Immagine di Malanotte – La Maledizione della Pantafa: indelebile come le leggende, recensione
Cultura Pop

Malanotte – La Maledizione della Pantafa: indelebile come le leggende, recensione

Marco Taddei e La Came firmano Malanotte – La Maledizione della Pantafa, graphic novel di Coconino Press che parla di tradizioni e orrore.

Avatar di Rossana Barbagallo

a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Malanotte – La Maledizione della Pantafa è il graphic novel horror di Coconino Press firmato da Marco Taddei e La Came.

Malanotte – La Maledizione della Pantafa è il titolo del graphic novel di Marco Taddei e La Came, pubblicato da Coconino Press. Suggestivo, profetico, quasi una sentenza di eterna, funesta oscurità, Malanotte è anche il nome del paesello protagonista di questa storia, abbarbicato alla montagna, alle tradizioni, all’idea di dover preservare a ogni costo un’identità entro le proprie minuscole mura. Tra tradizione, memoria e folklore, intrecciati agli elementi che compongono la leggenda popolare abruzzese della spaventosa Pantafa: un’entità capace di paralizzare gli individui nel sonno e rubare loro il respiro. Anche l’opera di Taddei e La Came è in grado di mozzare il fiato: una storia dalla potenza incontrastabile ambientata in un fittizio, piccolissimo borgo italiano, capace però di sintetizzare sentimenti, paure e orrori umani universali.

Il ritorno a Malanotte

Ernesto ha abbandonato Malanotte quando era ancora piccolo, trascinato via dal padre in fretta e furia, dopo che la loro casa è stata venduta improvvisamente e senza una spiegazione. Adesso Ernesto fa ritorno dopo molti anni per raccogliere racconti, usanze, tradizioni del paese che gli ha dato i natali e utilizzare queste preziose testimonianze per la sua tesi di dottorato. Armato del suo registratore, Ernesto parla con gli anziani del paese, che all’inizio sembrano ben felici di rispondere alle sue curiosità, e intanto stringe amicizia con Sara, che adesso vive in quella stessa casa che lui e il padre hanno abbandonato nel giro di una notte. Tra le registrazioni, però, ce n’è una che attira l’attenzione di Ernesto: il misterioso racconto della Pantafa, una donna che aveva vissuto anni prima tra i boschi di Malanotte, figura inquietante rifuggita dagli abitanti e chiamata così perché spaventava i bambini. La curiosità di Ernesto è alle stelle, ma le sue domande in giro per Malanotte in merito alla Pantafa non fanno che attirare su di lui l’avversione degli abitanti, mentre il giovane percepisce che qualcosa di sinistro si nasconde in quel racconto.

Un omaggio alle tradizioni, un ritratto della natura umana

Tra le ombre e i chiaroscuri delineati da La Came si annidano i giochi di luce e oscurità degli individui che popolano il borgo di Malanotte. È qui, tra le pagine di questo graphic novel, che viene fatto un realistico ritratto delle contraddizioni e della dualità umane, dipinto sui toni dark dell’orrore: un gotico italiano che si riappropria di leggende e folklore. Marco Taddei si affianca a La Came nel raccontare la tradizione e il passato, il senso di appartenenza e le suggestioni popolari, intrecciando una narrazione cupa a una cupa arte: due mondi che si incontrano in Malanotte – La Maledizione della Pantafa, generando una trama dolorosamente intensa, così potente nel suo delicato scrutare nell’orrore che può essere generato dall’uomo da rimanere impressa come un marchio.

A ispirare Taddei è il film Pantafa di Emanuele Scaringi, prodotto da Fandango, che racconta di quella creatura della notte che per tanto tempo ha popolato le leggende e che sembra giungere come una maledizione. Ma i riferimenti al folklore marchigiano e abruzzese, in questo graphic novel, sono molteplici: si dice infatti che la Pantafa paralizzasse le sue vittime nei loro letti (ne sa qualcosa Ernesto, quando si ritrova a fissare raggelato un’ombra accanto al suo letto) o che fosse lo spettro di una donna morta tra le nevi dei monti, ma a rimarcare il senso di appartenenza nostrana c’è anche l’uso frequente di dialoghi ed espressioni dialettali. Malanotte – La Maledizione della Pantafa è un vero folk-horror italiano, stratificato sapientemente utilizzando le memorie dei nostri avi, ma anche i sentimenti umani sempre troppo attuali.

