Immagine di Splatoon 3, non c'è due senza tre | Recensione
Recensione

Splatoon 3, non c'è due senza tre | Recensione

Splatoon 3 è finalmente arrivato, mostrandosi come il seguito perfetto per il celebre shooter targato Nintendo.

Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

Dobbiamo ammettere di esserci sbagliati ad avere tutti quei dubbi quando, durante il Nintendo Direct di febbraio 2021, venne annunciato Splatoon 3. Lì per lì, anche per via del modus operandi con il quale Nintendo ci ha abituato negli anni, non capimmo la necessità di realizzare un altro capitolo della serie sulla stessa macchina da gioco. D’altronde Splatoon 2 gode ancora oggi di ottima salute (chi vi sta scrivendo lo gioca tutt’ora con una discreta regolarità) e i costanti aggiornamenti rilasciati da luglio 2017 a oggi lo hanno rifinito in quasi ogni suo aspetto, quindi perché mai realizzare un nuovo capitolo?

Iniziammo a compiere voli pindarici sul possibile rilascio di quella fantomatica “Switch Pro”, di cui tanto si chiacchierò negli scorsi mesi, cercando di giustificare l’esistenza di un nuovo Splatoon, riflettendo sul fatto che in vista di una console più performante, anche il celebre shooter di Nintendo si sarebbe dovuto rinnovare di conseguenza. La verità, però, è che non ci fermammo a riflettere sulla più ovvia delle risposte: se titoli come Call Of Duty e Battlefield si aggiornano su base annuale, o biennale, mantenendo la stessa formula e limitandosi ad affinare alcune meccaniche di gioco, perché Nintendo non dovrebbe, dopo cinque anni, sviluppare una nuova versione di una delle esclusive del suo roster fra le più giocate online? 

D’altronde, per quanto abbiamo affermato che goda di ottima salute, Splatoon 2 è tutt’ora vincolato ad alcune meccaniche decisamente farraginose, a piccoli problemi di bilanciamento e a un comparto tecnico che, per quanto ancora oggi godibilissimo, mostra che il team di sviluppo non aveva ancora una totale padronanza della nuova console ibrida di Nintendo.

Splatoon 3, quindi, punta proprio a raccogliere tutte quelle migliorie che, dal 2017 a oggi, hanno reso il secondo capitolo sempre più famoso, e a utilizzarle come base di partenza per un nuovo ciclo vitale per il celebre shooter a base di inchiostro, ovviamente aggiungendo qualche piacevolissima novità alla formula. Qualcuno sicuramente lo etichetterà come mero “More Of The Same”, ma la realtà è che Splatoon 3 è esattamente come ogni altro shooter in commercio: una produzione in costante evoluzione. 

Sentirsi a casa

Splatoon 3 non si presenta come la netta evoluzione che ci fu fra il primo e il secondo episodio, quanto più come una “naturale prosecuzione” della precedente iterazione, concetto che si può notare fin dall’icona del gioco presente sulla home di Nintendo Switch. Dalla schermata di avvio con Splatville in bella mostra, passando per i vari menu di gioco, fino ai podcast di Pinnuccia e Morena (che in questo capitolo sostituiscono Marina e Stella), ogni elemento riprende la struttura e lo stile grafico del precedente episodio, arricchendolo di dettagli e migliorie che in moltissime occasioni richiederanno uno sguardo più attento per essere notate.

Splatoon 3 sembra voler far sentire il giocatore a casa, non disorientandolo mai con delle novità plateali, optando, invece, per sciorinare le migliorie apportate da Nintendo in maniera molto graduale.

Questo non vuol dire che Splatoon 3 non proponga novità importanti, ma risulta davvero apprezzabile come tutto sia stato amalgamato perfettamente alla struttura del precedente capitolo, rendendo il passaggio da Splatoon 2 a questo nuovo episodio il più naturale possibile.

A riprova di quanto appena affermato, appena si avvierà Splatoon 3 il titolo ricercherà sulla console i salvataggi del precedente capitolo, valutandone le statistiche per garantire al giocatore di lanciarsi nelle Mischie Mollusche contro avversari di pari livello. Si tratta, invero, di una piccola accortezza, ma che permette di capire quanto Nintendo si sia impegnata per garantire ai giocatori un’esperienza che non vada a inficiare in alcun modo i risultati ottenuti precedentemente.

