Destroy All Humans! | Recensione: il ritorno dei Furon

Ci siamo gettati in uno dei remake più attesi dell'estate: ecco cosa ne pensiamo del nuovissimo rifacimento di Destroy All Humans!

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

A provare a scaldare questi ultimi atipici giorni di luglio è Destroy All Humans!, remake tanto inatteso quanto gradito di un titolo magari non conosciutissimo, ma rimasto nel cuore di tutti i fortunati che hanno potuto provarlo nel corso del tempo. Con il chiaro intento di ridare lustro alla saga e di tastare il terreno per un’eventuale rinascita del franchise, THQ Nordic e Black Forest Games hanno quindi deciso di riproporre il primissimo Destroy All Humans! in una veste grafica scintillante, con tanto di tutta una serie di migliorie per render ancor più appetibile il primo tassello dell’epopea dedicata all’impero alieno Furon.

Una riproposizione su cui non abbiamo potuto fare a meno di mettere le mani in anteprima, analizzandone a fondo pregi e difetti e cercando di comprendere come potesse rendere al giorno d’oggi un titolo irriverente e vecchia scuola come Destroy All Humans!

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Alla conquista del pianeta Terra

Per i neofiti del titolo o per coloro la cui memoria a riguardo è oramai sbiadita, Destroy of Humans! racconta con una trama dai tratti irriverenti e a volte demenziali dell’inizio dell’invasione del pianeta terra da parte dell’impero Furon. Una conquista nata come risposta alla scomparsa di Crypto-136, sfortunato clone Furon finito nelle mani degli orgogliosissimi Stati Uniti d’America negli anni ’50, e che ci porterà a portare panico e distruzione sul suolo americano. Nei panni di Crypto-137, altro clone dell’impero Furon, saremo quindi chiamati a intrufolarci tra la civiltà umana, esplorando una manciata di location, tra cui l’Area 42 e Capitol City, chiare riproposizioni in chiave umoristica di rispettivamente l’Area 51 e Washington D.C..

Come facilmente prevedibile, l’aspetto narrativo fa però da mero involucro all'esperienza complessiva del titolo e lascia il passo all’incredibile verve ironica che contraddistingue Destroy All Humans! dall’inizio alla fine. Impossibile difatti rimanere impassibili dinnanzi alle innumerevoli e folli trovate degli sviluppatori, con situazioni fuori di testa, dialoghi tanto allucinanti quanto geniali e colpi di genio che ci strapperanno ben più di una risata durante le circa 5 ore di gioco richieste per completare il titolo.

Una longevità quindi non certo eccelsa, ma che è fortunatamente allungabile in due differenti modi. Oltre alla campagna principale, piatto forte dell’esperienza di cui parleremo maggiormente a breve, Destroy All Humans! ci permette sia di tornare nei luoghi precedentemente visitati, per raccogliere qualche collezionabile lasciato indietro o più semplicemente per darsi banalmente all’annientamento di qualche insediamento umano, che di imbarcarci in qualche semplice missione aggiuntiva, che ci chiederà ad esempio di rapire tot. persone o distruggere abbastanza edifici in un tempo prefissato. Il tutto all’interno di 6 differenti location, che verranno rese disponibili con il proseguire della storia e saranno quindi successivamente esplorabili in tutta libertà.

Destroy All Humans!: tra vecchio e nuovo

Per quanto riguarda la campagna, invece, se avete già giocato all’originale Destroy All Humans! l’intera esperienza vi saprà da già visto, essendo stata presa di forza e trasportata in questo remake con il più classico dei copia incolla. Certo, c’è una missione in più, ma per il resto è tutto esattamente come ce lo ricordavamo: obiettivi, paesaggi, snodi della narrazione e persino i dialoghi. Il che, ci teniamo a dirlo, non è per forza di cose un male, ma se avete ancora fresco in mente l’episodio originale della saga non troverete nulla di nuovo sotto tale punto di vista da questo remake.

Anche sul piano del gameplay Destroy All Humans! è praticamente indifferente dall’opera originale, con il titolo che ci farà destreggiare tra momenti action, in cui daremo libero sfogo all’arsenale alieno, ad altri più stealth, in cui la discrezione sarà la priorità assoluta. A venire in nostro soccorso sono fortunatamente i numerosi poteri che l’impero Furon ci metterà a disposizione per adempiere ai nostri compiti, come ad esempio telecinesi, ologrammi e, ovviamente, una lunga serie di armi varie. Proprio in tali abilità è possibile trovare qualche piccola novità non presente nel titolo originale, come ad esempio la tramogrificazione che ci permetterà di tramutare oggetti in proiettili, ma si tratta alla fine dei conti di nulla di troppo corposo.

Il tutto funziona abbastanza bene e riesce a divertire, anche se emergono fin da subito alcune criticità. Il sistema di gioco, infatti, è ancorato a dettami del passato e non riesce a prendere giovamento da tutta quella serie di piccoli accorgimenti che abbiamo visto nell’ultima decina abbondante di anni. I comandi sono quindi talvolta confusionari e più di una volta ci è capitato, ad esempio, di far esplodere la testa di un ignaro cittadino quando eravamo intenzionati “solamente” a leggerne il pensiero. Altro punto critico è poi la presenza di fin troppi poteri, alcuni dei quali si sono rivelati più che trascurabili nel corso delle nostre avventure con l’impero Furon. Un gameplay, quello del remake di Destroy All Humans!, alla fine dei conti funzionale, quindi, ma che avrebbe assolutamente necessitato di una maggior limatura per risultare meno stantio e più adatto al periodo storico attuale. Nulla di incredibilmente negativo, capiamoci, ma Destroy All Humans! avrebbe solo che beneficiato di un po’ di cura in più sotto tale punto di vista.

Alle fasi a piedi nei panni di Crypto-137 di cui vi abbiamo parlato finora, si vanno poi aggiungere delle sezioni in cui saremo chiamati a guidare nientepopodimeno che un disco volante e potremo letteralmente mettere a ferro e fuoco le varie ambientazioni del titolo. Purtroppo, tali fasi a comando di un ufo sono le meno riuscite dell’opera e il feedback che ci verrà restituito non è dei migliori. Sebbene tutto sommato gradevoli, infatti, tali sezioni non riescono a rendere il senso di libertà che ci si aspetterebbe da una situazione simile e si rivelano un semplicistico riempitivo dell’esperienza core del titolo.

Aspetto tecnico

Chiosa finale su quello che è il vero protagonista di questo remake di Destroy All Humans!, ossia il rinnovato impianto grafico alla base dell’opera di Black Forest Games. Come avrete potuto osservare dalle immagini presenti in questa recensione, tutte catturate nella versione PC del gioco in 2K e con dettagli ad ultra, il passo avanti fatto dal 2005 è incredibile e riesce a sorprendere su diversi livelli. Texture, numero di poligoni e effetti particellari sono infatti di buon livello e riescono a rendere ancora più accattivante il titolo. Gli edifici, inoltre, sono completamente distruttibili e anche se la resa scenica delle loro esplosioni è premeditata, è innegabile come il tutto sia di gran effetto. Se cercavate l'esperienza originale di Destroy All Humans! ma in una veste grafica al passo coi tempi, non esitate quindi ancora oltre: questo remake è esattamente quello che stavate cercando.