Vampire Survivors: Legacy of the Moonspell | Anteprima - Un DLC tra yōkai e samurai

Ecco la nostra anteprima de Vampire Survivors: Legacy of the Moonspell, il celeberrimo contenuto a dicembre con tutto quello fatto finirò

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a cura di Nicholas Mercurio

Sangue, morte e disperazione. Poi borra, tanta borra, e dipendenza a non finire. Se potessi riassumere Vampire Survivors, queste sarebbero le parole più azzeccate. D’altronde, ne avevo parlato recentemente, elencando i suoi innumerevoli pregi e i suoi difetti, ritenendolo tuttavia un videogioco capace di creare dipendenza, oltre a offrire uno spaccato immaginifico catturato direttamente da Bram Stoker nelle sue opere. La produzione di Luca Galante, però, non è soltanto questo perché, oltre a proporre ore e ore di divertimento, è soprattutto semplicità. Una semplicità genuina, chiara e ben implementata che arriva all’obiettivo e sa come farsi apprezzare. Vampire Survivors è senza alcun dubbio una delle produzioni attualmente più giocate su Xbox GamePass e su Steam, tanto da registrare un numero di giocatori in continuo aumento, portando nuovi utenti a scaricarlo.

Il successo, tuttavia, non è arrivato casualmente, e il principale merito è soprattutto della community, legata ormai sempre più all’opera dello sviluppatore italiano, che non si sarebbe mai aspettato un risultato così positivo, con la critica e il pubblico stranamente concordi. In un panorama videoludico simile, ormai in costante mutamento e con nuove vette qualitative sempre più alte, Vampire Survivors concentra ogni sua energia proponendo un gameplay potente e trascinante. Accattivante, brutale e assuefacente, riesce là dove tante opere riescono soltanto in parte, portando il giocatore a concludere in fretta e furia cosa si trovano davanti. Vampire Survivors, insomma, è un’opera completa e solida, ma questo non è certamente un mistero e le tante recensioni positive, sia su Steam che altrove, lo dimostrano.

In questi giorni, ho avuto modo di ritornarci sopra per diverse ore in occasione della pubblicazione di Legacy of the Moonspell, il suo primo DLC a pagamento, proiettato in un’ambientazione completamente inedita. A essere preciso, in un castello nipponico, probabilmente durante i conflitti e le guerre del sanguinario periodo Sengoku, che in Sekiro: Shadows Die Twice è stato nuovamente tirato a lucido proprio da FromSoftware e negli anni passati dal franchise di Samurai Warriors.

Il Giappone, e lo dico senza troppe cerimonie, sa sempre offrire nuove prospettive, e non poteva per l’appunto mancare nell’immaginario di Vampire Survivors. Se vi aspettate campagne campali, guerre, tradimenti e un Hanzo Hattori d’ordinanza, questo potrebbe essere il DLC sbagliato per voi. Al contrario, se ne state cercando uno che sappia unire originalità con passione e una concreta dose di botte, allora potrebbe fare al caso vostro. E via, di nuovo, a menare le mani.

Il Giappone secondo Vampire Survivors

Tolto la fuliggine dagli stivali, affilata la lama e messo a punto ogni piano per sopravvivere a Moonspeell, è bastato molto poco per ritrovarmi ancora una volta spaesato come la prima volta, quando non sapevo né cosa fare, né come muovermi. Poi ho imparato, ma questa è un’altra storia. C’è un clima invernale, con la neve sul terreno, le pareti bagnate da cui scendono goccioline di ghiaccio sciolto, mentre il cielo promette nubi ovunque. Riscaldarsi, farsi un tè caldo e mangiare viene complesso, ma non c’è il tempo per questo: qui si deve sopravvivere, pena la sconfitta e il disonore.

