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Recensione

Warhammer 40,000 Darktide | Recensione - Una cantilenante ode al massacro

Gli smembramenti targati Fatshark arrivano anche nel XLI millennio: la recensione di Warhammer 40,000 Darktide

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a cura di Fabio Canonico

Che dai due Vermintide, action in prima persona di stampo cooperativo ambientati nel mondo fantasy di Warhammer, si arrivasse a una produzione analoga, stavolta con teatro l'oscuro universo sci-fi di Warhammer 40,000, era qualcosa che i giocatori si auspicavano. È stato quindi con grande soddisfazione che in molti hanno salutato l'annuncio di Warhammer 40,000 Darktide, che nelle intenzioni del team di sviluppo, Fatshark, ne avrebbe dovuto replicare lo stesso intensissimo e soverchiante gameplay, con in più un certo focus sullo shooting; il tutto, chiaramente, inserito all'interno della possente mitologia del gioco di miniature di Games Workshop e sostenuto dalla sua spettacolare iconografia.

Sembrava quasi un'operazione facile, la quasi reiterazione di una formula di successo, di quella ludica tutta azione che aveva decretato il successo dei Vermintide e che all'universo del 40,000 sembrava potesse applicarsi senza sforzo alcuno. Evidentemente così non era e, al netto delle problematiche legate alla pandemia globale (il gioco era inizialmente previsto per il 2021), un po' lo avevano anticipato i suoi vari rinvii; soprattutto, però, lo dimostrano le non gravi, ma diffuse problematiche delle quali la produzione, che è ora finalmente disponibile, soffre.

Questioni che investono l'esperienza di gioco tanto a livello qualitativo che quantitativo: non la azzoppano, perché la ludica più stretta, quella legata allo sterminio di orde e orde di nemici, è sempre estremamente rutilante, eccessiva e goduriosa, ma la limitano sensibilmente, in un modo che non dovrebbe appartenere a un prodotto finito.

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:
  • GPU:  GeForce RTX 2070 Super
  • RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
  • CPU: Intel Core i7-10750H

Equipaggio sacrificabile

Nelle intenzioni di Fatshark l'elevazione a potenza in Darktide della formula di Vermintide avrebbe dovuto coinvolgere non solo il gameplay, ma anche il contorno, partendo dal comparto narrativo. Scomodare Dan Abnett, autore di numerosi romanzi ambientati nell'universo del 40,000, è in realtà servito solo a disporre vaghe basi, ma non una storia vera e propria. È quasi tutto nel prologo, quello che racconta l'evasione di un comandante del Caos da una prigione di massima sicurezza: anche il personaggio che si è chiamati a impersonificare vi è rinchiuso, e approfitta della situazione per scappare. L'incontro con un ufficiale dell'Imperium, al quale salva la vita, ne cambia però le sorti, e ne diventa così un sacrificabile agente. È davvero tutto qui, e da lì in poi è praticamente nulla l'evoluzione del canovaccio narrativo.

Ecco, ma chi siamo chiamati a impersonificare? È questa la prima, netta differenza rispetto ai Vermintide, perché non si sceglie più tra personaggi creati appositamente per i giochi, dall'estetica e dalla personalità ben definiti, ma si crea il proprio, utilizzando un apprezzabile numero di opzioni legate all'aspetto e al background. Ma la scelta più importante è, prevedibilmente, quella legata alla classe.

Darktide ne propone quattro, quindi già in partenza una in meno dei Vermintide, e soprattutto non sono presenti quelle specializzazioni che nei due giochi fantasy si accompagnano alla progressione dei personaggi. Lo zelota è il più efficace combattente corpo a corpo, il veterano preferisce colpire dalla distanza, i poteri dello psyker gli permettono di uccidere anche i nemici più corazzati e gli ogryn possono assorbire un bel po' di danni: rappresentano, tutto sommato, una buona varietà di approcci tra i quali scegliere, assecondando il proprio modo preferito per uccidere e smembrare, ma sussistono varie questioni legate al bilanciamento.

Il focus è tanto sulla scelta della classe, con relative abilità sbloccabili tra le quali scegliere, quanto su quella delle armi (sono equipaggiabili insieme una per il corpo a corpo e una per la distanza), dato che solo alcune sono esclusive. Se sulla carta questo espediente sembra atto a garantire ancora più varietà, l'impressione generale è che esistano abilità e armi palesemente più efficaci di altre, e quindi ci sia uno spazio piuttosto ridotto per la sperimentazione, indipendentemente da quale personaggio si usi, preferendo una sorta di power play per il quale, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati, poche build sono realmente utili.

