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Dragonero - Il Ribelle: Gli dei dell'Arena, recensione di una storia di sangue e intrighi

Impegnato in un complicato di salvataggio, Ian incontrerà vecchie conoscenze e affronterà Gli dei dell'Arena, nel nuovo numero di Dragonero - Il Ribelle

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Impegnato in un complicato di salvataggio, Ian incontrerà vecchie conoscenze e affronterà Gli dei dell'Arena, nel nuovo numero di Dragonero - Il Ribelle

Il finale dello scorso numero di Dragonero – Il Ribelle, L’urlo della carne, ci aveva dato un indizio su quello che avremmo visto in Gli dei dell’Arena. La storia di marzo, infatti, prende le mosse dalle ultime tavole del precedente albo, in cui avevamo visto il nostro Ian, accompagnato dal fedele Gmor, intraprendere una pericolosa missione sottocopertura.

Prima di addentrarci nella vicenda de Gli dei dell’Arena, come consiglia giustamente Luca Barbieri, sarebbe ideale rileggere il quarto speciale di Dragonero, La principessa delle sabbie. Lettura che si può fare anche con il nuovo volume cartonato di Dragonero, dove viene riproposta a colori la storia disegnata magistralmente da Alessandro Bignamini.

In missione tra gladiatori e sotterfugi

Strutturare le avventure di Ian in modo che siano parte di un complesso flusso narrativo è una delle caratteristiche migliori di Dragonero. Nonostante i tanti cambiamenti subiti dall’Erondar e dallo scout, questi rimandi a momenti passati del personaggio contribuiscono a ribadire come il lavoro di Enoch e Vietti sia volto a costruire un mondo in evoluzione, in cui i personaggi siano parte di un meccanismo più complesso. La presenza ricorrente di figure più o meno vicine ai protagonisti è un buon modo per mostrare questo mondo in mutamento, come accade in Gli dei dell’Arena. Non dimentichiamo che l’Erondar non ruota attorno a Ian, ma è Ian a esserne parte (una parte importante, indiscutibilmente), il che significa che le popolazioni dell’Erondar hanno una vita propria, indipendente da quello scout. Ritrovare periodicamente volti noti è un’occasione per riallacciare vecchie trame, raccontare come queste vite siano proseguite, anche in relazione agli eventi accaduti nella trama principale.

Gli dei dell’Arena è un albo che sfrutta al meglio questa potenzialità. Non pago di avere orchestrato una trama che si colloca al meglio all’interno del nuovo panorama politico e sociale dell’Erondar, Luca Enoch intreccia gli eventi principali con una storia ‘verticale’, utile per rivedere due dei personaggi secondari più interessanti della saga di Dragonero.

Ausofer invia Ian e Gmor nel Vâchondàr, nei territori meridionali dell’Erondar. La missione segreta dei due ribelli è di riportare nel regno di Himyara l’ultimo erede al trono, dopo la morte dei due fratelli durante la Guerre delle Regine Nere. È un incarico estremamente delicato, visto che la Ribellione potrebbe giovare grandemente un appoggio così rilevante nella propria lotta alla teocrazia che governa l’Impero Erondariano.

Ian e Gmor si infiltrano come schiavi all’interno del circuito delle lotte gladiatorie, una delle attrazioni principali del Vachondar. I due amici sono costretti a prendere parte a questi sanguinosi scontri, per avvicinarsi a Sarkis, l’obiettivo della loro missione. Il tutto senza farsi scoprire, per evitare complicazioni che potrebbero rendere impossibile il raggiungimento del loro obiettivo, soprattutto per i sospetti di Kevork, il nano proprietario della scuderia di lottatori in cui si sono infiltrati.

La missione sembra proseguire per il verso giusto sino alla tradizionale serata in cui i ricchi esponenti dell’aristocrazia vengono ospitati nella scuola, dove possono interagire con i lottatori, considerati veri e propri idoli. Ospite della scuola di Kevork è il principe Majdy, accompagnato dalla moglie Abayomi e dalla sua ‘sposa di scudo e spada’, Gaëlig, due vecchie conoscenze del nostro Ian, che potrebbe mandare a monte la sua copertura.

Ma quanto può essere importante l’incarico affidato da Ausofer, se viene messa in gioca la vita di due amiche?

