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a cura di Alessandro Crea

Nove mesi di carcere e 8mila euro da pagare tra spese processuali e danni: è la sentenza inflitta dal Tribunale penale di Lecce a un imprenditore che scriveva recensioni false su TripAdvisor con un account posticcio, vendendole a varie realtà che si occupano di ospitalità in Italia e che volevano manipolare il proprio punteggio sul noto sito. Si tratta di una sentenza storica, perché riconosce per la prima volta che tali pratiche sono di fatto un crimine.

Le recensioni online "rivestono un ruolo fondamentale nel turismo e nelle decisioni di acquisto dei consumatori ma è importante che tutti seguano le regole", ha commentato Pascal Lamy, presidente del World committee on tourism ethics.

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Photo credit - lucidwaters / Depositphotos.com

"Crediamo che si tratti di una sentenza storica per internet. Scrivere recensioni false ha sempre rappresentato una violazione della legge ma questa è la prima volta che, come risultato, il truffatore è stato mandato in prigione", ha scritto in una nota Brad Young, vice presidente e associate general counsel di TripAdvisor.

"Investiamo molto nella prevenzione delle frodi e siamo efficaci nell'individuarle: dal 2015 abbiamo bloccato le attività di più di 60 aziende di recensioni a pagamento nel mondo. Ma non possiamo fare tutto da soli ed è per questo che desideriamo collaborare con le autorità competenti e le forze dell'ordine per supportare i loro procedimenti penali".

Gran parte del merito di questo risultato storico del resto va proprio a TripAdvisor, che ha di fatto scoperto la frode grazie al suo team interno di indagini e si è costituito parte civile. Le indagini non sono state semplici e sono partite nel lontano 2015, quando appunto gli investigatori di TripAdvisor identificarono un'azienda che operava illegalmente, bloccandone anche oltre 1000 tentativi di invio di false recensioni.

A questa prima fase, in cui le aziende sono state avvisate e declassate, è seguita una seconda caratterizzata da un'azione più energica, con l'applicazione di un bollino rosso per informare i viaggiatori dei tentativi di manipolazione delle recensioni da parte della struttura.

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Photo credit - sharafmaksumov/Depositphotos.com

Data la recidività dell'imprenditore però a TripAdvisor non è rimasto altro da fare che dare mandato ai propri legali per stroncare l'attività illecita e quando questi hanno contattato le autorità italiane per fornire le prove di cui erano in possesso hanno scoperto che anche la nostra Polizia Postale stava già indagando sull'azienda. Nessuno però poteva immaginare l'esito finale del processo. D'ora in poi i produttori seriali di recensioni false sul Web sono avvisati, il livello di rischio si è notevolmente alzato.