Così, da un lato Malanotte – La Maledizione della Pantafa è un omaggio, una lettera d’amore a racconti e leggende misteriose che, nonostante vadano sgretolandosi nel tempo perdendo dei pezzetti che pochi ancora ricorderanno, non hanno ancora smarrito il loro fascino: l’inevitabile attrazione che possediamo per storie strane e antiche, soprattutto se sappiamo appartenenti alla nostra stessa identità. E questa lettera è scritta con rispetto e sensibilità, con il desiderio di conservare, proprio come fa il protagonista, il tesoro che alberga nella storia nostrana soprattutto nei più remoti meandri del paese. Anche quando a essere chiamati in causa sono gli aspetti più oscurantisti e reazionari di chi cerca di aggrapparsi con eccessiva ostinazione alle proprie radici. Perché dall’altro lato, Malanotte – La Maledizione della Pantafa è come dicevamo anche un ritratto della natura umana: intolleranza, bigottismo, omertà e ancora e ancora, che travalicano i confini di un minuscolo paesino di montagna, dove trovano tradizionalmente un terreno fertile per attecchire e rimanere saldi, per rispecchiare l’anima oscura che alberga nell’uomo anche quando crede di appartenere a una società più “civile” e aperta. A rimarcare la vicinanza dell’orrore a noi, alla nostra società, al nostro tempo (benché il graphic novel sia ambientato in un borgo degli anni ’70), l’attualissima tematica dell’aborto che si insinua tra le increspature di questa storia.

Malanotte – La Maledizione della Pantafa, in sintesi

Un tema bruciante che non possiamo fare a meno di sentie nostro, non solo per la sua estrema attualità, ma per i contorni reali che assume nel contesto del dibattito odierno in questa narrazione di finzione che rievoca con semplici sottintesi o immagini esplicite e spietate l’ostilità, l’arretratezza e l’idea che le proprie ideologie siano le uniche ad essere giuste per tutti. Malanotte – La Maledizione della Pantafa parla, insomma, dell’importanza di tradizioni e leggende antiche e di provare quantomeno a preservare ciò che ne resta, ma sa raccontare l’umana realtà del presente con un occhio attentissimo, sensibile e anche un po’ ironico (fa sorridere che a mettere in guardia Ernesto dalla gente di Malanotte sia un parroco che cerca di starne il più possibile alla larga).

Quando parlavamo poc'anzi del marchio indelebile che questo graphic novel riesce a provocare, ci riferivamo però anche alla potenza evocativa delle immagini di La Came: nel suo costruire l’architettura di Malanotte possiamo vederci dentro le case e le stradine del paesello in cui andavamo a trovare i nonni o gli zii; nel suo delineare i volti e il gesticolare degli abitanti, riconosciamo figure familiari; e nelle ombre che abbondano nelle sue tavole, non possiamo non perderci in neri vuoti di angoscia e sgomento che ci attirano come abissi in cui si nascondono spaventosi segreti.

In questo suo esordio con Coconino Press, La Came sa esattamente il fatto suo. Crea illustrazioni magnifiche, spesso stilizzate, ma dense e cupe quando serve, in grado di far raggiungere apici di orrore pietrificante: se quella della Pantafa potrebbe essere una leggenda riconducibile razionalmente a quella che oggi conosciamo come paralisi del sonno, la sua figura ricreata in queste pagine è davvero paralizzante, un’ombra fatta di puro terrore che ci tiene immobilizzati proprio come il povero Ernesto al suo letto. E quando guardiamo nella sua oscurità, rotta solo dal vuoto di un occhio morente o dal brillare di un orecchino considerato troppo vistoso, veniamo assaliti dalla paura, forse perché sappiamo che lì vi si celano segreti troppo terribili da scoprire o verità troppo difficili da accettare sulla nostra vera natura.

Voto Recensione di Malanotte – La Maledizione della Pantafa



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Un folk-horror tutto italiano, tra tradizioni e folklore...

  • - ...che parla tanto dell'importanza di preservarne i racconti...

  • - ...quanto dell'umana realtà che vi si cela, con risvolti orrorifici;

  • - Dolorosamente forte e intenso;

  • - Illustrazioni di La Came talvolta paralizzanti, come la Pantafa

Contro

  • - Nessuna nota da segnalare

Commento

Tra le ombre e i chiaroscuri delineati da La Came si annidano i giochi di luce e oscurità degli individui che popolano il borgo di Malanotte. È qui, tra le pagine di questo graphic novel, che viene fatto un realistico ritratto delle contraddizioni e della dualità umane, dipinto sui toni dark dell’orrore: un gotico italiano che si riappropria di leggende e folklore. Marco Taddei si affianca a La Came nel raccontare la tradizione e il passato, il senso di appartenenza e le suggestioni popolari, intrecciando una narrazione cupa a una cupa arte: due mondi che si incontrano in Malanotte – La Maledizione della Pantafa, generando una trama dolorosamente intensa, così potente nel suo delicato scrutare nell’orrore che può essere generato dall’uomo da rimanere impressa come un marchio.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Malanotte – La Maledizione della Pantafa

Malanotte – La Maledizione della Pantafa