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3Keys: i Grandi Antichi alla conquista del mondo

Una giovane newyorkese dal cartattere ribelle è al centro della nuova serie urban fantasy 3Keys

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Una giovane newyorkese dal cartattere ribelle è al centro della nuova serie urban fantasy 3Keys

La prima opera autoriale da one man show è sempre una sfida importante. Ci si ritrova a dover dimostrare qualcosa, anche a se stessi, cercando di mettere in bella mostra quanto si sia appreso, quanto la propria fantasia e la propria arte possano offrire ai lettori, diventando un duro banco di prova per qualsiasi autore. Un cimento a cui si è sottoposto anche David Messina, che dopo avere vissuto avventure con alcuni dei più amati supereroi del mondo dei comics, ha deciso di mettersi alla prova con un progetto solista. Una scelta che ha condotto alla nascita di 3Keys, nuova serie che strizza l’occhio all’urban fantasy, di cui Shockdom ha da poco pubblicato il primo capitolo.

L’esperienza maturata da Messina nelle sue numerose collaborazioni con le big del comics supereroico si è ovviamente fatta sentire, ma l’aspetto più pericoloso di 3keys era il dare vita a una storia che sapesse affascinare i lettori, cercando un’anima alle spettacolari tavole realizzate da Messina. All’interno di un mondo come quello dell’entertainment dove tutto è già stato detto, raccontato e visto, a volte la chiave non è tanto il cosa quanto il come si vuol presentare una storia. Una concessione che si può fare agli autori, che comunque ispirati da quelli che sono i cult con cui tutti siamo cresciuti ne vengono ispirati, scegliendo di offrire il loro modo di rielaborare questi concept tradizionali. Una strada che, evidentemente, Messina ha deciso di seguire, rendendola non una semplice operazione ‘copia e incolla’, ma quasi giocando, divertendosi anche, con alcuni dei grandi mostri sacri.

3Keys: David Messina affronta i Grandi Antichi

Termine non usato a caso, mostri sacri. La base del mondo fantastico ideato da Messina per 3Keys, infatti, affonda nella lore di Lovecraft, probabilmente uno degli autori a cui ci si rivolge più spesso quando si cercano ispirazioni. Basti pensare al recente Miskatonic, in cui l’horror cosmico di Lovecraft viene intrecciato a un’analisi sociale dell’America del periodo, o ad Anche la morte può morire, fumetto tratto da Cthlhu: Death May Die di CMON, le cui radici sono ben salde nella narrativa orrorifica di Lovecraft. Messina sceglie una strada nuova, rendere il mito degli Antichi un punto di partenza per una storia moderna, adatta al gusto dei lettori contemporanei, avvezzi a una narrativa più dinamica e rapida. Scelta fatta comunque rispettando la fonte ispiratrice, che viene però impreziosita dalla visione di Messina.

Dal loro dominio nella Terra del Sogno, i Grandi Antichi sono oramai in procinto di invadere il nostro mondo. Muovendosi nel limbo onirico in cui giungono le menti umane durante il sonno, questi esseri stanno plasmando la psiche di alcuni umani, spingendoli a compiere azioni nefande che amplifichino i loro poteri. A contrastare questa loro volontà si sono schierati, in passato, diversi popoli, tra cui gli abitante della Città di Ulthar, una società guerriera di tigri antropomorfe chè è stata infine distrutta dai Grandi Antichi.

Tre sopravvissuti di Ulthar, però, sono riusciti a fuggire sulla Terra, dove sono divenuti i guardiani di tre giovani donne, eredi di Randolph Carter, il celebre viaggiatori di Lovecraft. Queste giovani hanno in loro il potere per fermare l’avanzata dei Grandi Antichi, grazie all’addestramento impartito loro dai tre sopravvissuti di Ulthar.

Protagonista assoluta è Noah, una delle tre eredi di Carter, protetta dal guerriero felino Theon. Irrequieta, irresponsabile e avventata, Noah è tutto meno che l’eroina classica. Profondamente ancorata al mondo nerd, considerato che lavora in una fumetteria newyorkese, Noah si ritrova improvvisamente coinvolta in una serie di rapidi eventi che sconvolgono la sua vita fatta di bagordi e scontri con mostri incredibili, portandola a prendere pienamente coscienza del suo ruolo.

Come facilmente intuibile, 3Keys non si esaurisce in un volume singolo, ma vive all’interno di una saga più ampia. Motivo per cui il volume di Shockdom ha il difficile compito di esser un primo passo che sappia incuriosire i lettori, dando sufficienti elementi per comprendere le potenzialità della storia ma lasciando al contempo i giusti interrogativi aperti per spingere a leggere i capitoli successivi. Messina mostra di avere compreso questo delicato gioco di equilibri, offrendo una lettura rapida e coinvolgente in cui tutti gli elementi essenziali di questo mondo fantastico sono perfettamente ritratti.

