I pieghevoli di Samsung rappresentano senza dubbio un traguardo ingegneristico notevole, con miglioramenti annuali che portano riduzioni di spessore e peso sempre più marcate. Eppure, nonostante l'indiscutibile fascino futuristico del Galaxy Z Fold, una serie di limitazioni tecniche strutturali ne frenano l'adozione di massa.
Due in particolare emergono fra l'utenza come ostacoli concreti per chi utilizza intensivamente uno smartphone: il comparto fotografico ridimensionato rispetto ai flagship tradizionali e un'autonomia che non tiene il passo con le aspettative.
Il problema principale del Galaxy Z Fold riguarda l'assenza di un sistema di zoom ottico paragonabile a quello dei modelli Galaxy S Ultra. Mentre la serie Ultra di Samsung integra teleobiettivi periscopici con ingrandimenti significativi e stabilizzazione ottica avanzata, i dispositivi pieghevoli rimangono fermi a configurazioni fotografiche più contenute. Indubbiamente la camera principale del Fold7 non ha nulla da invidiare a quelle principali della serie Galaxy S25, ma per chi vuole scatti a lunga distanza le differenze non sono trascurabili. trascurabile.
L'autonomia rappresenta il secondo tallone d'Achille dei pieghevoli Samsung. Il Galaxy Z Fold è rimasto ancorato a una batteria da 4.400 mAh per diverse generazioni consecutive, una capacità che oggi appare inadeguata per dispositivi con due schermi ad alta frequenza di aggiornamento. La stagnazione è tale che persino il Galaxy Z Flip7, lo smartphone a conchiglia decisamente più compatto, si avvicina pericolosamente al fratello maggiore con i suoi 4.300 mAh.
Sia chiaro non è un dispositivo che richiede costantemente di essere collegato alla corrente per permettere di arrivare a fine giornata, ma indubbiamente in situazioni di uso intensivo (che poi sono gli scenari in cui il Fold7 dovrebbe brillare), gli utenti che optano per il foldable per avere le proprie necessità coperte da un device pensato prettamente per chi lavora in mobilità si trovano fra le mani un dispositivo che fatica a coprire l'intera giornata.
Nemmeno il nuovo Galaxy Z TriFold, che porta la capacità a 5.600 mAh, riesce a ribaltare la situazione in termini di autonomia effettiva. Samsung dichiara per questo dispositivo appena 17 ore di riproduzione video continua, una cifra inferiore alle 24 ore certificate per il Galaxy Z Fold7 nonostante la batteria più capiente. Il dato evidenzia come l'aumento di capacità venga neutralizzato dal consumo aggiuntivo del terzo pannello.
La corsa alla sottigliezza, pur meritevole dal punto di vista ingegneristico, potrebbe aver creato vincoli strutturali difficili da superare. Ridurre gli spessori in modo così aggressivo lascia inevitabilmente meno spazio interno per batterie più capienti e per sistemi fotografici più complessi, in particolare per i moduli teleobiettivo periscopici che richiedono profondità significative per ospitare l'ottica ripiegata.
Il paradosso dei dispositivi pieghevoli risiede nella loro proposta di valore: dovrebbero sostituire più dispositivi contemporaneamente, offrendo versatilità superiore senza compromessi. Nella pratica, i foldable di Samsung richiedono ancora alcuni compromessi rispetto ai flagship tradizionali della stessa azienda, che non tutti sembrano essere pronti ad accettare.
Il problema principale, però risiede nel costo percepito di questi dispositivi. È vero che un foldable dovrebbe raggruppare al suo interno due, o più, dispositivi, ma per il cliente finale resta la concezione di "pagare di più per ottenere di meno", e fino a che questa sensazione non verrà del tutto appianata da un minor numero di compromessi, il rischi è che i foldable continueranno a guadagnare quote di mercato in maniera più lenta di quello che ci si aspetterebbe da dei device così futuristici.