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Gun Gun Pixies Recensione, piccole aliene alla conquista della Terra

Gun Gun Pixies ci cala nei panni di due piccole aliene impegnate a carpire i segreti dell'umanità spiando le adolescenti nella loro vita di tutti i giorni.

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a cura di Alessandro Palladino

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Gun Gun Pixies è l’ennesima fatica di PQube, Idea Factory e Compile Heart, compagnie che solo dal nome dovrebbero ricondurvi a uno scenario giapponese fatto di belle e formose ragazze anime dall’età quantomeno dubbia. Seguendo la tradizione delle loro opere e scalzando via titoli più recenti dal taglio serio come Dragon Star Varnir, Gun Gun Pixies si pone come il nuovo titolo strambo e pervertito tipicamente orientale, dove il giocatore si ritroverà in una storia d’azione, mutandine in piena vista e vestiti strappati.

Classici elementi del genere ecchi che tentano ancora una volta di rinnovarsi e portare nuove frontiere immaginative ai suoi amatori, coinvolgendo alieni di ridotte dimensioni e un dormitorio pieno di belle ragazze. Ma, come scopriremo, a volte un fornito catalogo di intimi e scene osé proprio non basta per riuscire a non far calare prematuramente il sipario sull’idea di base.

Proiettili Felici per corpi tristi

Come ogni titolo di questa caratura, la trama ha una premessa tanto semplice quanto inspiegabilmente efficace: una razza aliena di piccolissima statura si ritrova a dover fronteggiare una crisi sociale per via del fatto che, sul loro pianeta, ogni abitante è così triste e depresso da non ricercare alcun contatto con il prossimo. Per risolvere questo inspiegabile fenomeno di isolamento – che in un certo senso si pone come una velata denuncia alla società giapponese – due giovani cadette vengono mandate sulla Terra per osservare i comportamenti umani e testare le loro reazioni quando sono sottoposti a stimoli positivi di tipo fisico.

Per svolgere questo compito Bee-tan e Kame-pon, le due protagoniste extraterrestri, utilizzeranno le loro armi per colpire i punti “deboli” delle gigantesche umane. E fin dalla prima scena di tutorial capiremo che tipo di reazioni e bersagli dovremo aspettarci, vedendo glutei e petti come la massima aspirazione per la nostra azione benefica. Il tutto, se svolto correttamente, farà entrare le ragazze in uno stato di estasi segnalato da una versione più pudica e family friendly della famosissima “ahegao”, di cui vi lasciamo il piacere della scoperta terminologica.

Un tripudio di fanservice nudo e crudo che ci vedrà sgattaiolare nelle stanze (e nei bagni) di giovani ragazze ascrivibili ai più classici stereotipi del genere, come le immancabili sorelle affiatate, la formosa quanto ingenua ragazza tutta acqua e sapone, la nerd rinchiusa nella stanza e la tsundere onnipresente. Anche le due aliene, nonostante siano fuori dai canoni terrestri, hanno comportamenti che possiamo dire di aver già visto, ma essendo praticamente l’una l’opposto dell’altra la chimica funziona abbastanza bene da renderle un duo molto divertente e azzeccato. Soprattutto quando Bee-tan si dimostrerà essere una pervertita senza freni, lasciando a Kame-pon il compito di redarguirla con la sua fredda serietà militare.

Gun Gun Pixies è quindi incentrato principalmente sul suo umorismo sporco e sull'anima da rubacchiotto, curandosi di essere anche molto citazionista in modi inaspettati, come quando il comandante della nostra unità ricalcherà Terminator con il suo occhio rosso, o quando dovremo sparare a Neptunia di Hyperdimension Neptunia, considerando che la sua doppiatrice presta la voce anche a Bee-tan. Alle volte però, PQube ci sorprende con guizzi di tematiche abbastanza serie che estraniano parecchio dal fondo del gioco, come quando nelle prime missioni scopriamo che Ayano – una delle occupanti – ha smesso di mangiare per dimagrire. Oppure quando si approfondiscono i rapporti tra le due sorelle del dormitorio e la loro famiglia, o quando vengono illustrate più a fondo le dinamiche del pianeta natale.

Spunti che poi, alla fine dei conti, non costituiscono per nulla una trama coerente ma che quantomeno ci mostrano uno sforzo verso una concretezza più corretta nella descrizione dei problemi di un adolescente medio, rendendo il rapporto con queste ragazze vagamente più spesso di uno basato solamente sulla loro visione in intimo. Al netto di tutto questo e di un cast abbastanza vasto, Gun Gun Pixies non offre però nulla di nuovo sotto al sole, riconfermandosi come un semplice slice of life fantascientifico devoto alla carne e alla sua osservazione da tutte le possibili angolature, cercando sempre il modo più estremo e ridicolo per mostrarci tutte le curve delle belle eroine. Per quanto tenda ad accattivare gli occhi dell’appassionato medio, l’evidente sfumatura di spessore dietro la caratterizzazione merita quantomeno una sottolineatura di lode, considerando che forse è l’elemento più di nota in dei dialoghi ridotti veramente all’ossatura più spicciola.

