Stranger Things 4 Volume 1, recensione in anteprima

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Stranger Things 4 sta per arrivare su Netflix, più horror e più matura che mai, ma con le stesse atmosfere anni ’80, l’umorismo dei protagonisti e il cast magistrale che l’ha resa ormai un cult negli ultimi anni. La serie TV dei Duffer Brothers si spinge più in profondità negli orrori del Sottosopra, osa maggiormente, e nell’esplorare antri del terrore più adulti e spaventosi, segue anche l’evoluzione dei protagonisti che, dopo 3 anni dai primi eventi che li hanno uniti, si trovano ad affrontare le difficoltà della crescita, della maturità, della separazione. Stranger Things 4 è un prodotto che ha ancora tanto da offrire e poter vedere in anteprima su Netflix gli episodi del Volume 1 della serie, ci ha dato modo di sondare i risultati odierni di questo fortunato esperimento iniziato nel 2016 e ancora oggi, giunto alla quarta stagione, valido e mai deludente. Ecco come.

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Tra Hawkins e Lenora Hills

Sono trascorsi più o meno sei mesi dagli avvenimenti che, nella terza stagione di Stranger Things, hanno portato i nostri protagonisti lontani gli uni dagli altri. Divisi in due gruppi separati tra Hawkins, nell’Indiana, e Lenora Hills, in California, i giovani che abbiamo imparato a conoscere come un gruppo unito e affiatato soffre adesso non solo per la grande distanza (che divide anche coppie come Undici e Mike o Nancy e Jonathan), ma per le nuove compagnie, i turbamenti, le passioni, i disagi personali che allontanano anche gli amici che vivono nello stesso luogo. E mentre Undici si ritrova a dover essere forte, senza poteri e senza l’appoggio degli amici di sempre, contro i bulli che la tormentano a scuola, Max sta per fare la conoscenza del nuovo orrore che è fuoriuscito dalle ribollenti crepe dimensionali di Hawkins per compiere una carneficina.

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Il nuovo pericolo che si insinua nelle vite degli abitanti di Hawkins, ribattezzato Vecna dai protagonisti, uccide in maniera brutale alcuni giovani del posto e la prossima vittima designata potrebbe essere proprio Max. Ma l’idea di un culto satanico interno ai giovani della cittadina, votato a compiere sacrifici rituali, si fa strada nelle menti degli abitanti che avviano una vera e propria caccia alle streghe contro l’Hellfire Club, una compagnia di giocatori di D&D di cui anche Dustin, Mike, Erica e la new entry Eddie fanno parte. La minaccia giunta dal Sottosopra farà sì che le forze degli amici vengano unite ancora una volta, nonostante la distanza, per contrastare la fine della vita come la conosciamo, mentre qualcuno, in un luogo ancora più lontano e remoto, necessita dell’aiuto di Joyce e Murray: l’ex capo della polizia Jim Hopper, detenuto in una prigione segreta in Russia.

Stranger Things 4 Volume 1: preparatevi ad avere paura

Nell'impostazione originale che ha sempre caratterizzato Stranger Things fin dal suo esordio, la serie TV dei Duffer Brothers combina horror, fantascienza e avventura, senza dimenticare umorismo e drammi personali, all'interno di un'ambientazione anni '80 che ricalca sapientemente l'epoca, oltre che nelle scenografie, nei costumi e nella colonna sonora, anche nell'ampio utilizzo di citazioni e easter eggs relativi a elementi caratterizzanti di quel periodo. Pur mantenendo tale impianto in maniera fedele all'innovatività di una serie a cavallo tra I Goonies, X-Files e IT, Stranger Things 4 supera mirabilmente sé stessa, si migliora e raggiunge traguardi che probabilmente non erano ancora stati sperimentati con le stagioni precedenti.

