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Prodeus | Recensione - Un entusiasmante FPS vecchio stile

Ecco la nostra recensione di Prodeus, uno sparatutto ispirato a Doom e a Quake di un giovane team indipendenet alla sua prima pubblicazione

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a cura di Nicholas Mercurio

Prima di avviare Prodeus, lo ammetto, non sapevo cosa mi sarei trovato di fronte. Secondo la descrizione sullo store di Xbox, il videogioco sviluppato da Bounding Box Software si presenta come uno sparatutto vecchia scuola che si ispira a opere blasonate come DOOM Eternal e Quake di id Software, il celeberrimo studio texano che fa parte della grande famiglia di ZeniMax Media, già proprietaria di Bethesda Softworks, acquisite da Microsoft e dalla divisione Xbox guidata da Phil Spencer ormai due anni fa.

Un mondo al collasso, sparatorie e tante, tante morti. Una volta superata la schermata iniziale, l’accoglienza è stata brutale e selvaggia, come si addice a un videogioco che cattura gli elementi vincenti dei titoli sopracitati. Il comitato di benvenuto, che speravo mi avrebbe quantomeno indicato la strada per uscire da quell'inferno, era composto da umanoidi circondati da elettricità arrabbiati probabilmente per il caro bollette. E no, non erano amichevoli come mi auguravo.

Preso coscienza della situazione, mi sono risvegliato e, mentre aprivo gli occhi, mi sono ritrovato in un luogo strano e mai visto prima, e ho tirato un sospiro di sollievo, perché almeno non ero all'inferno. Questa era un’ottima notizia e, di sicuro, non ero neanche su Marte. Guardando meglio, non ero neppure in una fantastoria dove i nazisti hanno vinto la guerra, impersonando un biondo ossigenato con discendenze polacche ed ebraiche che li affetta con un’accetta, seminando panico e distruzione tra le loro fila. No, nulla di tutto questo.

Il contesto di Prodeus

Sono finito, e non capisco come sia possibile, in un asteroide nel bel mezzo dell’Universo profondo, tra le macerie di un’antica civiltà e i resti di quella umana, giunta per edificare strutture avanguardistiche per il controllo della Galassia e di interi sistemi. È un futuro proiettato chissà quanti secoli dopo il nostro: l’uomo si è evoluto, ha risolto la teoria della relatività e compreso come viaggiare a velocità luce senza rischiare di finire abbrustolito a causa di un motore in avaria. E come è accaduto alcuni anni fa con Alien Isolation, non ha ancora perso il vizio di volere più di quanto dovrebbe, risvegliando così creature, mostri e bestialità che forse era meglio lasciar riposare per sempre tra le rovine di un antico palazzo alieno.

Il protagonista, un tizio silenzioso ma che parla la stessa lingua del Doomguy, tuttavia, non si lascia spaventare dagli avvenimenti che si ritrova davanti e comincia a sparare, correre e saltare da una parte all’altra come se in realtà tutto quello fosse normale al ritmo di canzoni heavy, dark e death metal, non utilizzando una motosega, bensì i propri pugni per infrangere vetri, cornee e crani. Perché Prodeus, per chi non lo avesse capito, è brutale, sanguinolento e adrenalinico, non rinunciando alla classica dose di mazzate che fa sempre comodo quando si parla di videogiochi tratteggiati da queste caratteristiche. Pur presentando un contesto simile a DOOM e a Quake, Prodeus segue un obiettivo preciso: proporre un’opera che, avvicinandosi ai classici del genere, cerca di raccontare una storia senza però farlo per davvero. Parlando del contesto costruito dal team indipendente, il titolo è uno sparatutto che si racconta attraverso le sue ambientazioni e i suoi silenzi, nonostante questi siano rotti dagli spari, dal rumore degli ingranaggi che si infastidiscono a vicenda, e che aprono marchingegni, porte e angoli angusti, testimoni di antiche civiltà.

Le pareti, raccontando le vecchie storie di un passato nefasto, non lasciano spazio a ulteriori interpretazioni: l’umanità è passata da lì e ha lasciato dei segni evidenti come delle ferite impossibili da rimarginare, che non si possono togliere con un trasferello, e che si devono tenere in bella mostra, in maniera tale che tutti vedano come il passato possa essere violento. È un asteroide, non l’inferno o Marte, un luogo che, un tempo, ospitava una miniera che riforniva di materie prime i pianeti in cui dimorano gli esseri umani attraverso delle agenzie dedicate, che si prodigano per il bene comune, oltre che l’intera Galassia. Peccato che, però, questo non coinvolge il protagonista di Prodeus, di cui si sa molto poco: indossa un casco, una tuta e ha una storia personale che non si conosce e che non ha tempo per raccontare.