Tesoro, mi si sono ristrette le loli

Oltre all’immancabile parte da visual novel dove si svolge tutta la narrazione appena descritta, Gun Gun Pixies prende il suo nome proprio dalle fasi da sparatutto in terza persona che costituiscono la grande fetta dell’esperienza di gioco. Vestendo i panni di una delle due fatine a nostra discrezione, con tanto di personalizzazione dei costumi, armi e completi intimi davvero succinti, dovremo andare di stanza in stanza svolgendo obiettivi che vanno dal colpire il corpo delle ragazze al cercare oggetti sparsi per le loro cose private.

I livelli sono abbastanza ristretti e, come intuibile, presentano una navigazione in una sorta di versione gigante delle tipiche abitazioni da dormitorio giapponese, scadendo però in un design decisamente ripetitivo e poco navigabile per via delle ridotte dimensione. Le ragazze saranno quasi sempre in pigiama o in intimo (o peggio) e vagheranno per la stanza facendo cose casuali e mettendosi in pose al limite della pubblica decenza. In tutto questo dovremo cercare di non farci notare o sentire attraverso delle piccole meccaniche stealth discretamente studiate, sparando nel momento giusto e riempiendo la barra di “colpi” che si attribuisce a ogni zona del corpo.

Oltre alle ragazze, dovremo occuparci di eventuali altri fattori che disturberanno il quieto avanzamento delle missioni, come le emozioni negative che prendono letteralmente vita dal loro corpo o i calamari che aggiungono il tag “tentacoli” al già ampio catalogo di fantasie. Se verremo danneggiati da quest’ultimi perderemo pezzi del nostro costume fino al classico game over, perciò è imperativo riuscire a difendersi ed evitare di farsi distrarre troppo dalle generose curve, ricorrendo ad alcune zone di recupero sparse per la stanza. Anche le munizioni andranno raccolte a mano, costringendoci a dover venire a compromessi con meccaniche di salto inaccurate e superfici tremendamente difficili da raggiungere.

Non farsi sviare dalle forme sontuose durante il parkour casalingo sarà abbastanza difficile in Gun Gun Pixies: il titolo di PQube possiede infatti un’eccellente tratto estetico, regalando dei modelli 2D e delle scene da galleria molto invitanti e ben realizzate. Non è infatti inusuale vedere questo innalzamento qualitativo in produzioni del genere, specialmente se si considera che dietro Gun Gun Pixies ci sono titoli di discreto fascino come Our World is Ended, Punch Line! e World End Syndrome, nonostante si parli di team di sviluppo diversi sotto le stesse bandiere delle compagnie chiamate in apertura. Il lato 3D si conferma come discreto e senza particolari punti degni di lode, rendendo quantomeno l’esperienza su Nintendo Switch  fluida per la maggior parte del tempo, sia sul grande schermo che in modalità portatile, anche se difficilmente potrete giocare Gun Gun Pixies fuori da un luogo estremamente privato.

A prescindere dalla sua natura puramente visiva, la formula di gameplay funziona nella sua semplicità, facendo quello che deve senza troppi fronzoli o pretese. La personalizzazione ha tutte le opzioni che ci si aspetterebbero da un gioco del genere e il loop delle quest, insieme alla campagna, rende l’esperienza ben ritmata e gestibile anche in breve sessioni disimpegnate, a patto che si abbia dimestichezza con l’inglese data l’ovvia assenza di localizzazione italiana. La ristrettezza degli ambienti e un design delle missioni univoco trasforma l’avventura delle due aliene in una routine abbastanza ripetitiva, specialmente se poi si deve combattere con una serie di controlli e condizioni forse eccessivamente ristretti.

Su Nintendo Switch in particolare, il gioco avrebbe potuto usufruire del giroscopio per il meccanismo di mira, costringendo gli utenti a giostrarsi forse troppo con l’analogico in sua assenza a fronte di un reticolo tutt’altro che preciso. Per fortuna però, i bersagli di Gun Gun Pixies saranno abbastanza grandi e formosi da non richiedere chissà quale capacità da cecchino.

Voto Recensione di Gun Gun Pixies - Nintendo Switch


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Fanservice di qualità a non finire

  • - Idea originale e divertente

  • - Gameplay semplice e intuitivo accoppiato a un design da visual novel riuscito

  • - Tanti sbloccabili, tra cui i famosi occhiali a raggi X.

Contro

  • - Livelli monotoni e ripetitivi

  • - Controlli scomodi nella navigazione della stanza

  • - Spunti di trama più seri trattati con superficialità

Commento

Gun Gun Pixies è un’esperienza che diverte per la sua leggerezza e fanservice. Non portando nulla di nuovo all’interno del settore più ecchi, si limita a elaborare la sua idea e a completarla il meglio possibile, utilizzando come maggior punti di forza un’art direction ben studiata e un ritmo di gameplay semplice ma efficace. Purtroppo la mancanza di uno vero spessore narrativo, un level design scomodo e una certa ripetitività evidente lo rendono un prodotto mirato quasi esclusivamente all’imperdibile appassionato della filosofia osé di PQube e Idea Factory/Compile Heart, perdendo l’occasione di poter sfruttare al meglio l’originalità dell’idea di base.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Gun Gun Pixies - Nintendo Switch

Gun Gun Pixies - Nintendo Switch