Un mondo in costante evoluzione

Un interrogativo che Enoch utilizza per creare una storia nella storia. L’autore della trama de Gli dei dell’Arena trova il giusto equilibrio per relazionare Ian con Abayomi e Gaëlig, puntando ancora una volta alla caratterizzazione dei personaggi come figli del loro ambiente culturale. Come viene spiegato ne Le cronache della Ribellione di Luca Barbieri e nella storia stessa, la relazione che si crea tra una protetta e la sua ‘sposa di scudo e spada’ spesso va oltre la missione di quest’ultima, dando vita anche un legame più forte, più intimo. Una relazione che può non essere compresa e generare gelosie, specialmente all’interno di mentalità più rigide e ancorate a valori fortemente tradizionali. Come già accaduto in altri aspetti del mondo di Dragonero, l’apertura verso diversi usi e costumi è parte integrante di questo mondo, con la libertà degli autori di trattare temi ancora complessi, come la libertà sessuale o l’omosessualità, in modo autentico e privo di preconcetti o strumentalizzazioni.

Enoch rende la relazione tra Abayomi e Gaëlig in modo delicato e appassionato. Pur non mancando un’attrazione fisica tra le due donne, è da apprezzare la cura con cui viene mostra l’aspetto più emotivo e tenero di questa complessa relazione. Sono tante le tenerezze e gli attimi di sincero amore tra le due protagoniste, ritratti in modo perfetto da Riccardo Latina.

Ovviamente, con un titolo come Gli dei dell’Arena non potevano certo mancare sangue e violenza. Anche lontano dai luoghi natii, il nostro Ian è costretto a districarsi tra intrighi e lotte. Enoch imbastisce una storia in cui i sotterfugi lasciano il giusto spazio ad attimi di azione, che siano lotte all’ultimo sangue o risse nei vicoli.

Anche in questo caso, Latina si fa trovare pronto. Negli scontri gladiatori si deve trasmettere tutta la violenza e brutalità di una lotta muscolare e spietata, che echeggi con le acclamazioni degli spettatori. Nelle tavole di Latina, specialmente in quelle inziali, si può apprezzare una buona caratterizzazione della passione per le lotte gladiatorie, dove al fianco delle vignette che ritraggono le prodezze dei lottatori si possono vedere le reazioni degli spettatori, tra scommettitori vincenti e delusione per un campione sconfitto. Spettacolare l’intensità dell’ultimo scontro, dove la trama di Enoch ci spinge a vivere un attimo di terrore autentico, che Latina ritrae con forza e attenzione al dettaglio, valorizzando tanto l’aspetto muscolare del momento quanto il suo pathos, lavorando con intelligenza su volti e posture dei protagonisti

Latina non manca di mostrare la propria precisione nella costruzione delle ambientazioni. L’architettura dell’oasi di Karmuti differisce significativamente dalla tipica impostazione dell’Erondar, specialmente negli interni. Latina interpreta al meglio questo dettaglio, ricreando ambienti e abbigliamenti che offrono la sensazione di trovarsi realmente in una cultura differente e dalla spiccata anima esotica.

Chi non manca di far respirare adrenalina e tensione è Gianluca Pagliarani, con una copertina che incarna al meglio l’aspetto più ferale e sanguinoso della trama de Gli dei dell’Arena. Il suo tratto crea un istante intenso e ansiogeno, quel momento prima di un attacco in cui i due avversari si studiano prima del colpo definitivo. Senza dimenticare l’ottima caratterizzazione degli spettatori, ritratti nella loro incontenibile ferocia. Su tutto, i colori sempre impeccabili di Paolo Francescutto, che con sensibilità al momento mostre una gradazione quasi sanguigna nel legno dell’arena ritratto nella parte alta della tavola di Pagliarani, creando un eco di violenza passata e promessa di sangue futuro.

Questo mese avrebbe dovuto esserci Cartoomics, la tradizionale rassegna milanese dedicata al mondo del fumetto, a cui Gli dei dell’Arena avrebbe presenziato anche in una edizione variant. Giustamente la fiera è stata rimandata, ma la Bonelli ha messo in vendita sul proprio store on line questo albo da collezione, che andrebbe acquistato insieme al volume La principessa delle sabbie, dove quel mostro di Bignamini viene ulteriormente impreziosito dai colori di Piky Hamillton.

Dopo il dovuto ringraziamento a Luca Barbieri per il suo sempre accogliente benvenuto nell’albo con le sue Cronache della Ribellione e il dovuto omaggio a Marina Sanfelice che dona voce ai protagonisti, salutiamo Ian dandogli appuntamento all’8 aprile, quando nelle edicole arriverà La voce della foresta profonda.

Dall'ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.

Voto Recensione di Dragonero - Il Ribelle: Gli dei dell'Arena



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia in perfetta continuità

  • - Ritmo narrativo ottimo

  • - Temi delicati trattati con eleganza

Contro

  • - Richiede la lettura de 'La principessa delle sabbie' per essere apprezzato al meglio

Commento

Gli dei dell'Arena è una storia fisica, ricolma di combattimenti, ma in cui trovano spazio intrighi ed attimi di pura emozione. Enoch orchestra un'ottima trama, valorizzata al meglio dai disegni di Riccardo Latina

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