I denti battono al tempo dei passi, e la morte che si annida in quel luogo perduto nel tempo, in una terra del tutto nuova dalla realtà gotica delle precedenti aree della produzione, è affilata come la katana di Jin Sakai. La sola differenza, in realtà, è che nessuno si nasconde nell’ombra prima di attaccare in attesa di assestare il colpo fatale, e non ci sono invasori pronti a tutto pur di schiacciare un popolo autoctono che resiste perché è abituato a farlo da sempre. C’è un castello, come ho accennato poco fa. E ci sono un campo verdeggiante e delle rovine sparse qua e là. A sud della mappa, invece, sono presenti foreste e terreni boschivi che ospitano ruderi dismessi. Le creature, giunte immediatamente dopo una brutale maledizione, ora imperversano in queste terre con l’unica intenzione di corromperle e dimorare al posto dei vivi. Dove un tempo sorgeva un luogo di pace e riflessione in cui si componevano haiku al calare del sole, ora ci sono yokai e altre creature tirate fuori direttamente dall’immaginario nipponico e dalla sua mitologia.

Mi riferisco a fiere che danzano con il vento, a demoni con le sembianze di scimmie, a fattucchiere vestite di viola, a gatti brutali, tigri fameliche di sangue e a serpenti perfidi e in attesa di colpire con il loro veleno venefico. Tornano anche gli zombie, le celeberrime bestie negli altri livelli, gli immancabili scheletri e altre maledette creature che qualcuno, se appassionato di Giappone e dintorni, potrebbe essere felice di rivedere. Vampire Survivors: Legacy of the Moonspeel è un DLC, tuttavia, che espande completamente il mondo di gioco anche attraverso nuovi personaggi da sbloccare. Per chi infatti non conoscesse il gioco originale e fosse capitato qui per caso e per chi lo ha giocato ma volesse rinfrescarsi la memoria, deve sapere che l’opera di Luca Galante si fonda sulla raccolta di denaro spendibile successivamente nel menu principale per sbloccare abilità di qualunque genere.

I vari traguardi raggiunti durante l’esperienza, alcuni dei quali davvero ironici e sarcastici, hanno un’impronta significativa nell’intera produzione: sbloccano frasi tipiche del trash italiano, come la “Borra” ripetuta più volte da Antonella Clerici, o gli stessi nomi dei vari personaggi giocanti come Arco Ladonna, presente dalla pubblicazione, e tanti altri. Il DLC, aggiungendone degli ulteriori espande quindi il suo lato più ironico quanto quello ludico, infoltendolo di otto nuovi protagonisti l’uno più iconico e pazzo dell’altro. Alle ventisette armi già disponibili se ne aggiungono altre tredici, ma il vero protagonista del DLC è in realtà proprio monte Moonspell, un luogo lontano un tempo abitato dalla famiglia Moonspell, che è giocabile attraverso i suoi membri. Proprio con i Belpaese, infatti, Luca Galante ricalca nuovamente l’importanza dei doppi sensi nei suoi nomi e traccia chiaramente una sorta di lore sconosciuta al suo interno, dando peraltro preziose informazioni sugli scenari. Se prima non me accorgevo, ora mi è tutto più chiaro: anni e anni di Dark Souls mi hanno insegnato che un racconto può esprimersi anche da quello che è mostrato a schermo.

In Vampire Survivors si deve sopravvivere per avanzare nel gioco, compiendo alle volte scelte disperate e completamente lontane da quelle che tutti farebbero, optando quindi per gli strumenti utili che permettono di salvaguardare il proprio collo. E non potrebbe essere diverso: d’altronde è proprio questo il lato divertimento, ma vedo Vampire Survivors da una diversa prospettiva. Se prima non dava a vedere la sua profondità, ora Vampire Survivors con Legacy of the Moonspell raggiunge una maggiore consapevolezza della propria qualità. Non che prima non fosse sprovvista, sia chiaro, eppure si comprende meglio cosa ci sia nella mente di Luca Galante: creare non solo un’opera divertente da giocare ma anche godibile da approfondire attraverso le ambientazioni e un tipo di racconto che, man mano che si avanza, si scopre sempre più.