Noah e ciò che la circonda vengono ritratti sul piano narrativa con freschezza, ci si affida a un racconto veloce ma non povero di carattere e dettagli, che vuole ritrarre una realtà contemporanea, fatta di social e battutine, in cui gli scontri con i villain sono resi ancora più intriganti da una sottile rete di citazioni e rimandi alla pop culture che crea un’empatia tra lettore e racconto. Citazioni che non vogliono esser un’imposizione opprimente, ma una condivisione, dimostrazione di come Messina abbia voluto infondere alla propria storia il proprio gusto come lettore, prima che narratore, imbastendo alla radice un dialogo con i lettori, fatto di suggestioni che sono state rielaborate con una particolare inventiva, sia sul piano della trama che nel racconto visivo.

Demoni, combattimenti e citazioni

Una vis narrativa che non rimane sulla superficie del racconto, ma che emerge quando il lettore si addentra nei dettagli più curiosi di 3Keys, reconditi nonostante siano in bella vista. Il tutto ruota attorno alla dimensione onirica, che unisce due nomi celebri del mondo della cultura narrativa: il citato Lovecraft  e il ben più tenero mondo ritratto da Bill Waterson con le sue strisce di Calvin & Hobbes. Se per lo scrittore di Providence la dimensione onirica era foriera di pericolo e orrore, per Waterson l’immaginazione del piccolo Calvin consentiva alla sua tigre di peluche di esser una creatura viva, la sua parte più matura e misurata che lo consigliava. Messina riconosce i due tratti essenziali di Lovracraft e Waterson, dando vita a una fantasiosa e suggestiva crasi in cui queste anime vengono intrecciate in una visione dinamica ed emotivamente coinvolgente.

Difficile, infatti, non rivedere nel rapporto tra Noah (ritratta non casualmente con una maglietta a righe simile a quella del piccolo Calvin) e Theon una versione più moderna e adulta della dinamica di Calvin & Hobbes. Un divertissement di Messina che diviene la scintilla vitale di una storia matura, capace di far emergere la personalità dei personaggi, in cui non si è obbligatoriamente puri, ma spesso si scende a compromessi, con tutte le conseguenze del caso.

L’impianto narrativo di 3keys è un esempio valido del principio del ‘come’ raccontare storie già note. Ridotto ai minimi termini, l’intreccio di Messina ha elementi già letti in altre opere, dal ciclo lovecraftiano a reminiscenze bonealliane come Gea o Jonathan Steel, ma l’intuizione dell’autore è la rielaborazione di questi concetti in una chiave attuale, in cui l’integrazione di altre tematiche, come l’ironica visione della percezione del mondo nerd, offrono una diversa prospettiva, dando al tutto una vivacità che trova una perfetta interpretazione visiva nei disegni di Messina.

3Keys per sua natura è una storia profondamente dinamica, che richiedeva una precisa definizione grafica. Messina su questo aspetto eccelle, mostrandosi un artista dalla mano decisamente felice. Basterebbe citare la perfezione della caratterizzazione di Noha, sinuosa e seducente senza mai esser volgare nei momenti più ‘normali’ della storia, capace di veicolare non solo sensualità ma anche fragilità e un’intimità emotiva magnetica. Messina gioca con la sua protagonista, la muove non solo nelle vignette, ma anche all’interno della tavola stessa, con una padronanza del racconto grafico impeccabile, vivace e mai banale, che infrange le regole di una rigida gabbia piegandole alla vivacità dei suoi protagonisti.

La muscolarità dei modelli di Messina è dettata dalla cura di piccoli dettagli anatomici, dalla movenze di elementi come i tatuaggi o dalla certosina cura dell’anatomia ferina di Teoh, che nelle scene di lotta mostra il suo tratto animalesco nonostante l’antropomorfia. Messina mostre perizia nel gestire queste peculiarità, inserendole in tavole che sfruttano con intelligenza verticalità e movimenti orizzontali per imprimere una cinetica convincente, accompagnando le gesta dei suoi eroi con una convincente percezione di spazio.

Il primo volume di 3Keys convince per la summa delle diverse caratteristiche di questo capitolo iniziale, che pur mostrando una parziale debolezza in termini di spunto iniziale, non tarda a far emerge un proprio carattere, dinamico e definito, che affascina e incuriosisce. Se a questo aggiungiamo il divertimento evidente di Messina nel dare vita a una serie di citazioni e riferimenti alla scena del fumetto nostrano, dalla presenza di volti noti nella fumetteria newyorkese o nel meandro finale, emerge come uno dei punti di forza di 3Keys sia la genuina passione di un autore nell’offrirsi ai propri lettori, condividendo un background comune spingendolo verso nuove direzioni.

Voto Recensione di 3Keys



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Graficamente coinvolgente; storia rapida e moderna; influenze ben gestite

Contro

  • Concept non particolarmente originale

Commento

l primo volume di 3Keys convince per la summa delle diverse caratteristiche di questo capitolo iniziale, che pur mostrando una parziale debolezza in termini di spunto iniziale, non tarda a far emerge un proprio carattere, dinamico e definito, che affascina e incuriosisce. Se a questo aggiungiamo il divertimento evidente di Messina nel dare vita a una serie di citazioni e riferimenti alla scena del fumetto nostrano, dalla presenza di volti noti nella fumetteria newyorkese o nel meandro finale, emerge come uno dei punti di forza di 3Keys sia la genuina passione di un autore nell’offrirsi ai propri lettori, condividendo un background comune spingendolo verso nuove direzioni.

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