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In questa nuova struttura salta all'occhio immediatamente, ad esempio, la volontà di rendere Stranger Things 4 più horror. Le morti violente causate in circostanze simili allo spiritico, le atmosfere rese ancor più cupe e ansiogene, lo stesso Vecna con il suo aspetto spaventosamente umanoide e la facoltà di comunicare (rispetto alle creature che lo hanno preceduto): l'insieme concorre a creare un clima terrificante e più votato all'orrore paranormale causato da una presenza pressoché demoniaca, incanalandosi maggiormente nella cinematografia di genere. Non è un caso che in questa stagione venga introdotta la retorica del satanismo, culti, sacrifici rituali. Benché come pubblico possiamo intuire che la mostruosità scaturita dalla dimensione alternativa di Hawkins non abbia a che vedere con tali pratiche, ogni elemento è collocato in modo da suscitare il sacro terrore di qualcosa appartenente al mondo dei demoni e degli spiriti, di una figura infernale capace di tormentare i protagonisti attraverso la dimensione del non-visto in maniera blasfema e perversa nella sua crudeltà.

È chiaro qui che l'approccio dei Duffer Brothers a Stranger Things 4 - dalla scrittura, alle scenografie, alla CGI - possiede un'impronta più matura e audace, in grado di osare senza temere di mostrare "di più". Risulta leggermente ridondante il modus operandi di Vecna, che agisce qui più come un serial killer che come una creatura capace di infliggere qualsiasi tipo di atroce sofferenza, tuttavia la nostra opinione si basa al momento sulla visione di Stranger Things 4 Volume 1 (in uscita il 27 maggio), pertanto resta da vedere se sarà resa nota una spiegazione fondata di quanto visto finora. La maturità che accompagna l'impianto più votato all'horror di quanto sia mai stato fatto finora, viaggia poi sullo stesso binario relativo alla crescita personale dei protagonisti, i quali affrontano qui irrimediabilmente i disagi che sorgono sul percorso verso l'età adulta.

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C'è chi capisce di voler mettere al primo posto la propria realizzazione personale, anche a costo di sacrificare amicizie e amori; c'è chi viene messo di fronte all'importanza di prendersi le proprie responsabilità, anche se ciò significa deludere chi ci sta accanto e soffrire; e ancora, c'è chi invece deve imparare dolorosamente a venire a patti con il lutto, la perdita e l'importanza di comunicare i propri sentimenti e il proprio dolore. Una rosa di personaggi che non sono solo cresciuti fisicamente (d'altra parte sono trascorsi 6 anni dal primo episodio di Stranger Things!), e la serie ha dimostrato di sapersi adeguare perfettamente al trascorrere del tempo ponendo i suoi protagonisti su percorsi evolutivi verosimili, credibili e privi di ingenuità.

Stranger Things funziona ancora?

La risposta alla domanda "Stranger Things è ancora un prodotto valido, una volta giunto alla sua quarta stagione?", è sicuramente "Sì". Abbandonata definitivamente l'idea che la serie Netflix potesse aver esaurito i suoi contenuti con le stagioni passate, Stranger Things 4 si mostra efficace, capace di esporre nuovo materiale pur rimanendo fedele a sé stessa. Lo spirito di sempre, infatti, non è stato accantonato e riteniamo che ciò sia ammirevole: non è semplice crescere ed evolversi senza perdere dei pezzi lungo la strada, tuttavia i Duffer Brothers non cedono e la loro "creatura" è ancora in grado di sorprendere senza privarsi delle caratteristiche che finora l'hanno resa unica. In questo contesto si colloca ad esempio la capacità di inserire l'umorismo nonostante tutto, che ritroviamo nei dialoghi tra Dustin e Steve o tra Joyce e Murray, ma soprattutto nella new entry della stagione, ovvero Argyle (Eduardo Franco), il nuovo amico di Jonathan costantemente strafatto, tanto che i due potrebbero sembrare due novelli Cheech and Chong.

