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Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema: la recensione

Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema è il secondo volume della spietata spy story firmata da Aleš Kot. Ve ne parliamo nella nostra recensione.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Zero è un fumetto che non si smentisce neanche stavolta, catapultandoci dentro a una spy story anticonvenzionale che ci cattura sondando le profondità oscure dell'animo umano (e grazie ad una buona dose di combattimenti spettacolari). Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema è il secondo volume del fumetto firmato da Aleš Kot, di cui vi raccontiamo nella nostra recensione.

Aleš Kot prosegue il viaggio all'interno del passato di Edward Zero, attraverso un'immersione nello spietato e freddo mondo dello spionaggio, ma anche e soprattutto nell'animo umano alla ricerca di sè stesso, di un'identità reale. Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema è il secondo volume della spy story edita da SaldaPress che ci racconta di Zero, delle sue missioni e di come le sue azioni abbiano contribuito in qualche modo a mutare il volto del mondo, proseguendo il lungo flashback narrato dallo stesso agente segreto da dove lo avevamo interrotto nel primo volume.

Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema uscirà il 19 novembre, tuttavia forniamo qui un assaggio di ciò che attende i lettori con la nostra recensione. Vi diamo già un indizio: non rimarrete delusi nemmeno stavolta.

Dove sono finiti i cavalli?

Nel primo volume di Zero firmato da Aleš Kot e illustrato da cinque diversi artisti, avevamo assistito alle prime fasi del racconto dell'omonimo agente segreto che, ormai invecchiato, ripercorreva i momenti salienti della sua esistenza: il durissimo addestramento cui è stato sottoposto fin dalla tenera età insieme ai compagni Mina e Robert; le missioni sul campo durante la giovinezza; la perdita di Mina in un incarico che prevedeva l'uccisione del più pericoloso terrorista al mondo, Ginsberg Nova.

Il fumetto intitolato Zero Vol. 1 – Emergenza si era concluso con la perdita di un occhio da parte di Edward Zero, mentre si trovava in Brasile per una missione, sottoposto quindi successivamente ad una serie di test da parte dell'Agenzia volti a valutarne la sanità mentale e l'effettiva operatività sul campo. È a questo punto che Roman Zizek, responsabile delle operazioni e suo mentore, gli aveva rivelato un orribile segreto: l'Agenzia stava coprendo la verità su un agente patogeno che pian piano stava contaminando l'umanità. Un segreto cui pare che Zero abbia preso parte, a giudicare dalle battute finali.

In Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema il racconto si apre con una missione che conduce Zero presso il CERN, dove pare che un gruppo di terroristi abbia preso possesso del complesso scientifico: qui l'agente segreto incontra nuovamente una sua vecchia conoscenza, Ginsberg Nova, intento a varcare quello che ha tutta l'aria di essere un portale dimensionale, non senza aver rivelato prima la sua vera identità e aver fornito a Edward alcune importanti informazioni.

In seguito, Zero si ritrova a dover scegliere se continuare a stare dalla parte di Roman Zizek, suo mentore, o se prendere le difese di Sara Cooke, direttrice dell'Agenzia, la cui vita è messa in grave pericolo. Quale che sia la sua decisione, il destino dell'agente segreto è segnato e sarà costretto a disertare il suo ruolo per fuggire in terre straniere, costruendosi una nuova vita ed una nuova identità. Non manca un doloroso flashback sulle sue reali origini che farà luce su alcuni aspetti rimasti oscuri fino a ora, come la vera identità dei suoi genitori.

Un permanente stato di emergenza

Aleš Kot non si smentisce e prosegue la linea adottata nel primo volume di Zero, afferrando con brutalità l'attenzione del lettore e trascinandolo con forza all'interno di una spy story anticonvenzionale, che indaga la natura umana sondandone i meandri più oscuri. Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema conferma, infatti, ciò che era stato presentato nel primo capitolo: non abbiamo a che fare con un agente segreto dallo sguardo accattivante e gli innumerevoli gadget tecnologici ad aiutarlo, ma con un uomo addestrato ad obbedire ciecamente agli ordini che lentamente viene divorato dal tormento di non sapere chi sia realmente.

È una ricerca della propria identità che passa attraverso sangue e morte, ma soprattutto attraverso la presa di coscienza da parte di Edward Zero di aver costruito il proprio Io su fondamenta cedevoli, sulle menzogne, le mezze verità e le verità taciute, da parte di chi avrebbe dovuto rappresentare per lui un punto di riferimento. L'autore, Aleš Kot, ci dà uno spintone all'interno dell'umana consapevolezza di essere talvolta un mero strumento nelle mani di altri e lo fa ancora una volta per mezzo di un racconto disturbante, brutalmente reale in certi passaggi, affilato come un coltello. Leggere questo fumetto significa quindi assistere all'umanità messa a nudo nonostante i tentativi di nasconderla dietro la fredda canna di una pistola.

Non mancano le scene action dal carattere fortemente dinamico ed esplosivo, in cui è possibile assistere all'abilità senza eguali di Zero nel momento in cui c'è da menar le mani. Tuttavia, rispetto al primo volume, troviamo qui nel complesso un'atmosfera dal ritmo meno incalzante, incentrata più sui dialoghi e sulle riflessioni che amplifica ulteriormente quella che diventa sempre più un'introspezione del protagonista, deciso ora più che mai a tracciare da solo la propria strada. Di grande impatto, poi, i flashback che interessano Zizek e Cooke, passando attraverso la loro relazione clandestina che dà modo di sfociare su considerazioni inerenti in questo caso all'amore: impossibile, leggendo le riflessioni di Roman Zizek, non pensare a come esse si applichino anche alle esperienze vissute finora da Zero specialmente nel primo volume, soprattutto quando leggiamo:

L'amore... è una grande sventura. È un parassita, un permanente stato di emergenza che rovina tutto.