Tuttavia, la particolarità più interessante del DLC è la sua mappa: ampia, molto più ampia rispetto alle altre e con tanti altri elementi a schermo, permette di capire che un tempo Moonspell era un luogo magnifico, dimora di una famiglia onorevole che ora combatte per non vedere il monte alla mercé delle forze del male. Anche se si palesano all’improvviso e colpiscono nel buio, ciò permette di capire che questa terra è minacciata. Ad avermi colpito, mentre esploravo in profondità quanto avevo attorno, erano le varie aree completamente raggiungibili. Prima di iniziare a menare le mani, il personaggio si ritrova in una radura ricoperta di neve: a comparire, invece di un samurai pronto a dare il benvenuto, ci sono fantasmi spaventosi, che fluttuano nell’aria alla ricerca di nuove prede da divorare, con il solo scopo di prosciugare le loro anime. Mentre si cerca di tenerli lontani, accumulando abilità passive e attive, si passa poi a nuove creature, e a intere orde di yokai, intenzionate a rendere questa gita in Giappone indimenticabile sotto ogni punto di vista.

Come accennavo prima, però, a essere realmente coinvolgente è la mappa di gioco: più estesa e meglio strutturata, è occupata per la maggior parte da dungeon, antichi templi aperti occupati da scheletri giganti e tante altre bestialità pronte a rovinare le esistenze dei malcapitati che potrebbero ritrovarsi fra le loro grinfie. Diverso quindi dalle altre aree, Moonspell offre una maggiore libertà e diverse zone con vari biomi: ci sono campi coltivati, sentieri che conducono a una foresta di bambù e altri verso la montagna, da raggiungere però con la massima attenzione.In tal senso, l’area di gioco è consigliabile da affrontare solo dopo aver affinato le proprie abilità e sbloccato il maggior numero di potenziamenti, così da non trovarsi davanti a nemici e a situazioni complesse. Potrebbe essere infatti necessario tanto addestramento prima di partire in quarta e a testa bassa, e il miglior consiglio che posso darvi è quello di affrontare le altre aree del gioco, potenziare i personaggi e partire all’azione. Una protagonista che ho spesso utilizzato è stata la Clerici, che è capace di sgominare un gran numero di nemici in poco tempo, permettendomi così di dedicarmi a ogni area con attenzione, nonostante il numero sconfinato di nemici e le classiche fughe rocambolesche a cui sono stato costretto.

Vampire Survivors: Legacy of the Moonspell aggiunge al pacchetto già ottimo dell’opera di Luca Galante un’area migliore, solida e ben strutturata. È un parco giochi che, in un modo o nell’altro, potrebbe piacere a chiunque è rimasto affascinato dall’esperienza originale, perché intensifica maggiormente le azioni di gioco e le approfondisce, dando modo al giocatore di poter sfruttare ciascuno dei vari personaggi sbloccati. È infatti proprio questo ad avermi affascinato nel corso della mia prova, mentre cercavo in ogni maniera il modo migliore per interfacciarmi con l’area, che ammetto mi ha messo in seria difficoltà durante le prime ore di gioco. Una volta però apprese le nozioni, ricordandomi le varie aree della montagna e le sue tante diramazioni, ho compreso che il problema era come mi stavo interfacciando con l’area, inconsapevole di come mi sarei dovuto comportare.

L’astuzia, in Vampire Survivors: Legacy of the Moonspeel, è infatti alla base dell’opera: serve riflettere, capire come interfacciarsi, cosa fare e dove andare, anche sbagliando miseramente e fallendo com’è da copione. Il Giappone, d’altronde, è una terra ricordata per essere difficile da comprendere a primo acchito, e serve tanto adattamento prima di abituarsi ai suoi ritmi e alle sue sregolatezze. Disciplina, onore e dedizione: sono queste le chiavi per il cuore del Paese del Sol Levante, che ora Luca Galante guarda con ammirazione e stima, mentre il suo videogioco si espande a vista d’occhio.

Cosa aspettarsi dal futuro?

Giunto a questo punto, non si può fare altro che tirare le somme: Vampire Survivors: Legacy of the Moonspell, a differenza di tanti altri contenuti aggiuntivi sul mercato, si presenta in modo alquanto semplice e preciso. Propone dei personaggi unici e sfaccettati, alcuni dei quali realmente divertenti e ispirati alla storia del Giappone e alla sua mitologia.

Ora che però si è esplorato il Paese del Sol Levante, viene da chiedersi quante e quali potrebbero essere le prossime tappe del viaggio di Luca Galante, che potrebbe addirittura spostarsi nel freddo nord e portarci tra i fiordi della Norvegia. Una speranza che, al momento, non deve manifestare o restare sopita. Il Giappone secondo Luca Galante vi attende.