Una Splatville più viva che mai

Dopo aver personalizzato il proprio personaggio, e aver superato un breve tutorial, si arriverà a Splatville, la città che fungerà da HUB centrale di Splatoon 3, dove basterà una fugace occhiata per capire quanto differente la cittadina si presenti rispetto al passato. Ora la cittadina è molto più viva, con strade popolate da numerosi giocatori e altrettanti NPC. I negozi sono più numerosi e la superficie generale è stata notevolmente ampliata, in modo tale da permettere una costante espansione delle attività presenti al suo interno attraverso aggiornamenti futuri.

Il risultato di questa operazione di restauro è una Splatville molto più piacevole da esplorare, quasi dispersiva durante le prime sortite alla ricerca di ogni attività presente al suo interno, e che finalmente riesce a ricoprire perfettamente il ruolo di HUB centrale dell'esperienza di gioco. Il prezzo da pagare per un tale risultato, come analizzeremo successivamente nel paragrafo dedicato al comparto tecnico, è un compromesso in termini di performance, vincolato esclusivamente a quest'area social, ma non ci sentiamo di accusare più di tanto gli sviluppatori considerando il risultato che sono riusciti a ottenere.

Splat Splat Splatoon

Prima di dedicarci alle altre tipologie di esperienze che Splatoon 3 ha da offrire, risulta obbligatorio parlare delle Mischie Mollusche e delle numerose migliorie che Nintendo ha apportato a questi scontri a base di inchiostro. Il concetto rimane quello che tutti oramai conoscono: utilizzare le differenti armi a disposizione del giocatore, per ricoprire la superficie della mappa di gioco con l’inchiostro del colore della propria squadra.

Il team che avrà ricoperto la superficie più grande si porterà a casa la vittoria. Raggiungere l’obbiettivo richiederà di lavorare in squadra con gli altri giocatori, trovando le giuste sinergie fra abilità, armi speciali e le numerose “bocche da inchiostro” presenti in Splatoon 3. Ovviamente, trattandosi di uno shooter, fra l’imbrattamento di un muro e la tinteggiatura di una pavimento, si dovrà pensare anche a eliminare i membri della squadra avversaria, in maniera tale da rallentarli e fargli perdere tempo prezioso. 

Se la struttura alla base di Splatoon 3 rimane la stessa che ha reso celebre lo shooter di Nintendo, questo terzo capitolo porta con sé tutta una serie di piccoli accorgimenti pensati per migliorare l’esperienza dei giocatori. Le prime, importanti, novità risiedono nell’introduzione di due manovre evasive (Impinnata e Avvitotano) che permetteranno ai giocatori, mentre si sposteranno in forma di Inkling o Octoling, non solamente di cambiare direzione rapidamente, ma soprattutto di ottenere qualche “frame di invincibilità” quando verranno eseguite correttamente. Oltre a questa piacevole introduzione, volta a rendere maggiormente tecnici gli spostamenti rapidi all’interno dell’area di gioco, Splatoon 3 propone due nuove armi: il Calamarco e la Tergilama. 

Il primo, il Calamarco, altro non è che un arco di precisione con un funzionamento molto peculiare. Premendo rapidamente il grilletto spara tre palle di inchiostro con una dispersione orizzontale, mentre  sparando durante il salto, invece, la traiettoria dei colpi diventa verticale.

Decidendo, infine, di caricare il colpo, il cono di dispersione si riduce e i colpi esploderanno un secondo dopo aver raggiunto il bersaglio, generando un ingente quantitativo di danni. Si tratta di un’arma pensata per agire dalla distanza, muovendosi costantemente in maniera furtiva e studiando costantemente il proprio posizionamento sulla mappa. 

La Tergilama, invece, offre un approccio completamente differente rispetto al Calamarco. Inizialmente pensavamo di trovarci di fronte a una versione più elegante del celebre pennello, ma sono bastate un paio di partite per farci capire quanto questa peculiare “spada” non favorisca gli scontri corpo a corpo, ma sia stata concepita per garantire frenetici scontri sulla media distanza.

La Tergilama, difatti, scaglia dei fendenti di inchiostro a media distanza, i quali, pur non ricoprendo le superfici con un quantitativo soddisfacente di colore, permettono di annientare un avversario con pochi colpi mandati a segno.

A compensare la poca quantità di inchiostro rilasciata dai fendenti della Terglilama interviene la sua abilità speciale, la quale la trasforma in un martello di dimensioni gargantuesche che, se sbattuto al suolo, potrà ricoprire intere aree di vernice, oltre che annientare qualsiasi avversario gli si pari davanti. Al netto di tutto ciò, però, la Tergilama si è rivelata un’arma comunque bilanciata e in grado di richiedere una discreta curva di apprendimento per essere padroneggiata al meglio.