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Nonostante poi i protagonisti siano ormai tutti divisi in gruppi più o meno sparsi per il mondo, il caratteristico spirito avventuroso à la Goonies non manca mai, cosa che soprattutto il gruppo di Mike, Will, Jonathan e Argyle dimostra di possedere nei propri rocamboleschi piani volti a risolvere il mistero. In questo mix di humor, avventura e terrore, gioca sicuramente un ruolo fondamentale la colonna sonora: con una vibe immancabilmente anni '80 compone fiati comici e avventurosi nelle sequenze che coinvolgono il gruppo californiano di Will e Mike; note elettroniche misteriose e fantascientifiche quando si tratta di mostrare le vicende di Undici; archi e scricchiolii sinistri per il gruppo rimasto a Hawkins costretto a fronteggiare direttamente gli orrori di Vecna. Non mancano ovviamente anche hit del periodo, incastrate sincronicamente con determinate sequenze in modo da creare suspense ed emozioni senza precedenti. Non è però tutto un cliché, una parodia o una caccia costante al trito stereotipo: Stranger Things 4 riesce ancora una volta a ricreare fedelmente le atmosfere di un'epoca pur rimanendo, nonostante ciò, innovativa e coinvolgente.

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Difficile rimanere lontani dai guai, a Hawkins (e adesso anche a Lenora Hills), tuttavia resta da capire come i genitori dei giovani protagonisti non abbiano ancora imparato, dopo tutto questo tempo, a verificare che i propri figli siano al sicuro, dato che pare sia sempre del tutto normale per essi assentarsi da casa anche per giorni interi. Con buona pace della sospensione d'incredulità. Siamo però clementi con Stranger Things 4, che al netto di poche, piccole sbavature nella scrittura, regala un prodotto di qualità grazie anche a un cast che si riconferma eccezionale. Millie Bobby Brown è una Undici perfetta nella sua lotta contro emozioni e ricordi, in quel di Lenora Hills; Sadie Sink è la sua controparte di Hawkins che riesce a interpretare invece una Max dall'animo così profondamente ferito da essere quasi in caduta libera verso il baratro; così come David Harbour gioca il ruolo del prigioniero, straniero in terra straniera, che nulla avrebbe da invidiare a Steve McQueen. Nel complesso, comunque, la rosa dei protagonisti è al suo meglio, trovando anche nei nuovi acquisti (Jamie Campbell Bower, Eduardo Franco e Joseph Quinn) delle ottime scelte di casting. Non dimentichiamo, infine, Robert Englund: smessi i panni del terrificante Freddy Krueger, esegue un'interpretazione da pelle d'oca nonostante il breve minutaggio in scena, dall'interno di una cella che non può essere altro che una citazione a Il Silenzio degli Innocenti.

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Come accennato, Stranger Things 4 Volume 1 sarà disponibile sul Netflix dal 27 maggio con la sua prima parte, il Volume 1, mentre il Volume 2 sarà mandato in streaming a partire dall' 1 luglio. La scelta di dividere la serie in due parti deriva non solo dalla presenza di 9 episodi totali, ma dalla durata di ciascuno, che risulta qui ampliata rispetto alle precedenti stagioni. Se è vero che questo si traduce in alcune sequenze stiracchiate, allungate e diluite fino a diventare ridondanti, è pur vero anche che su una sceneggiatura simile non sarebbe stato possibile fare altrimenti: i Duffer Brothers si prendono il loro tempo per raccontare la loro storia e donarle profondità e tridimensionalità, e questo è più che apprezzato. Benché la nostra recensione si basi quindi al momento solo sui primi 4 episodi della stagione, siamo sicuri comunque nell'affermare che l'hype per l'arrivo di Stranger Things 4 è più che giustificato e anche i più scettici non rimarranno delusi da questi primi episodi che dimostrano già come la serie Netflix abbia ha saputo rinnovarsi pur mantenendo la sua sostanza.

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