D’altronde, deve sparare, sopravvivere e uccidere, sgominando creature di qualunque sorta, persino le più perigliose, dimostrando come la violenza sia in realtà l’unica strada per sopravvivere alle angherie di un universo ormai irrecuperabile. Il cosmo è minacciato da creature che giungono dal nucleo stesso di un asteroide: gli esseri umani sono stati fin troppo avidi da non accorgersi di aver risvegliato un potere primordiale, capace di disintegrare qualunque forma di vita e di mettere a ferro e fuoco cosa rimane dell’umanità, dispersa e mai più unita nei meandri oscuri dell’universo. L’opera abbraccia, perciò, uno stile sci-fi che raggiunge il suo massimo, con un contesto intrigante e potente, offrendo molteplici interpretazioni nel raccontare la fine di tutto, proponendolo in maniera godibile. Avremmo preferito, però, che gli sviluppatori raccontassero qualcosa in più sul protagonista, in modo tale da avere elementi necessari per capire nel modo giusto le sue reali intenzioni e lo scopo principale della sua missione. Le uniche informazioni che si hanno su di lui, infatti, riguardano i riassunti all’inizio di ciascun livello, utili per comprendere appieno cosa sta accadendo.

Se da una parte è dunque presente un contesto interessante, dall’altra c’è una cura al dettaglio notevole per uno studio indipendente che, alla sua prima opera, è riuscito a confezionare un’esperienza emozionante e precisa, nonché in grado di offrire una trama indiretta che si comprende accuratamente soltanto esplorando i livelli della produzione. Tra quelle pareti arrugginite, tra quei pilastri danneggiati e i pontili in acciaio, c’è un passato che aspetta soltanto di essere scoperto.

Spara, uccidi e ripeti

Come accennavo prima, Prodeus è uno sparatutto in prima persona che si ispira a classici del genere come Quake e Doom. Da essi, per l’appunto, riprende l’interfaccia, riconoscibile per chiunque ha giocato in passato una di queste due opere. In basso ci sono la vitalità e lo scudo, e a lato le munizioni. L’unica differenza, infatti, è che non esiste una ruota delle armi, bensì un selezionatore apposito, di facile e intuitivo utilizzo. Il gunplay, su cui si fonda ovviamente la struttura ludica dell’opera, è ottimo e variegato proprio grazie all’utilizzo delle armi che si decide di utilizzare. Se il fucile a pompa risulta fondamentale quando i nemici sono più numerosi, i mitragliatori – che si possono equipaggiare in entrambi le mani – risultano delle alternative allettanti per massacrare le creature generate automaticamente nei vari livelli della produzione. Oltre a essere ben implementato, il gunplay conferisce all’esperienza di gioco una dose continua di divertimento. In tal senso, è proprio il ritmo ad avermi intrattenuto, con scontri estremi alle volte esagerati, e con tanti nemici a schermo.

Mentre correvo da una parte all’altra, recuperando per i livelli del gioco gli scudi e le munizioni necessarie per proseguire, mi preoccupavo di non essere colpito dai nemici, che spesso mi incalzavano con colpi improvvisi e brutali, ma di certo per nulla inaspettati. Insomma, Prodeus è uno sparatutto divertente, costruito per esaltare le abilità del giocatore quanto per andare incontro alle necessità dei neofiti, mantenendo per l’appunto un’ottima scelta tra le varie modalità di sfida, in totale sei, che vanno incontro a tutti. È un punto a favore che, assieme al game design, rende l’opera unica e appagante, offrendo un’esperienza onesta e chiara, vittima di qualche sbavatura che, ovviamente, non mina il resto della produzione.

