Perché Torchlight III è una bella notizia, nella (lunga) attesa di Diablo IV

State aspettando con ansia l'arrivo di Diablo IV? C'è una bella notizia per voi: Torchlight Frontiers diventa Torchlight III e seguirà le (buone) orme dei primi due capitoli.

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a cura di Marco Locatelli

Gli appassionati degli action RPG in stile Diablo avranno di che esultare: uno dei Diablo-like più interessanti degli ultimi anni – Torchlight – avrà un terzo capitolo, e uscirà già quest'anno su PC (con le versioni console che arriveranno poco dopo). Sicuramente molto prima, quindi, di Diablo IV che – nonostante l'annuncio in pompa magna con tanto di gameplay trailer all'ultima BlizzCon lo scorso novembre – “sarà pronto quando sarà pronto” come piace dire agli amici di Blizzard. E quindi per ora via di “cloni” che aiutino ad ingannare l'attesa (che probabilmente sarà molto lunga).

Torniamo allora a Torchlight. La buona notizia non è semplicemente che il titolo vedrà la luce già quest'anno ma che il prodotto, che inizialmente doveva essere una sorta di spin-off free-to-play chiamato Torchlight Frontiers, con una forte componente multiplayer online à la Path of Exile, sarà invece un vero sequel “premium” della saga (quindi dovrà essere pagato, ma difficilmente si lamenterà qualcuno se la qualità sarà la stessa dei primi due capitoli), giocabile offline, senza acquisti in-game e approda su Steam abbandonando la piattaforma Arc utilizzata sinora. Una scelta – come ha spiegato lo stesso Max Schaefer, creator e produttore esecutivo del franchise – maturata dopo i numerosi feedback ricevuti dagli alpha tester.

Cosa cambia?

Cambia il nome, il modello economico e quindi anche la struttura del gameplay. Il gioco seguirà la classica impostazione lineare ad atti già vista nei predecessori e i giocatori che cominceranno l'avventura all'interno di un non meglio precisato Avamposto imperiale, assediato da orde di goblin (almeno così recita il sito ufficiale). Pur abbandonando il sistema di microtransazioni e (ri)aprendosi all'offline, Torchlight III continuerà ad offrire la possibilità ai player di incontrare online altri giocatori con i quali formare gruppi per affrontare in cooperativa l'avventura. Prima di cominciare il gioco, verrà data però la totale libertà di scegliere se affrontare la campagna online oppure offline. Va da sé che i personaggi creati in modalità offline non richiederanno una connessione a internet permanente per giocare ma al tempo stesso non potranno nemmeno partecipare alle partite multigiocatore.

Un'altra buona notizia: le classi previste per Frontiers – e che ci hanno incuriosito non poco – sono state confermate anche in Torchlight III: il Mago del crepuscolo; il Tiratore Scelto (annunciata proprio ieri, in occasione del rebrand), come suggerisce il nome specializzato negli scontri a distanza; il Forgiato, una sorta di robot dall'aspetto decisamente retrò ; il Mastrorotaia, un tank che ha la particolare abilità di creare delle rotaie dal nulla e su cui fa passare una devastante locomotiva. Quattro personaggi diversi fra loro e che, soprattutto Forgiato e Mastrorotaia, si allontanano con ancora più carattere dagli archetipi di genere rispetto ai primi due capitoli. Tornano anche i compagni: dall'alpaca al gufo passando per il cane da riporto, le specie disponibili saranno davvero tantissime e coloratissime, e tutte potenziabili con equipaggiamenti e skill.

Più Diablo, meno Path of Exile

È evidente quindi che i ragazzi di Echtra Games (nati dalle ceneri di Runic Games grazie a Max Schaefer, tra gli autori dei primi due capitoli di Diablo e di Torchlight) abbiano deciso di abbandonare il progetto di un prodotto in stile Path of Exile - quindi un action-rpg multigiocatore online sostenuto dalle microtransazioni - per proseguire sulla strada che ha dato il successo al brand.

Il modello commerciale che prevede come unica entrata le microstransazioni cosmetiche come in Path of Exile (quindi niente pay to win) è un'arma a doppio taglio, che avrebbe potuto dire male al nuovo Torchlight con un concorrente come il titolo targato Grinding Gear Games, il cui secondo capitolo è tra l'altro in arrivo proprio nel 2020. Ecco allora che la formula di gioco/vendita “tradizionale” potrebbe continuare a garantire il giusto riconoscimento economico ad un franchise che – ricordiamo – ha venduto milioni di copie con il primo e il secondo capitolo.