Proprio in merito al bilanciamento, e alle tecniche speciali, ci vorrebbero fiumi di inchiostro per enunciare ogni miglioria implementata da Nintendo in questi termini, ma ci teniamo a precisare, vista la loro fama, che i Missili Tenta sono presenti anche in Splatoon 3, e che seppur tutte le novità implementate li rendano meno “rotti” che in passato, soffrono ancora di qualche problemino di bilanciamento. Abbiamo trovato, invece, ben implementata la possibilità di cambiare le abilità primarie legate all’equipaggiamento, garantendo al giocatore un ventaglio di opzioni di personalizzazione, impensabile in passato. 

Quello che, però, ci ha veramente fatto piacere trovare in Splatoon 3, è un rinnovato sistema di stanze, ora semplificato per permettere di giocare assieme agli amici in maniera più rapida, intuitiva e, soprattutto, meno anacronistica rispetto al precedente capitolo. Per quanto riguarda, invece, le modalità di gioco inedite, raggruppate all’interno della sezione “Partita Anarchica”, abbiamo potuto solo scalfire la punta di un iceberg che ci è sembrato davvero divertentissimo e in grado di offrire ancora più varietà ai giocatori rispetto al passato.

Si tratta di quattro modalità di gioco: Zona Splat, Torre Mobile, Bazookarp e Vongol Gol, le quali propongono delle varianti peculiari di quelle classiche modalità di gioco presenti negli shooter più celebri. Zona Splat richiederà di ricoprire d’inchiostro un’area specifica della mappa, Torre Mobile di portare un pilastro semovibile a destinazione, Bazookarp ci richiederà di schiacciare una carpa in un checkpoint specifico, e in Vongol Gol si dovrà raccogliere un numero preciso di vongole prima di poterle trasformare in una palla da rugby per poter andare in touchdown.

Si tratta di modalità di gioco molto frenetiche, e di cui si deve ancora scoprire l’aspetto maggiormente strategico/tattico, ma che già così si sono rivelate divertenti in ogni loro aspetto e in grado di garantire un po’ di varietà per chi non ha intenzione di spendere centinaia di ore nelle Mischie Mollusche. 

Oltre a tutte le novità, e alle migliorie, introdotte nelle modalità multiplayer competitive, Splatoon 3 offre anche una rinnovata sezione dedicata ai replay di ogni match svoltosi precedentemente, con la possibilità di osservare l’intero scontro attraverso gli occhi di un altro giocatore, e un simpatico spogliatoio, dove sarà possibile decorare in ogni modo il proprio armadietto e osservare le creazioni dei giocatori con cui si è giocato nell’ultimo match. Ovviamente gli oggetti, e le decorazioni, per il proprio armadietto potranno essere acquistate in un negozio presente a Splatville, o reperite esplorando Alterna, l’area in cui si svolge la campagna per giocatore singolo presente in Splatoon 3.

Salmon Run Next Wave

Salmon Run, come era ovvio aspettarsi, ritorna anche in questo nuovo capitolo, presentandosi nuovamente come una sfida impegnativa che richiede una gran cooperazione da parte dei giocatori e una costante comunicazione per riuscire a sopravvivere alle varie ondate di nemici. Le differenze rispetto al passato non sono moltissime e le differenze più sostanziali risiedono in un bestiario molto più numeroso rispetto a Splatoon 2.

I Gran Salmonoidi, il Colossalmonoide e un Salmonarca gigante, in grado di eliminare un’intera squadra con un paio di attacchi, sono solo alcune delle nuove minacce presenti in Salmon Run Next Wave. Il concept rimane il medesimo: reperire le uova eliminando i nemici e depositarle nel contenitore apposito entro il tempo limite, il tutto riuscendo a sopravvivere alle ondate di avversari che invaderanno la mappa di gioco.

Niente di nuovo sotto il sole, al netto di una serie di affinamenti e di migliorie pensate per rendere Salmon Run Next Wave più varia nelle situazioni proposte, ma non per questo ci siamo trovati di fronte a un'attività deludente, in quanto Salmon Run continua a rivelarsi una sfida estremamente difficile, in grado di punire severamente chi la approccerà con superficialità e che, a distanza di oramai cinque anni, continua a dimostrarsi una delle più solide "modalità orda" attualmente sul mercato.

Benvenuti ad Alterna

Se la modalità per giocatore singolo presente in Splatoon 2 riuscì a offrire una buona alternativa a chi non era alla ricerca di un titolo “only multiplayer”, e la campagna della Octo Expansion garantì un livello di sfida decisamente elevato, la modalità storia presente in Splatoon 3 riesce a mescolare il meglio delle due precedenti esperienze, offrendo una campagna solida sotto ogni aspetto, varia nelle situazioni proposte, divertente e pensata per essere fruita sia in mobilità che attraverso lunghe sessioni di gioco sulla TV di casa. 