È chiaro che l’ispirazione arrivi direttamente dalle opere di id Software, e che proporre qualcosa di originale era oltremodo complesso, specie se le intenzioni del team di sviluppo erano di riprendere le meccaniche vincenti di Quake e DOOM. A non avermi convinto sono i Nexus Point, i checkpoint sparsi per i livelli che, purtroppo, sono quasi in qualunque stanza, dando quindi modo al giocatore di non trovarsi mai in difficoltà e con una scappatoia sempre nei paraggi, forse aiutandolo fin troppo. La loro presenza, per l’appunto, risulta oltremodo fuorviante a livelli di sfida più elevati, e il modo migliore per godersi appieno l’esperienza di gioco è cercare di equilibrarla e optare per una via di mezzo prima di intraprendere l’avventura.

Al di fuori degli scontri, esiste poi una mappa su cui si può decidere quale percorso seguire: è in realtà una strada estremamente lineare, con missioni della storia e altre che possono sbloccare o migliorare le armi equipaggiate durante l’esperienza. In alcune occasioni mi sono anche dilettato a combattere nelle arene per affinare le mie abilità, dedicandomi successivamente alle missioni principali. Tutto è costruito perché il giocatore esplori e studi il level design dei livelli: a riguardo, ognuno di essi è stato delineato con cura e passione, spingendo il giocatore a raccogliere i collezionabili per guadagnare tutti gli agognati obiettivi o trofei che fanno sempre gola a chi cerca di concludere ogni aspetto di un videogioco. Inoltre, la produzione offre addirittura la possibilità di rigiocare tutti i livelli e le loro sequenze per cercare il punteggio finale perfetto, aumentando di conseguenza le varie possibilità d’approccio, oltre che le ore passate al suo interno.

La pixel art non è mai stata così bella

Lo ammetto, amo la pixel art e credo sia una fortuna che venga tramandata di videogioco in videogioco. Recentemente, ne sono stati pubblicati parecchi: mi riferisco a produzioni indipendenti e a opere blasonate, che ricorrono alla pixel art per raccontare al meglio un contesto e un’ambientazione. Prodeus è un titolo composto da luoghi mozzafiato, e inserisce questo stile grafico egregiamente, proponendo delle animazioni più ammodernate rispetto ad altre produzioni che utilizzano la pixel art. L’occhio, d’altronde, vuole la sua parte e questo piccolo team, usando tutto il suo talento, è stato in grado di offrire un comparto grafico di tutto rispetto. Il sonoro, ottimo sotto ogni punto di vista, è composto da assoli metal creati per l’occasione, che si sposano in maniera azzeccata con le azioni che si compiono e con le atmosfere della produzione.

Sul lato tecnico non abbiamo nulla da eccepire, tant’è che Prodeus mantiene i sessanta fotogrammi al secondo, e non abbiamo riscontrato bug o compenetrazioni, con tempi di caricamento rapidi, che ci hanno buttato nel bel mezzo dell'azione senza troppe esitazioni. Pubblicare un videogioco non è un’impresa facile, specie quando bisogna farsi conoscere sia alla stampa specializzata che al pubblico ed è necessario fare meno errori possibili. Bounding Box Software, tuttavia, ha saputo usare con intelligenza le sue capacità, riuscendo a ricreare un doom-like capace di dire la sua, risultando divertente dall’inizio alla fine. È un team che, sicuramente, in futuro potrebbe sorprendere con altre produzioni. Con Prodeus si è solo presentato.

Voto Recensione di Prodeus - PC


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Un contesto unico, ben raccontato e assolutamente convincente

  • Il gunplay è fluido e implementato in maniera egregia

  • Un game design che riesce a coesistere con un'anima riconoscibile e conosciuta da chiunque ami il genere

  • Ottime ambientazioni, tra livelli ben orchestrati in modo intelligente e una mappa esplorabile totalmente intuitiva

Contro

  • Una longevità alquanto risicata

  • Manca di originalità, ispirandosi forse troppo a Quake e a Doom, nonostante mostri una sua personalità

  • Qualche incertezza con il posizionamento dei checkpoint

Commento

In conclusione, Prodeus è uno sparatutto che presenta un gunplay tanto semplice quanto efficace, nonché forte e divertente proprio grazie a un'anima che segue le orme di Doom e Quake. Il contesto è ottimo e sfaccettato, con un game design ben orchestrato, nonostante qualche piccola sbavatura che, tuttavia, lo rende assolutamente godibile. Peccato per una longevità della campagna principale alquanto risicata e per un disequilibrio dei vari Nexus Point.

Informazioni sul prodotto

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Prodeus - PC