Il PC è il modo perfetto per preservare i videogiochi

Parliamo tanto di preservazione dei videogiochi, ma forse non ci siamo accorti che il PC è la piattaforma che ha già raggiunto l'obiettivo.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Di preservazione dei videogiochi oramai si parla da un bel po' di tempo, ma in realtà questo problema sembrerebbe riguardare solamente le console. Già, perché ciò che è accaduto nella giornata di ieri ci ha dimostrato ancora una volta come il PC in realtà sia praticamente "immune" dalla possibile perdita dei vecchi videogiochi.

Cos'è successo, di preciso? Semplice: su Steam è comparso Wolfenstein: Enemy Territory. Si tratta di un gioco multiplayer ambientato nell'universo di Wolfenstein che ha debuttato 19 anni fa, ed è solo l'ennesimo caso di un vecchio videogioco che trova nuova vita dopo essere stato aggiunto su Steam. A portarlo sul client Valve ci ha pensato Bethesda Softworks e la notizia ancora migliore è che non c'è bisogno di pagare per giocarci. Il titolo è infatti free-to-play, permettendo così a tutti di poterci giocare.

Non è la prima volta che accade. Già in passato tantissimi giochi per PC considerati oramai defunti o inaccessibili per via del loro alto costo sul mercato sono sbarcati su Steam. Uno degli esempi più significativi? The Curse of Monkey Island. Se per caso eravate intenzionati a giocarvi la versione originale, eravate costretti a pagare letteralmente uno sproposito per quella big box di cartone.

L'arrivo di certi giochi su PC, tra l'altro, libera anche dall'incredibile e fastidiosa pratica anti pirateria del seriale di gioco. Pensateci bene: in un mercatino dell'usato potete trovare quella copia di Sim City o appunto un vecchio Wolfenstein (ma anche il primo STALKER), anche ad un buon prezzo. Poi tornate a casa, provate ad avviarlo e... niente, quella key è già stata usata. E allora per poterlo far funzionare è necessario ricorrere a pratiche illegali.

Oltre a Steam, però, non dobbiamo dimenticarci anche di chi ha davvero lanciato la preservazione dei videogiochi su PC. Parliamo di GOG, che inizialmente era nato con il solo obiettivo di distribuire i giochi del passato. GOG era infatti l'acronimo di Good Old Games ed era nato con l'obiettivo di riportare in auge i vecchi titoli più famosi (e non solo), e anche oggi la loro pagina dedicata ai classici è ricca di giochi che sì, se comprati originali costerebbero davvero l'occhio della testa.

Se davvero PlayStation, Xbox e Nintendo vogliono preservare i videogiochi del passato, dovranno trovare un modo davvero efficace. Al momento, almeno su PC, il problema non si pone. E chissà che forse la creazione di store digitali appositi (come appunto GOG) non possa essere un assist importante, almeno per risolvere il problema della chiusura dei server. Per la compatibilità forse un aiuto può arrivare dal cloud, ma ad oggi è forse fantascienza. L'importante, però, è che si continui a lavorare per permettere a tutti di accedere anche ai titoli più vecchiotti.