Intel Core i5, esperimenti di overclock

Analizziamo il comportamento in overclock dei processori Intel Core i5.

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a cura di Patrick Schmid

Spremere il Core i5

La presentazione della piattaforma Intel LGA 1566 è stata un successo, sia per l'accoglienza da parte della stampa online che degli utenti. Nei nostri articoli iniziali ci siamo occupati dell'analisi del processore e della piattaforma tecnologica, così come delle prestazioni con i videogiochi. In questo articolo diamo uno sguardo alle capacità di overclock di un Core i5 retail.

Fino a quanto ci riusciremo a spingere il nuovo processore? Qual è l'impatto del Turbo Boost? Quanto salgono i consumi con la frequenza più elevata? Abbiamo le risposte a queste domande.

Articoli sulla piattaforma Core i5 a oggi:

P55: il nuovo BX?

BX è un termine usato - e abusato - per identificare una piattaforma o chipset che ha il potenziale per diventare uno standard di fatto e dominare rispetto ai diretti concorrenti. BX nasce dal chipset 440BX, ideale abbinamento alla seconda generazione di Pentium II e scelta più popolare del tempo, malgrado diversi altri chip migliori sulla carta, grazie alle notevoli capacità di overclock. Per questo motivo il BX ha fatto scuola per gli anni a venire.

La vicenda del BX è più attuale che mai, perché ci sono ancora molti utenti disposti a passare ai quad-core - e probabilmente a Windows 7 - che usano processori Pentium 4, Pentium D, Athlon 64 / X2 o persino la prima generazione di processori Core 2. Il Core i5 è una delle migliori opzioni attualmente disponibili, specialmente per gli utenti con ambizioni di overclock.

La questione è: la piattaforma P55 ha il potenziale per essere un nuovo BX? Sì e no. D'altra parte, Intel si concentrerà sul socket LGA 1156 per diversi anni, anche se il pinout e le specifiche elettriche potrebbero essere transitorie. Da quanto sappiamo, la piattaforma può durare fino al 2011, ospitando tutti i processori Westmere a 32 nanometri.

Ci sono alcune novità che, tuttavia,  la piattaforma P55 non integra: la prima è l'USB 3.0; la seconda è la SATA con bandwidth a 6 Gb/s. Lo standard SATA più veloce avrà un impatto sensibile solamente sugli SSD e le soluzioni eSATA che controllano dischi multipli attraverso un collegamento esterno, mentre l'USB 3.0 sarà un must-have, poichè la maggioranza degli hard disk esterni è limitata a una velocità di trasferimento dati pari ai 30 MB/s dell'interfaccia USB 2.0.