Colonnine di ricarica, grande il divario tra Italia e altri Paesi Ue

Il 70% delle stazioni di ricarica presenti nell’Unione europea è concentrato in soli tre Paesi: Paesi Bassi, Francia e Germania.

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a cura di Valentina Acri

Il 70% delle stazioni di ricarica presenti nell’Unione europea è concentrato in soli tre Paesi: Paesi Bassi, Francia e Germania. Sono questi i dati emersi da una recente indagine condotta da Acea, stessa indagine in cui il nostro Paese si posiziona piuttosto lontana dai più alti gradini del podio.

Non dimentichiamo che una rete di ricarica solida, insieme ad altri fattori come gli incentivi, rappresentano inevitabilmente uno degli elementi essenziali per una decisiva diffusione della mobilità elettrica. Nonostante il quadro attuale delle infrastrutture di ricarica in Italia sia migliorato, resta però notevolissimo il divario con gli agli Paesi UE.

Secondo quanto diffuso dal report dell’associazione dei costruttori europei, il 70% delle stazioni di ricarica è presente in soli tre Paesi dell’Europa occidentale: ben 66.665 unità sono infatti concentrate nei Paesi Bassi, 45.751 in Francia e 44.538 in Germania. Nel dettaglio, dunque, il 70% delle colonnine è concentrato sul 23% del territorio comunitario.

Tra i Paesi dell’Unione europea, l’Italia si posiziona al quarto posto con le sue 13.073 infrastrutture, che costituiscono il 5,8% di tutte le colonnine del Continente. Con riferimento a tali dati, l'associazione Acea sottolinea, tuttavia, il netto divario tra Italia e Germania che rappresenta il 19,9% di tutti i punti di ricarica, più del triplo dell'Italia dunque.

Stiamo assistendo a una differenza netta nella diffusione dei punti di ricarica tra i Paesi dell’Europa occidentale, tendenzialmente più ricchi, e quelli dell’Europa orientale, centrale e meridionale, che hanno un Pil più basso, sottolinea l’associazione.

Con il minor numero di impianti di ricarica e, di conseguenza, posizionati alla fine della classifica si trovano Lituania (174), Bulgaria (194), Grecia (275), Cipro (70) e Malta (96).

Acea chiede all’Unione europea normative ad hoc che possano includere regole e target per ottimizzare le infrastrutture di ogni Paese in vista di ulteriori strette sulle emissioni di CO2 che porterebbero ad un aumento delle auto elettriche in circolazione.

Chiunque voglia comprare un veicolo elettrico o fuel cell confida nella presenza diffusa di punti di ricarica o di infrastrutture per il rifornimento, che siano a casa, al lavoro o per la strada. Per i Paesi europei è arrivato il momento di primeggiare nella corsa alla mobilità green, ha commentato Il direttore generale dell'associazione Acea, Eric-Mark Huitema.