decide di scappare e chiudersi in un bagno. A questo punto, secondo la sceneggiatura originale, Phoenix avrebbe dovuto fissare lo specchio sconvolto, invece ha deciso liberamente di inscenare una inquietante danza.

Conclusioni

In qualunque modo la si veda, Joker è un personaggio che ha caratterizzato la storia cinematografica, fumettistica e non solo. Risulta impossibile realizzare un’opera originale senza alcun riferimento alle pietre miliari del personaggio e per quanto Phoenix e Todd siano restii verso questo genere di collegamenti (almeno a detta loro) i riferimenti e gli omaggi sono alquanto evidenti e anche, a dire la verità, molto piacevoli.

The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland resta a nostro avviso una delle storie più belle sul Joker, a cui è debitore anche il film di Christopher Nolan.