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Dylan Dog Oldboy 6 | Recensione

È arrivato in edicola il sesto numero della nuova collana di Dylan Dog Old Boy e la bontà delle storie offerte al pubblico sono davvero di altri tempi.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

In sintesi

È arrivato in edicola il sesto numero della nuova collana di Dylan Dog Old Boy e la bontà delle storie offerte al pubblico sono davvero di altri tempi.

L’Oldboy è la nuova collana di Dylan Dog riservata a tutti coloro che non vogliono vedere cambiare l’indagatore dell’incubo, contrariamente a quanto avvenuto nella serie regolare. Che poi, cos’è realmente cambiato nella serie regolare? Ma soprattutto, serve davvero cambiare? Il sesto numero di questa serie curata da Franco Busatta offre due storie che, oltre a divertire come non accadeva da tempo, lascia in merito un concreto messaggio a tutti i lettori. Ve ne parliamo meglio nella nostra recensione.

Dylan Dog è ancora il caro “old boy” di sempre

Come nasce una storia di Dylan? Cosa pensano i suoi autori mentre lo disegnano? Sono domande pertinenti alle quali è davvero interessante, per il lettore, aver risposta. Abbiamo visto un approccio di questo tipo nel volume speciale cartonato Dylan Dog Diary e su Dylan Dog Talks e sfidiamo i lettori a non aver apprezzato.

L’Old Boy risulta essere arricchito proprio da questi inserti editoriali che sono dei veri botta-e-risposta tra il curatore e gli autori delle due storie. In questo albo vediamo appunto la partecipazione di Corrado Roi e Giancarlo Marzano autori della prima storia, mentre Nicola Mari e Giovanni Di Gregorio intervengono come autori della seconda. Un valore aggiunto davvero notevole.

Nella prima storia intitolata “Gli Esorcisti” assistiamo a un processo dove si scagiona un potente boss della criminalità organizzata di Londra. Ma misteriosamente, questo enorme soggetto (un energumeno che si è guadagnato il soprannome di “The Bear” appunto) viene posseduto da un’intera schiera di angeli… anzi da un coro! Con incentivi che hanno a che fare con le minacce di morte nemmeno troppo velate da parte della famiglia del gangster, sono chiamati a improvvisarsi “esorcisti” il nostro Dylan e una sua vecchia conoscenza. Liam il bugiardo vi dice nulla? In più, un altro personaggio noto si unirà all’allegra combriccola…

Giancarlo Marzano ha giocato tantissimo con l’ironia della circostanza ricreata, strappandoci anche diverse risate, e la cosa ancora più divertente è che in questa storia c’è davvero tutto di Dylan: orrore, incubi, possessioni, ironia, autoironia e humor nero. E a proposito di nero, per l’occasione, abbiamo in scena – anzi sulle tavole – il maestro delle ombre Corrado Roi, che ci delizia come sempre.

Passando a “Il mondo capovolto” scritta da Giovanni Di Gregorio e disegnata da Nicola Mari abbiamo per le mani una storia davvero “orrorofila” e molto più “dylandogofila”. Un Groucho che non spara freddure (già visto altre volte, come l’indimenticabile Lungo Addio), un Dylan osannato dai giornali e dalle televisioni, un Bloch violento che vuole tardare il più possibile l’arrivo della pensione e, per finire, un old boy (davvero) ciarlatano, amante dell’alcol e della carne… non vi sembra abbastanza per essere un vero incubo?

Le orribili circostanze che vi abbiamo anticipato fanno parte del “mondo capovolto” dove si risveglia il nostro Dylan, che vive un autentico incubo. Una storia che ricorda moltissimo “Dopo Mezzanotte”, un incubo ad occhi aperti che fa dubitare lo stesso Dylan della sua identità. Chi è veramente Dylan? E se il “vero” Dylan fosse l’esatto contrario di ciò che è sempre stato nella sua realtà? E qual è la vera realtà? Un mondo capovolto come uno specchio, con un riflesso che può contenere infinite declinazioni.

Una storia che ci ha divertito moltissimo e che, come la precedente, offre diversi richiami alle narrazioni storiche di Dylan (Attraverso lo Specchio e Dopo Mezzanotte n.d.r.) puntando anche al multiverso dylaniato protagonista soprattutto anche nella serie regolare. Le tavole di Nicola Mari si sposano alla perfezione con le atmosfere immaginate da Di Gregorio.

Un’ultima nota di merito è tutta per la cover dei fratelli Cestaro che omaggiando chiaramente la tela I Nottambuli (Nighthawks) del grande artista americano Edward Hopper, ci consegnano l’ennesimo capolavoro. Ma un poster/gigantografia come inserto? Lo avevano fatto col primo numero dell’Old Boy e, alla luce delle incredibili opere ospitate dalle copertine, non ci dispiacerebbe affatto poterle appendere sulle nostre pareti!

Conclusioni  

Il sesto albo della collana Old Boy è un vero e proprio modello della cultura dylandoghiana, che riesce a offrire, grazie ad alcuni dei suoi più grandi interpreti, due storie pregne di tutto ciò che ci ha fatto innamorare di Dylan in tutti questi anni. Incubo, ironia, situazioni impossibili, paradossi e cliffanger sono protagonisti assoluti e vengono distribuiti con originalità e fedeltà al personaggio.

Eppure, siamo nel 2021, la storia editoriale di questo fortunatissimo personaggio ha superato da un pezzo i trent’anni, interrogando più volte il suo editore e i suoi lettori sulla necessità di “svecchiare” il personaggio. Ebbene, storie come quelle consegnate nelle pagine di questo albo, dimostrano chiaramente che Dylan ha ancora tutto ciò che può piacere a tutti i lettori… basta dare sfogo alla giusta vena creativa.

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Voto Recensione di Dylan Dog Oldboy #6



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Due storie d’altri tempi che piaceranno soprattutto ai fan di vecchia data;

  • Le interviste agli autori sono eccezionali e molto apprezzate;

  • Roi e Mari in un solo colpo!

  • La cover dei Cestaro è da incorniciare

Contro

  • Nessuno

Commento

Dylan Dog Oldboy si conferma un appuntamento immancabile per tutti gli affezionati dell’indagatore dell’incubo, soprattutto quando racchiude storie di primissima scelta come quelle di questo mese. Prima “Gli esorcisti” che nonostante le ombre del maestro Corrado Roi e il tema della possessione angelica, ci hanno fatto ridere di gusto grazie all’ironia e allo humor nero tanto caro al nostro Dylan, mentre poi con “Il mondo capovolto” si viene imprigionati in una realtà che ne noi ne Dylan riusciamo a riconoscere: un vero incubo che ci ha rimandato ad alcuni grandi classici della storia editoriale di questo personaggio. Un numero imperdibile che chiarisce come siano necessarie storie di questo tipo per dare linfa vitale al personaggio, senza dover ricorrere a particolari stravolgimenti.

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Dylan Dog Oldboy #6