Non sarà questo, forse, il "cuore del problema"?

Altri cinque autori

Analogamente al primo numero di Zero, uscito in Italia con SaldaPress, Aleš Kot viene affiancato in Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema da cinque illustratori che curano altrettanti capitoli per mezzo dei loro stili personali. Si tratta di una scelta coraggiosa che anche stavolta, tuttavia, conferisce al fumetto una carica fortemente originale e d'impatto, in cui ogni stile grafico si adatta alla materia narrativa di ciascun capitolo.

Il volume si apre quindi con Collettori di Cavalli, disegnato da Vanesa R. Del Rey: un capitolo in cui si snoda di fronte ai nostri occhi la missione di spionaggio al CERN, con un tratto spesso e grezzo che sembra essere stato tracciato da un pastello per mostrarci gli aspetti salienti dei fatti. Le illustrazioni sono qui talvolta delineate grossolanamente lasciando parlare più i colori che le forme vere e proprie: risaltano così il verde, le macchie di rosso e l'azzurro, utilizzato qui principalmente per le sequenze che interessano il grande portale su un altrove ignoto che richiamano alcuni titoli sci-fi di rilievo, come Stargate per ciò che riguarda il freddo occhio spalancato su un'altra possibile dimensione, o Blade Runner nel momento in cui vediamo l'origami di un cavallo realizzato da Nova.

La particolarità di Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema sta nel passare poi da un estremo all'altro con grande naturalezza. Il settimo capitolo intitolato Kali Yuga è illustrato infatti da Matt Taylor, il quale ci racconta di una missione in Messico che vede coinvolti Zero e Zizek, attraverso l'uso di forme dal tratto sottile, pulito, prediligendo forme geometriche regolari e sequenze talvolta ridondanti in cui a fare la differenza sono determinati dettagli. È uno stile che indubbiamente crea la giusta associazione con la freddezza e la spietatezza del contesto, arricchito da un colpo di scena che risulta così maggiormente inesorabile: una giustizia crudele e implacabile che porta il nome di Edward Zero.

Il capitolo otto di questo volume è curato invece da Jorge Coelho e porta il titolo di La Vergogna come Fattore Scatenante della Violenza. Il fumetto sembra proseguire così in maniera armoniosa attraverso le illustrazini di Coelho che, al pari di quelle di Taylor, sono caratterizzate da linee regolari, forme e corpi ben delineati anche nelle scene più action; qui la narrazione è forse meglio rappresentata grazie a sequenze che sembrano richiamare lo stile cinematografico, con splash page piuttosto azzeccate e parti illustrate come se potessimo semplicemente "udirle" benché prive di qualsiasi tipo di onomatopea. Un lavoro decisamente ben fatto che rappresenta forse la punta di diamante di questo volume.

Questo continua poi con il capitolo 9, Marina, illustrato stavolta da Tonči Zonjić. L'artista si dedica qui ad un drammatico flashback sul passato di Roman Zizek che apre ad una dura riflessione sugli innumerevoli stupri subiti dalle donne durante la guerra in Bosnia, lasciando parlare immagini se vogliamo ancor più minimal di quelle dei colleghi. Il risultato funziona: non è necessario realizzare troppi dettagli, concentrarsi su particolari superflui, basta poco per comunicare sgomento e dolore attraverso l'espressione di un volto, un primo piano sugli occhi dei personaggi, suscitando un intenso pathos.

Infine, Michael Gaydos conclude Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema con il suo decimo capitolo intitolato Chi ti ha Parlato dell'Esistenza di Questa Stanza?. Il cerchio si chiude così com'era iniziato fornendoci un capitolo che, analogamente al primo, fa proprio l'utilizzo di un tratto spesso, duro e marcato. Qui, tuttavia, le illustrazioni sembrano essere maggiormente curate e dettagliate, benché si faccia largo uso di ombre e chiaroscuri. L'attenzione è rivolta in queste sequenze alla nuova, inaspettata vita di Zero come cuoco in Islanda e, anche in questo caso lo stile adottato si rivela vincente, soprattutto nella delineazione dei tratti di Edward che appare qui come se fosse invecchiato di colpo: un uomo maturo forgiato dalla morte e dal dolore che egli stesso ha procurato nel corso della sua carriera da efficiente macchina da guerra. Una macchina intenzionata adesso a ribellarsi ai suoi creatori; una macchina in grado di piangere e provare pena per la crudeltà cui sono destinati nel mondo gli altri e sè stessa.

Voto Recensione di Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Una spy story come non se n'erano mai viste: azione e riflessione nelle giuste dosi;

  • - Un'indagine sulla natura umana che sonda le sue profondità più oscure;

  • - Non mancano alcuni riferimenti sci-fi e colpi di scena mozzafiato;

  • - Cinque stili diversi di illustrazione di grande impatto ampiamente azzeccati

Contro

  • - Talvolta alcuni disegni possono risultare un po' grossolani nell'economia generale del fumetto

Commento

Amiamo Zero, amiamo Aleš Kot e amiamo l'originalità di questa spy story così spietatamente reale, che mescola combattimenti esplosivi, profonde riflessioni sull'animo umano e la ricerca di sè, oltre che ad un pizzico di fantascienza che non guasta mai. Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema prosegue da dove ci eravamo lasciati con il primo volume e lo fa approfondendo l'introspezione di Edward Zero senza perdere i toni adottati finora. La scelta coraggiosa di illustrare ogni capitolo secondo lo stile di cinque artisti diversi si rivela ancora una volta originale e vincente. Lunga vita a Zero!

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Zero Vol. 2 – Il Cuore del Problema