Senza anticiparvi troppo sulla trama, per una serie di circostanze sfortunate il nostro protagonista si ritroverà ad Alterna, un insieme di siti che ricordano le piattaforme petrolifere situate in Alaska. Per tutta Alterna è presente una melma pelosa, la cui origine è sconosciuta, la quale è capace di annientare al minimo contatto ogni malcapitato che ci si avvicinerà troppo.

Per fortuna il nostro eroe avrà con sé Salmonello, un cucciolo di salmone che, se nutrito adeguatamente con uova di pesce, sarà in grado di divorare la melma pelosa, permettendo al nostro protagonista di proseguire il suo viaggio fra i siti di Alterna. 

Le uova di pesce, ovviamente, saranno reperibili principalmente al termine dei vari livelli dislocati sulla superficie di Alterna, così come si potranno trovare esplorando a dovere le varie aree di gioco. La progressione, se non si è amanti dell’esplorazione, si rivela di per sé molto lineare, portando il giocatore a completare un livello dopo l’altro per ottenere il numero di uova necessario a proseguire nei vari siti di Alterna.

Procedere in questa maniera, però, innalzerà lievemente il livello di difficoltà dell’intera avventura, in quanto Splatoon 3 introduce un albero delle abilità i cui nodi per essere sbloccati richiederanno il reperimento di un determinato tipo di collezionabile nascosto nelle varie aree di Alterna. 

Seppur la struttura base della storia di Splatoon 3 riprenda quella del secondo capitolo, Nintendo è stata in grado di migliorare ogni aspetto di quella formula trasformando la modalità per giocatore singolo in un’esperienza in grado di reggersi completamente sulle sue gambe, permettendo a chiunque non sia attratto dai giochi multiplayer di ritrovarsi fra le mani un prodotto maturo, completo, longevo e divertente. Il merito di questo risultato non è da ritrovarsi solo nell’aggiunta dell’albero delle abilità o nell’ampliamento dell’esplorazione, quanto più kn un ottimo lavoro in termini di level design.

Ogni livello di Splatoon 3, difatti, rappresenta una sfida di dimensioni compatte (normalmente completabile in massimo dieci minuti) il cui level design, e le soluzioni ludiche proposte, riescono a rivelarsi sempre differenti, spaziando dal puzzle game ambientale, allo shooter in terza persona, al platforming più classico, riuscendo a rendere sempre differente l’esperienza di gioco.

Oltre all’ottimo level design, molti dei livelli presenti in Splatoon 3 potranno essere rigiocati utilizzando diverse tipologie di armi e abilità speciali, permettendo al giocatore di guadagnare un quantitativo maggiore di uova, offrendo un approccio completamente differente alle sfide già completate precedentemente.

Come accennavamo poc’anzi, la modalità per giocatore singolo presente in Splatoon 3 funziona a dovere, ma per quanto si riveli perfettamente bilanciata e variegata per delle brevi sessioni mordi e fuggi, la struttura di gioco tende a essere un filino ridondante quando ci si vuole immergere per ore nell’esplorazione di Alterna. Niente di realmente grave, ma considerando lo sforzo perpetrato da Nintendo nel rendere questa modalità un'esperienza in grado di valere da sola il prezzo del biglietto, ci sembra necessario farlo notare.

Splattanza

Oltre alle varie modalità di gioco analizzate fino a ora, Splatoon 3 introduce anche un gioco di carte collezionabili che mescola le dinamiche delle Mischie Mollusche a quelle di Tetris. Splattanza, difatti, è un gioco di carte dove per vincere bisognerà, come da tradizione, colorare la superficie maggiore del tabellone di gioco. Per farlo però non serviranno armi di nessun tipo, bensì si dovranno usare delle carte raffiguranti dei "tetramini" colorati, i quali dovranno essere inanellati fra loro per permettere di utilizzare delle abilità speciali in grado di colorare delle corpose porzioni del tabellone di gioco.

Durante la nostra prova abbiamo avuto modo di giocare esclusivamente contro la CPU, scoprendo un piacevolissimo gioco di carte, facile da apprendere ma complesso da padroneggiare, capace di rubare agevolmente un buon quantitativo di ore al giocatore, specialmente nel momento in cui si potranno sfidare i giocatori di tutto il mondo nei vari tavoli da gioco presenti nella Lobby.

