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a cura di Andrea Balena

Il Giappone è un Paese che appare completamente diverso ai nostri occhi occidentali sotto molti aspetti, che sia l'estrema efficienza dei trasporti, l'etica ossessiva del lavoro o la completa alienazione del lavoratore medio, vera spina dorsale di un Paese in continuo calo di natalità. Non è da sorprendersi che negli ultimi 50 anni la cultura pop di questo Paese, prima ancora di sbarcare oltreoceano, avesse come scopo primario quello di far evadere dalla realtà il cittadino giapponese e fargli dimenticare, anche per pochi minuti, la sua vita stressante.

C'è una azienda in particolare - la Sanrio Co. - che si è distinta in questo business creando centinaia di mascotte carine e coccolose che ora adornano istituzioni, negozi e anche treni, fino al grande successo mediatico e merchandise di Hello Kitty, probabilmente secondo globalmente solo al Topolino di Walt Disney. In Giappone si può vedere la faccia della gattina applicata su ogni forma di prodotto, anche i più strani, creando uno vero effetto di straniamento brandizzato.

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Dopo il decennio d'oro delle vendite, la Sanrio probabilmente ha capito che serviva una nuova mascotte per colpire non solo il giovane giapponese lavoratore, ma anche quello occidentale: un animaletto che non tentasse più di portare il consumatore in un mondo dai toni zuccherati e pastello, ma che affrontasse la dura quotidianità dell'impiegato come tutti. La storia di Aggretsuko non è tanto diversa da quella di una donna lavoratrice qualsiasi, tralasciando il non trascurabile dettaglio che il personaggio sia un panda rosso.

Non è un caso che si tratti di un animale a rischio di estinzione, perché la vita lavorativa della dolce Retsuko è alquanto stressante: impiegata nella contabilità di una grossa azienda da ormai cinque anni, alle dipendenze di un capoufficio sessista e che scarica su di lei i lavori più pesanti. Sotto il giudizio costante degli altri e bloccata in ufficio finché non estinguerà i suoi debiti aziendali, l'unico sfogo che ha è chiudersi la sera in un karaoke bar a cantare death metal a squarciagola.

Nonostante l'estetica rotonda e kawaii, questa serie Original Netflix nasconde una forte critica alla vita del giovane lavoratore moderno che si ammazza di straordinari per sbarcare il lunario e diventa solo una serie di numeri e conti per l'azienda per cui ha firmato il contratto. La ripetitiva vita d'ufficio di Retsuko è un setting perfetto per mettere in scena l'orrore esistenziale che molti millennials e la giovane protagonista vivono.

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L'aspetto veramente interessante è vedere come la sceneggiatura tratti in maniera abbastanza approfondita il tema della vita lavorativa moderna - di stampo nipponico, ma facilmente applicabile anche oltreoceano - e degli effetti devastanti sulla psiche della malcapitata eroina. Il suo obbiettivo non è quello di eccellere sul posto di lavoro o rispondere a tono ai suoi superiori, ma fuggire a tutti i costi da quell'ambiente oppressivo per trovare un lavoro più tranquillo o addirittura trovarsi un marito che la possa mantenere.

Nelle appena dieci puntate da un quarto d'ora che compongono la prima stagione, vedremo un cast ben assortito di animaletti che nonostante l'esagerazione dei toni raccontano storie e caratteri spaventosamente credibili: un caso emblematico è quello di Tsunoda, la cerbiatta neo assunta dell'azienda che tramite lusinghe e complimenti all'odioso capoufficio riesce a sbolognare i suoi lavori ad altri e fare carriera più rapidamente della protagonista. In una scena di confronto fra i due personaggi risulta spiazzante scoprire che dietro gli (esasperati) occhioni innocenti da cerbiatto si nasconda una schietta arrampicatrice sociale.

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Aggretsuko è in ogni caso un prodotto che fa ridere, ma come per The Office, la risata nasce da elementi e situazioni quotidiane portate all'eccesso, questa volta con la messa in scena animata che solo gli anime giapponesi riescono a realizzare. Lo humour è volutamente cattivo e per adulti, in netto contrasto con la caratterizzazione grafica. Anche le risposte canore di Retsuko ai problemi della vita sono un aspetto molto più serio e interessante della sua caratterizzazione, al di là del gimmick (tratto distintivo) comico della mascotte.

Aggretsuko più che una serie comica o un cartone animato per staccare risulta una feroce e inquietante critica verso un mondo lavorativo in cui i giovani non si trovano più a loro agio e nello specifico ritrae in maniera attenta la situazione delle donne lavoratrici, dove ancora oggi è difficile vedere una soluzione tranquilla e paritaria.


Tom's Consiglia

Di merchandise sul personaggio non è ancora arrivato molto da noi, ma potete prenotare questo libro satirico sulla vita di Retsuko in ufficio.

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