Emulatori Nintendo Switch sfrattati da Discord, gli avvocati di Nintendo fanno paura

Dopo la causa milionaria di Yuzu, molte piattaforme si stanno affrettando a rimuovere gli emulatori Nintendo per evitare problemi simili.

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a cura di Marco Silvestri

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Discord ha recentemente preso delle misure drastiche contro le comunità che promuovono emulatori per Nintendo Switch, specificamente Suyu e Sudachi, procedendo con la chiusura dei loro server. Tali azioni hanno portato anche alla disabilitazione degli account dei principali sviluppatori dietro questi progetti. Tentativi di ottenere chiarimenti da Discord su queste decisioni estreme sono stati infruttuosi, lasciando molte domande senza risposta.

Secondo Discord, l'azione intrapresa contro i server legati a Suyu e Sudachi è stata dettata dalla necessità di conformarsi alle richieste legittime e legali del Digital Millennium Copyright Act (DMCA) e da un'ingiunzione giudiziaria specifica che ordinava la rimozione di tali materiali. Discord afferma di aver agito in linea con tali direttive.

Tuttavia, gli sviluppatori di questi emulatore hanno ricevuto solamente messaggi vaghi riguardanti la violazione dei diritti di proprietà intellettuale, senza specifiche dettagliate. Questo solleva dubbi sulla trasparenza del processo di Discord e sulla sua conformità alle proprie politiche, specialmente considerando che la regolamentazione sui diritti d'autore e sulla proprietà intellettuale di Discord non prevede l'eliminazione immediata o il ban permanente dei server alla prima infrazione.

La vicenda è strettamente collegata a quanto successo di recente con Yuzu, altro emulatore per Nintendo Switch finito al centro di contestazioni legali da parte di Nintendo culminate in un accordo che, tuttavia, non trasferiva a Nintendo i diritti del codice sorgente di Yuzu, distribuito sotto licenza GPL v3. Gli sviluppatori di Suyu e Sudachi hanno cercato di modificare ulteriormente il codice nel tentativo di evitare problemi legali con Nintendo.

Nonostante gli sforzi, esiste la possibilità che nei server Discord in questione si condividessero chiavi crittografiche di Nintendo, firmware o addirittura giochi piratati, sebbene sia difficile verificarlo con i server ora inaccessibili. Discord non ha fornito dettagli sulle accuse specifiche di pirateria software o su eventuali prove che giustificassero un'azione così drastica.

Tolleranza zero

La situazione si complica ulteriormente considerando che le richieste di rimozione per violazione del DMCA sono di solito incentrate sul contenuto piuttosto che sulle persone o sui gruppi di persone. Secondo la politica di Discord, una richiesta di rimozione valida deve includere una descrizione precisa del contenuto ritenuto infrangente e la sua localizzazione, affinché possa essere presa un'azione mirata. La reazione di Discord in questo caso sembra stravolgere questo approccio, agendo con una de-platforming generale degli emulatore in questione.

Nonostante le incognite, bisogna riconoscere che le piattaforme come Discord non sono obbligate a ospitare contenuti che non desiderano, principio che trova riscontro anche in azioni simili intraprese da altre piattaforme digitali, come ad esempio GitHub che ha recentemente rimosso un emulatore per Nintendo Switch per evitare guai legali. La questione principale rimane nella mancanza di trasparenza e nella possibile deviazione da procedure stabilite e aspettative della comunità di sviluppatori e utenti.

Suyu e Sudachi hanno subito un duro colpo. Alcuni sviluppatori di Suyu hanno scelto di allontanarsi dal progetto a causa di tensioni interne e dell'atteggiamento problematico percepito nelle leadership dando vita a nuove iniziative indipendenti. D'altra parte, lo sviluppatore di Sudachi ha espresso l'intenzione di continuare a lavorare sui suoi progetti nonostante le avversità.

Nel frattempo, Nintendo prosegue nella sua campagna contro gli emulatori e gli strumenti correlati, promuovendo azioni legali e richieste di rimozione anche per software che facilitano l'accesso alle chiavi di crittografia dei dispositivi, dimostrandosi fermamente intenzionata a proteggere i propri diritti di proprietà intellettuale in modo aggressivo.