A rendere Splattanza maggiormente amalgamato al resto delle attività di gioco presenti in Splatoon 3, infine, vi è la possibilità di reperire le varie carte da gioco nelle differenti attività presenti nel titolo, spingendo chiunque apprezzerà Splattanza a cercare di completare la propria collezione giocando alle altre modalità di gioco presenti in Splatoon 3.

Ma c'è un ma…

Fino a questo momento abbiamo elogiato praticamente ogni aspetto di Splatoon 3, premiando la capacità di Nintendo di correggere praticamente ogni difetto del precedente capitolo e offrire ai giocatori delle nuove fondamenta sulle quali proseguire la propria carriera da Splattatori. Allo stesso tempo però quel "sentirsi a casa" che farà la gioia dei fan della serie potrebbe trasformarsi in una costante sensazione di "già visto" in tutti quegli utenti che hanno acquistato il precedente capitolo ma non hanno trovato reali motivi di interesse per dedicarcisi costantemente.

Splatoon 3 non è assolutamente un "compitino svogliato", ma non fa nulla di realmente concreto per convincere chi non ha apprezzato il precedente capitolo a fiondarsi su questo terzo episodio della serie. Si tratta di un difetto? No, assolutamente, però è importante che chiunque si sia interessato a questa nuova iterazione, alla ricerca di qualcosa di totalmente differente rispetto al passato, sia conscio che non lo troverà. Splatoon 3 è una chiara dichiarazione di intenti atta a consolidare le fondamenta di una serie che, oramai, ha un suo specifico pubblico di riferimento.

Splatoon 3 fra grafica e performance

Impossibile non chiudere questa analisi senza spendere due parole in merito al comparto tecnico di Splatoon 3. In realtà c'è molto poco da dire: il titolo ripropone le ottime performance del precedente capitolo, garantendo una risoluzione di 1080p, con la console connessa al dock (720p sullo schermo di Nintendo Switch quando usata in mobilità), e un frame rate ancorato a 60fps, in praticamente ogni situazione.

L'unica eccezione è rappresentata da Splatville, la quale, in virtù di una conta poligonale molto più elevata che in passato, ha richiesto agli sviluppatori di abbassare il frame rate, bloccandolo a 30fps. Si tratta di una scelta comprensibile ma peculiare in quanto, seppur lo stacco fra Splatville e le aree di gioco non risulti mai un reale problema in termini di mera fruizione del titolo, il colpo d'occhio accusa inevitabilmente il calo di frame rate.

Per quanto riguarda, infine, le migliorie apportate al comparto tecnico, potremmo parlarne davvero per ore: un ventaglio di animazioni rinnovato per gli Inkling e gli Octoling, una migliore reattività, e una precisione maggiore, per i controlli di movimento (dettaglio che farà la gioia dei giocatori competitivi) e, in generale, una cura dei dettagli decisamente più elevata rispetto al precedente capitolo. Come da tradizione, infine, Splatoon 3 è completamente localizzato in italiano.

Voto Recensione di Splatoon 3 - Nintendo Switch


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Modalità per giocatore singolo divertente, longeva e varia nelle attività proposte…

  • - Migliorie e novità in ogni modalità di gioco ripresa dai precedenti capitoli

  • - Splattanza può creare dipendenza

  • - Fa esattamente quello che ogni sequel di uno shooter multigiocatore dovrebbe fare

Contro

  • - …seppur adagiata su delle dinamiche lievemente ridondanti sulla lunga distanza

  • - Alcune armi e abilità necessiterebbero di un'ulteriore operazione di bilanciamento

  • - I compromessi tecnici riscontrabili a Splatville faranno storcere il naso a molti

Commento

Splatoon 3 è, a mani basse, un sequel perfetto, in grado di garantire tutto ciò che ogni nuovo capitolo di uno shooter multigiocatore dovrebbe offrire alla sua fanbase. Le novità introdotte, così come le migliorie apportate a pressoché ogni modalità di gioco, riescono ad amalgamarsi a un impianto ludico già rodato e che Nintendo ha, volontariamente, deciso di non stravolgere ulteriormente. Tutto questo, però, genera anche l'effetto collaterale del non aprirsi, in nessun modo, verso chi non ha apprezzato i precedenti capitoli. Si tratta di un difetto? Assolutamente no, in quanto, a meno che non siate parte di quei giocatori allergici a questo tipo di esperienze, Splatoon 3 si pone nella stessa posizione del precedente capitolo, rappresentando un titolo talmente eterogeneo nei suoi contenuti, da dover essere provato almeno una volta da ogni possessore di Nintendo Switch.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Splatoon 3 - Nintendo Switch

Splatoon 3 - Nintendo Switch