Sterminio dopo sterminio

Tutto questo passa per fortuna in secondo piano quando si tratta di dedicarsi a quella che di Darktide è l'attività più importante, ovvero la triturazione, lo sminuzzamento, lo sforacchiamento di una quantità invereconda di nemici, che si riversa contro i giocatori in travolgenti ondate. Queste sono composte da orrori ben noti agli appassionati del gioco di miniature, dalla ributtante progenie del Caos, semplice carne da macello, buona solo a far numero, ad avversari ben più ostici, come ogryn corazzati, mutanti, predoni armati in vario modo e chi più ne ha più ne metta.

Sterminarli a fianco di altri tre elargitori di morte provoca un viscerale godimento, si indugia nel massacro con lascivìa e crudeltà, ulteriormente fomentati dalla ottima colonna sonora firmata da Jesper Kyd, e in questo aspetto la qualità dell'esperienza di gioco è persino superiore a quella, già elevata, dei due Vermintide. Il maggior utilizzo delle armi da fuoco, poi, aggiunge una nuova dimensione agli scontri, rendendo necessari approcci ancora più vari, anche perché come ne sono forniti gli (anti)eroi lo sono i loro nemici. Alla base del successo di ogni missione, comunque, c'è la cooperazione con gli altri giocatori, perché da solo anche il più forte personaggio nulla può contro le orde nemiche. Basta una minima distrazione e, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati, è un attimo venire spazzati via.

È già sul medio periodo, dopo una dozzina di ore di gioco, che vengono però fuori i limiti della struttura nella quale l'assuefacente gameplay è inserito. Le missioni, nonostante siano divise in diversi tipi, in base all'obiettivo da conseguire, alla lunga sono ripetitive, soprattutto perché molte di esse condividono certe ambientazioni. Ha senso, perché teatro dell'azione è la città alveare di Tertium, ma differenziarle maggiormente, collocandole in posti immediatamente riconoscibili e non presenti in altre, sicuramente avrebbe contribuito a una maggiore sensazione di varietà.

Il problema maggiore però è legato alla progressione del personaggio. Fino al trentesimo livello, raggiungibile più o meno in una ventina abbondante di ore di gioco, si sbloccano nuove abilità (una ogni cinque livelli), spizzichi di storia si svelano, nuovo equipaggiamento diventa disponibile nel negozio. Da lì in poi c'è poco da fare, anche perché mancano alcune delle caratteristiche che gli sviluppatori avevano promesso, come il crafting.

Non solo. Contrariamente ai Vermintide, al completamento di una missione non corrisponde l'ottenimento di nuovo equipaggiamento. Questo può essere solo comprato con i crediti guadagnati, ma gli oggetti in vendita cambiano a ogni ora, quindi qualora si desiderasse provare una certa arma e questa non fosse disponibile, nisba, ripassare dopo. Non propriamente una soluzione elegante, così come non è affatto elegante il modo in cui è strutturato il negozio con valuta reale. Determinati oggetti sono disponibili solo spendendo altri soldi, peccato che non sia possibile farlo direttamente e occorra convertire valuta reale in una speciale valuta in game. Casualmente (…) non è possibile convertire l'esatto ammontare del costo degli oggetti più ambiti, come i bundle, e occorre quindi spendere di più (gli sviluppatori hanno però promesso che questo problema verrà corretto a breve).

È un gran peccato quindi che a Darktide manchi compiutezza in tutto quello che non sia lo sterminio dei nemici, che invece funziona benissimo e che quasi da solo vale il prezzo del biglietto. Persino nel suo sontuoso comparto tecnico, che con efficacia e potenza porta sullo schermo in maniera praticamente perfetta l'universo del 40,000, ci sono delle crepe, rappresentate da un fastidioso stuttering sia su console che su PC. Su PC poi la problematica è ancora più rilevante, visti gli elevati requisiti del gioco.

Voto Recensione di Warhammer 40,000 Darktide - PC


6

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Smembrare orde e orde di nemici provoca un piacere fisico.

  • Il maggior focus sulle armi da fuoco aggiunge varietà e profondità all'azione.

  • Il (pesantissimo) comparto tecnico rende assolutamente giustizia al materiale di riferimento.

Contro

  • La storia è del tutto impalpabile.

  • La gestione dei negozi è da rivedere.

  • La quantità e la varietà dei contenuti non sono del tutto soddisfacenti, rendendo la ripetitività inesorabile.

Commento

Warhammer 40,000 Darktide non è ancora la produzione che gli appassionati del gioco di miniature e gli amanti dei Vermintide si aspettavano. In quello che è il fulcro dell'esperienza di gioco, il massacro di orde di nemici, funziona benissimo, e tuffarsi in quel tripudio di morte conduce a una macabra estasi. Manca, però, un'adeguata struttura che sostenga la ludica: troppo esile la progressione, scarsa la varietà di missioni, discutibili le soluzioni implementate nei due negozi. Migliorìe legate a tali aspetti sono state promesse; sono assolutamente necessarie, per rendere il gioco qualcosa in più di un godurioso ma poco profondo bagno di sangue.

Informazioni sul prodotto

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Warhammer 40,000 Darktide - PC