Koyoharu Gotouge Short Stories, la recensione delle opere pre-Demon Slayer

Koyoharu Gotouge Short Stories mette in mostra le storie originali realizzate prima dall'autrice di Demon Slayer. Ecco la nostra recensione del volumetto.

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a cura di Giovanni Arestia

In ogni ambito artistico ci sono alcuni autori che riescono ad acquisire una certa fama grazie ad un'opera divenuta particolarmente celebre. In questo caso stiamo parlando di manga capaci di vendere un gran numero di copie e di superare qualsiasi record tanto da creare un vero e proprio franchise riconoscibile in tutto il mondo. Spesso ci si chiede quali siano state le opere realizzate prima dell'exploit di successo, ma non sempre le risposte sono garantite facendoci rimanere per sempre col dubbio. Non è stato però il caso di Barrage (ecco a voi la nostra recensione), il precursore di My Hero Academia del mangaka Kohei Horikoshi e non è certamente il caso dell'opera oggetto di recensione: Koyoharu Gotouge Short Stories.

Si tratta un albo edito in Italia da Edizioni Star Comics, che racchiude le primissime storie autoconclusive e a tratti acerbe di, appunto, Koyoharu Gotouge, l'autrice della saga di successo Demon Slayer. Per chi non conoscesse quest'ultima, si tratta di un'opera ambientata in Giappone, nel periodo Taisho, che vede Tanjiro, il protagonista, impegnato nella ricerca di una cura per far tornare sua sorella nuovamente umana dopo essere stata trasformata in demone dagli assassini della sua famiglia. La saga è stata pubblicata sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha dal 15 febbraio 2016 al 18 maggio 2020 e ha, attualmente, venduto più di 80 milioni di copie in tutto il mondo.

Koyoharu Gotouge Short Stories: quattro storie diverse, un unico filo conduttore

Koyoharu Gotouge Short Stories, invece, è una breve opera composta da quattro storie autoconclusive che solo apparentemente risultano scollegate tra di loro. La prima di queste storie si intitola A caccia del cacciatore ed è una sorta di bozza primordiale di ciò che poi si sarebbe visto con Demon Slayer. Si parte dalla storia che mostra appunto degli omicidi ad opera di demoni e la presenza di un abilissimo cacciatore di demoni e si continua con il tratto artistico dell'autrice che appare sì incerto e acerbo, ma già inconfondibile. Questo breve racconto, inoltre, ci porta cronologicamente poco prima dell'era Taisho a metà con il periodo Meiji e ci permette di conoscere tre demoni molto importanti in Demon Slayer.

La seconda storia prende il nome de I fratelli Monjushiro, ma questa volta i demoni non sono presenti esplicitamente, bensì è la stessa società che viene vista come tale. Una società ingiusta, ma molto realistica dove i malvagi continuano i loro affari indisturbati e i buoni muoiono a causa loro. Il demone a sua volta può essere anche una persona fidata a cui ti affidi nel momento di sconforto, ma che alla prima occasione utile ti abbandona. Dentro ognuno di noi, però, secondo alcuni proverbi giapponesi, è presente un insetto che può essere allenato e sfruttato al proprio scopo, oppure inibito per tutta la vita. In questa storia sono presenti due assassini che sono riusciti ad allenare il proprio insetto e vengono assoldati dalla protagonista del racconto per uccidere l'omicida del padre.

Si continua poi con Rokkutsu, una storia molto inusuale e a tratti ambigua che ci porta all'interno dei sentimenti umani. In ognuno di noi è presente il sentimento della malizia che divora sia il proprio ospite, sia chi gli sta intorno. Bisogna saperlo controllare, ma se non si riesce nel mondo ci sono persone che possono vedere cose che altri non riescono a vedere che aiutano a sconfiggere la malizia. Queste vengono chiamate purificatori e il loro compito è quello di eliminare la malizia per salvare l'umanità e riempirla di gioia, compassione e amore. L'azione purificante non porta a loro alcun beneficio o ricompensa, ma la svolgono con l'unico obiettivo di fare del bene anche al costo della loro stessa vita. Nella storia, infatti, uno di questi purificatori è costretto a combattere contro una donna affetta da malizia e intenta a schiavizzare se stessa e chi le sta accanto.

L'ultima storia prende il nome di Haeniwa – Zigzag ed è un racconto di incantesimi, assassini e terribili maledizioni che si legano al concetto di solitudine. I protagonisti della storia sono messi faccia a faccia con sé stessi e con la costante paura di essere soli in questo mondo. Questa mini storia insieme a Rokkutso permisero all'autrice di convincere gli editor della rivista Weekly Shōnen Jump ad affidargli una serializzazione proprio con Demon Slayer.

Narrazione frenetica, ma dettagliata

Dopo una prima lettura è abbastanza evidente la grande mole di argomenti trattati nonostante la brevità delle storie. La narrazione è per ovvi motivi frenetica e vivace, ma la caratterizzazione dei personaggi e dei luoghi è inaspettatamente dettagliata e completa grazie anche alla presenza di flashback descrittivi. La tecnica narrativa è uguale per tutte e quattro le storie e consiste in una breve presentazione dei personaggi e degli eventi a loro legati e poi si passa immediatamente all'azione.

Questa a volte funziona e altre volte un po' meno, ma la stessa Koyoharu Gotouge ne è consapevole tanto da scusarsi, ad esempio, al termine di A caccia del cacciatore a causa della sua estrema velocità e confusione. In ogni caso i racconti sono intriganti e mai noiosi.

Tratto artistico ancora acerbo

Questa confusione è presente anche nello stile artistico il quale, nonostante risulti facilmente riconoscibile per il tratto fine di matita e per la pulizia espressiva, è molto acerbo e impreciso. Le scene di combattimento sono ricche di difetti, soprattutto nelle proporzioni fisiche dei personaggi  e nel cambio repentino del tratto che rende incoerente il passaggio dalle scene statiche alle scene cinetiche.

In compenso è possibile notare in molte tavole l'embrione stilistico sviluppatosi poi con Demon Slayer: linee sottili e precise rese grossolane in post scrittura per delineare i contorni. Queste donano una grande delicatezza al tratto rendendo realistiche anche le scene più fantastiche. L'espressività dei personaggi, infine, è il punto di forza di Koyoharu Gotouge tanto che a volte, nonostante la presenza di testi didascalici, si comprende un evento semplicemente guardando il viso dei protagonisti.

Il punto di vista editoriale

Dal punto di vista editoriale, Edizioni Star Comics è riuscita a confezionare un ottimo volume mantenendo anche le tavole originali senza esagerati lavori di correzione post-produzione. Trattandosi, inoltre, di un'opera celebrativa, la casa editrice l'ha arricchita con una galleria di bozzetti e una postfazione dell’autrice che descrive nel dettaglio quando le storie sono state scritte e alcuni dettagli di alcune citazioni.

Conclusioni

Al netto di piccoli errori ovvi data la natura del volume, si tratta di un'opera molto valida e interessante consigliata in particolar modo a coloro che amano esplorare i primi passi di un'autrice molto apprezzata. Le storie alternano momenti violenti, da momenti splatter e scene romantiche da scene ironiche e divertenti. In pochissime pagine si intravedono tutte le peculiarità di Koyoharu Gotouge sia artistiche che narrative. Insomma se volete un'introduzione ai demoni, anche come metafora, questo Koyoharu Gotouge Short Stories non va assolutamente perso.