Smallville: ripercorriamo la storia e l'influenza della serie in uscita su Prime Video

Smallville, una delle serie di supereroi più famose di tutti i tempi: ripercorriamone la storia e l'influenza sulla cultura moderna.

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a cura di Giulia Serena

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All'interno dell'universo delle serie tv sui supereroi, Smallville è certamente una delle più iconiche, e non solo perché si tratta della più longeva di sempre essnedo durata ben un decennio. Per dieci stagioni gli spettatori hanno seguito le vicende di un giovane Clark Kent nella strada per diventare Superman, e nonostante al giorno d'oggi ci sia una prolificazione di show sugli eroi, per molto tempo quello di Warner Bros. era l'unico sulla piazza.

Dopo esattamente 21 anni dal debutto, Smallville fa capolino a partire dal 20 ottobre su Prime Video, dove sarà possibile vedere tutte e dieci le stagioni (anche doppiate in italiano). Quale occasione migliore dunque per ripercorrere la storia e analizzare l'influenza della serie?

Smallville: ripercorriamo la storia e l'influenza della serie

Dove tutto è cominciato

La prima stagione di Smallville è uscita nell'ottobre del 2001, poco dopo la caduta delle Torre Gemelle, quando l'America mai come in quel momento aveva bisogno di un supereroe. Un caso? Sì, ma forse si trattava di un segnale che preannunciava il successo della serie. Warner Bros. aveva in realtà speso svariati anni cercando di sviluppare un film in live-action su Superman senza alcun esito, e il genere delle pellicole sui fumetti era in una situazione strana: Batman & Robin e Spawn erano stati un flop, mentre Blade e X-Men avevano convinto il pubblico.

Per quanto riguarda la televisione, i primi anni 2000 erano un miscuglio di titoli adolescenziali e un po' frivoli: basti pensare a Dawson's Creek, Buffy l'Amazzavampiri e Streghe. La serie Tollins/Robbins Productions venne in realtà pensata inizialmente per essere uno show sulle origini di Bruce Wayne, ma nello stesso periodo la Warner Bros. stava creando un film prequel di Batman, quindi non si voleva che ci fosse competizione tra i due progetti; ecco quindi che nacque l'idea di produrre un'opera focalizzata su Superman anziché sul Vendicatore: cosa sarebbe successo se l'infanzia di Clark Kent fosse stata incentrata nel modo in cui è arrivato sulla Terra, non pacificamente ma con un violento uragano che ha scosso l'intera città?

I creatori di Smallville decisero però di indirizzare la serie a un target più giovane rispetto a quello delle comuni opere sui supereroi e più vicino a quello degli show di successo di quegli anni, mostrando Clark Kent per chi era veramente e spiegando le ragioni per cui era diventato quello che tutti conoscevano. Dunque, niente calzamaglia, niente voli. Gli spettatori avrebbero amato il protagonista per essere sé stesso: la persona dietro il mantello.

E l'idea funziono alla grande: quando Smallville debuttò su The WB, segnò subito un record per la premiere più guardata di sempre sul nerwork, introducendo un giovane Superman a una nuova generazione e facendola innamorare immediatamente.

Una nuova versione del mito di Superman

Quindi, le persone cominciarono a guardare Smallville, ma cosa li tenne incollati allo schermo per dieci lunghi anni? La storia delle origini di Superman è una delle più famose nel panorama dei supereroi, ma la maggior parte degli adattamenti del tempo si concentrava principalmente sulla storia Criptoniana o sulla sua permanenza a Metropolis. Al contrario, il focus sull'adolescenza di Clark era sempre stato sorvolato: Warner Bros. colse dunque l'occasione perfetta per creare una storia unica.

Il pubblico sapeva benissimo che Clark sarebbe diventato Superman, ma la cosa divertente era scoprire i pezzi della storia dell'eroe sapendo che sarebbero diventati nevralgici nella sua età adulta: ad esempio, tutti sapevano che il protagonista e Lois Lane sarebbero diventati nel futuro anime gemelle, mentre al principio partono decisamente col piede sbagliato; al contrario, lui e Lex nella serie sono amici, mentre diventano col tempo arci-nemici. Nello spettatore si genera quasi una sensazione di ironia nello sapere già cosa succederà alla fine, e la cosa interessante è scoprire come Clark arriverà dal punto A al punto B.

Nonostante ciò, la serie si prende comunque la libertà di rimescolare elementi classici della storia di Superman, esplorando versioni differenti della criptonite e permettendo a Clark Kent di conoscere alcuni dei suoi nemici più famosi anni prima di diventare effettivamente Superman. C'è quindi un equilibrio perfetto tra elementi familiari del futuro del supereroe e pezzi unici delle sue origini, per il quale lo spettatore rimane interessato e coinvolto nella narrazione episodio dopo episodio, stagione dopo stagione.

Un supereroe umano

Una delle critiche mosse più frequentemente verso Superman è che è troppo perfetto, rendendo difficile identificarsi con lui. Il punto di creare una storia sulla sua adolescenza è che il personaggio non è nella sua forma ideale, anzi, il pubblico può seguire la crescita di Clark Kent fino a diventare il brav'uomo che tutti conoscono. Lo vediamo quindi lottare con la sua identità, ponderando chi è e chi vuole essere; assistiamo alla nascita — e alla rottura — di varie amicizie, e scopriamo cosa significa vivere la pubertà con dei superpoteri.

