Perplexity porta ufficialmente su Android il suo browser basato sull'intelligenza artificiale, Comet, ampliando la disponibilità della piattaforma appena due settimane dopo l'apertura dell'accesso anticipato. L'iniziativa si inserisce in un panorama sempre più affollato di soluzioni che integrano l'AI nei browser web, un settore che sta vivendo una rapida evoluzione dopo anni di sostanziale stagnazione dominata da Chrome e Safari. Con Comet, l'azienda punta a dimostrare che l'intelligenza artificiale applicata alla navigazione web può avere senso pratico, a differenza di molte implementazioni forzate che stanno caratterizzando il mercato consumer.
Il browser è ora disponibile gratuitamente sul Play Store, segnando un cambio di strategia rispetto al lancio della versione desktop avvenuto all'inizio dell'anno. Inizialmente, infatti, Comet richiedeva un abbonamento Premium a Perplexity per l'accesso, barriera che è stata completamente rimossa per favorire l'adozione della piattaforma. La mossa riflette probabilmente la necessità di costruire rapidamente una base utenti in un segmento dove colossi come Google e Mozilla mantengono posizioni dominanti.
La caratteristica distintiva di Comet su Android risiede nel supporto vocale completo per l'interazione con Comet Assistant, l'assistente AI integrato nel browser. Gli utenti possono interrogare vocalmente il sistema riguardo ai contenuti delle schede aperte, richiedendo sintesi di pagine complesse o analisi incrociate di più tab contemporaneamente. L'assistente è progettato per fornire non solo risultati, ma anche trasparenza sul processo di ragionamento utilizzato per generare le risposte, un aspetto che potrebbe aumentare la fiducia degli utenti nelle capacità del sistema.
Le funzionalità dell'assistente vanno oltre la semplice ricerca. Il sistema può aiutare a individuare prodotti allineati con specifiche esigenze dell'utente, condurre ricerche dettagliate su argomenti complessi e persino generare quiz interattivi su contenuti che l'utente sta studiando. Si tratta di un approccio che tenta di trasformare il browser da strumento passivo di fruizione a partner attivo nell'elaborazione delle informazioni, un salto concettuale non dissimile da quello che gli assistenti vocali hanno cercato di realizzare nel contesto mobile.
Dal punto di vista delle funzionalità tradizionali, Comet non trascura gli elementi basilari che caratterizzano un browser moderno. La piattaforma integra un sistema di blocco degli annunci robusto capace di filtrare pubblicità invasive e pop-up, rispondendo a un'esigenza sempre più sentita dagli utenti mobili, dove l'esperienza di navigazione è spesso compromessa da elementi pubblicitari aggressivi. L'integrazione nativa di queste funzionalità, senza necessità di estensioni di terze parti, rappresenta un vantaggio competitivo in un ecosistema Android dove Chrome non offre supporto nativo per estensioni di blocco.
L'architettura di Comet si basa evidentemente sui modelli linguistici di Perplexity, che l'azienda ha sviluppato posizionandosi come alternativa ai motori di ricerca tradizionali. L'approccio conversazionale all'informazione, dove l'AI sintetizza contenuti da multiple fonti fornendo risposte dirette invece di semplici liste di link, viene ora esteso all'intera esperienza di navigazione. Resta da vedere se questa integrazione profonda dell'AI rappresenti un valore aggiunto reale o risulti ridondante per utenti che già utilizzano assistenti separati.
La tempistica del lancio pubblico su Android è significativa: arriva in un momento in cui tutti i principali attori del settore stanno sperimentando l'integrazione dell'AI nei browser, da Microsoft con Edge e Copilot, a Google che sta potenziando Chrome con Gemini, fino a Opera che ha implementato funzionalità simili già da mesi. Perplexity si trova quindi a competere non solo sul fronte dell'efficacia tecnologica, ma anche sulla capacità di differenziarsi in un mercato che rischia la saturazione di proposte analoghe.