Samuel Stern 27: Il Quinto Comandamento, recensione

In Samuel Stern 27: Il Quinto Comandamento un caro amico di Duncan deve compiere la difficile scelta se vivere o morire.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Nel corso delle avventure di Samuel Stern, il rosso viene chiamato in causa quasi sempre per soccorrere persone che lo coinvolgono solo in parte, spesso a lui sconosciute, ma stavolta ne Il quinto comandamento faremo la conoscenza di un pezzettino del misterioso passato di Duncan e di uno dei suoi più cari amici che adesso si ritrova a voler scegliere la morte, piuttosto che una vita di sola sofferenza. Apriamo dunque Samuel Stern 27, che ci regala una meravigliosa citazione de Il testamento di Tito di Fabrizio De Andrè (non solo rock nelle pagine del rosso) e con un imperativo che tutti conosciamo…

Samuel Stern, il quinto dice “non uccidere”

Che valore diamo alla vita rispetto a quello di un ideale? Questo mese le pagine di Samuel Stern 27 regalano una delle storie più importanti per il rosso, che mette in discussione alcuni dei temi più sensibili del nostro secolo: l’eutanasia. Un tema che farà vacillare le certezze religiose di Padre Duncan, particolarmente coinvolto in questa storia che racconta una piccola parte del suo passato, che ci rimanda nella Belfast del 1982.

Il protagonista della storia è Jerome Lanninster, uno dei più grandi amici di Duncan, con il quale condivideva un appartamento a Belfast negli anni della loro gioventù, un periodo fatto di studi e preghiera per il futuro prete, e di arte ma anche di ideali e lotta politica per Jerome. Purtroppo, proprio nel corso di una manifestazione dell’IRA, Jerome resta vittima di un colpo di pistola che gli farà perdere l’uso delle gambe e, in seguito, la sorte si accanisce su di lui con un ictus che lo renderà completamente tetraplegico.

Tornando ai giorni nostri, Jerome prende coscienza che ormai la sua non è più vita e decide di ricorrere al suicidio assistito. Ma la sua iniziativa troverà l’ostacolo della legge scozzese che non prevede l’eutanasia, e quello dei suoi cari, la figlia Lorette e il vecchio amico Duncan, determinato più che mai nell’osservanza del quinto comandamento.

Preso dallo sconforto, vorrebbe avere la forza di lanciarsi dalla finestra (il momento della scena è un po’ ambiguo), ma improvvisamente riesce a riprendere il controllo di braccia e gambe… miracolo o opera di un demone?

A questo punto della storia viene chiamato in causa Samuel Stern, che trovandosi davanti all’evidente azione di un demone, solleverà un importante dilemma: vita o morte? Una scelta che non prevede più la pratica dell’eutanasia, ma quella dell’esorcismo, che una volta praticato libererebbe il corpo di Jerome riconsegnandolo alla sua atroce esistenza, se non addirittura alla morte.

Dalla parte della morte

Samuel Stern e Duncan sempre più vicini, sempre più complici e la loro affinità si fa ancora più palpabile in questo albo. Restando in attesa di scoprire cosa li ha messi uno nel cammino dell’altro, Il Quinto Comandamento celebra, ancora una volta, questo duo perfetto, seppur a volte contrapposto. Questa storia ne è un chiaro esempio. I due non prendono la stessa posizione, essendo mossi da principi differenti, hanno idee divergenti che coinvolgono e invitano il lettore alla riflessione.

La storia messa in scena da Andrea Guglielmino appare molto complessa nel messaggio, eppure, al tempo stesso, fortemente lineare, mettendo insieme molteplici elementi perfettamente concatenati tra loro, regalando ai lettori una narrazione quasi impeccabile (solo il passaggio di Jerome e la finestra non è molto chiaro). L’autore si muove in un campo minato, dove in ogni passo ci sono tematiche pronte ad esplodere, come il suicidio assistito, l’etica religiosa e gli ideali politici, ma riesce a gestire tutto in modo completo, rispettoso e coinvolgente.

Inoltre, non mancano i colpi di scena, le rivelazioni e un finale che – dati gli elementi sparsi nella storia – potrebbe nascondere una triste verità. Ma preferiamo lasciare il condizionale e la libera interpretazione a ognuno di voi.

Le tavole de Il Quinto Comandamento sono rese da Annapaola Martello, con un tratto secco, semplice e dettagliato molto apprezzato, che ben si adatta alla narrazione di Guglielmino. Speriamo di rivederla nuovamente nelle pagine di Samuel. Mentre il trittico Piccioni, Di Vincenzo e Tanzillo restituisce ancora una volta un’ottima prova, con un Jerome ascendente…grazie all’intervento demoniaco. Molto azzeccato.

Samuel Stern 27: Il Quinto Comandamento si inerpica in una storia molto attuale, per nulla scontata e ben orchestrata, nonostante la spinosità dei temi trattati. Gli autori confezionano un albo che verrà sicuramente molto apprezzato dai lettori del rosso della prima ora, ma anche da chi si sta approcciando da poco a questo fumetto (anzi, se appartenete a questa cerchia, vi consigliamo la lettura del nostro speciale Chi è Samuel Stern? Ritratto del demonologo di Edimburgo), essendo abbastanza slegato dalla continuity accentuata nei mesi precedenti. Aspettando di conoscere qualcosa di più sui nostri protagonisti, non possiamo che chiedere ancora storie come questa.