A questo proposito, mandare in onda il programma su The WB poi diventato The CW (e nel nostro Paese su Italia 1) aveva perfettamente senso. Ovviamente, Warner Bros. possedeva la DC Comics, ma il network dell'azienda era orientato ai giovani — così come i fumetti stessi. Il formato popolare della serie tv drama adolescenziale era ottimale per raccontare la storia del supereroe, dove si poteva creare il connubio perfetto tra le grandi emozioni tipiche di quella fase della vita e i superpoteri. Smallville dava modo ai teenager di connettersi con Clark Kent, scoprendo che diventare Superman non era per niente facile.

Un'introduzione all'universo DC

Smallville non solo ha introdotto il pubblico a una nuova versione di Superman, ma anche a altri personaggi come Lois Lane, Lex Luthor e tanti altri che i non-intenditori probabilmente non conoscevano. La serie ha infatti portato su schermo per la prima volta moltissimi villain classici come Metallo, Doomsday e Brainaic, e anche molti eroi dall'universo DC che fino a quel momento avevano vissuto solo nelle pagine dei fumetti.

Nel corso della serie Clark Kent conosce Freccia Verde, Zatanna, Aquaman, Black Canary, Cyborg, Stargilr e molti altri eroi. Un anno prima che Nick Fury accennasse agli Avengers alla fine di Iron Man, Smallville aveva introdotto svariati supereroi come la Justice League. Lo show di Warner Bros. aveva esposto svariati personaggi considerati "minori" a un pubblico molto più ampio, mettendoli al centro del mirino dell'interesse; la conseguenza?

L'influenza di Smallville nella cultura pop

Nonostante oggi ci sia una prolificazione di serie tv sui supereroi tra DC e Marvel, Smallville era praticamente l'unica nel decennio in cui è andata in onda. È quindi interessante analizzare come lo show abbia gettato le basi per il catalogo di oggi, e notare quanto poco opere come The Flash e Arrow abbiano cambiato il format che andava bene vent'anni fa, e che a quanto pare oggi ancora funziona.

In realtà, proprio Arrow non esisterebbe senza Smallville: dopo aver reso Freccia Verde un personaggio di spessore nella serie su Clark Kent, CW decise di creare un proprio progetto standalone incentrato sul supereroe, dando alla luce l'Arrowverse, un universo completamente a sé stante. Oltre a questa derivazione diretta, anche show come Gotham e Agents of the S.H.I.E.L.D., che all'apparenza non hanno niente a che vedere con Superman, molto probabilmente non sarebbero mai venute alla luce se non fosse per il primo titolo del 2001.

Smallville funzionava su un livello base grazie al cast e alla chimica presente tra gli attori — cosa rara da trovare nelle serie tv attuali —. Clark è effettivamente un eroe più dolce rispetto a molti di quelli che vediamo in televisione, ed è rimasto così per la maggior parte dello show (tranne le sue sporadiche liti con la Criptonite rossa). Tom Welling, nonostante non abbia fatto molto da allora, era il ragazzo di campagna perfetto, e ha mantenuto un aspetto di innocenza necessaria nel corso delle stagioni. Anche le sue due relazioni principali, Lana e Lex, hanno rappresentato un ingranaggio perfetto; soprattutto la seconda ha funto da cardine narrativo, formando un duo eroe/villain paragonabile solo a Batman e Joker.

Nella seconda stagione di Arrow vediamo lo sviluppo di una relazione simile a quella tra Clark e Lex con Oliver e Slade Wilson, mentre in The Flash ritroviamo il modello con Barry Allen e il suo mentore. Persino in Gotham c'è, in un certo senso, un parallelismo con il rapporto tra Jim Gordon e il Pinguino. Tutto questo è frutto dell'influenza di Smallville, ed è affascinante notare come le serie tv moderne abbiano delle tracce dello show nel loro DNA.

Le persone molto spesso sottovalutano Smallville solo per il suo target o per la sua età, ma si tratta di un titolo da recuperare assolutamente se non l'avete visto, e non solo perché rappresenta un modello da cui tutte le serie moderne sui supereroi hanno tratto spunto. La piccola città del Kansas in cui è ambientata ci ha insegnato cosa si potesse fare per uscire dagli schemi degli eroi in calzamaglia, ha dato l'opportunità agli amanti dei fumetti di esplorare personaggi che fino a quel momento non avevano avuto l'attenzione che meritavano e, soprattutto, ha dimostrato che gli show sui supereroi sarebbero stati il futuro.

La gente amava i supereroi, e voleva vederne di più. Oggi abbiamo l'imbarazzo della scelta tra serie "canoniche" come Arrow per la DC e Daredevil per la Marvel, ma ce ne sono anche tante fuori dal comune come The Boys, The Umbrella Academy e Jupiter's Legacy. Insomma, al giorno d'oggi siamo circondati dagli eroi, alcuni più stereotipati e altri meno, e non possiamo che esserne felici.