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Xbox, in america è stato il peggior novembre di sempre

Le console Xbox Series X e S hanno registrato un calo del 70% nelle vendite USA a novembre, il peggior risultato per Microsoft in questo mese chiave per il retail.

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Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 18/12/2025 alle 12:00

La notizia in un minuto

  • Xbox Series X e S hanno subito un crollo del 70% nelle vendite negli USA a novembre, il peggior risultato di sempre per Microsoft in questo mese cruciale, mentre PS5 cala del 40% e Switch del 10%
  • Gli aumenti di prezzo hanno portato Xbox Series S da 300 a 400 dollari, stesso prezzo della PS5 Digital Edition, a causa di tariffe doganali e inflazione, rendendo la console meno competitiva
  • Microsoft sta abbandonando le esclusive e punta su una strategia multipiattaforma, mentre la console ha cinque anni senza refresh hardware significativo, spostando il focus verso servizi e cloud gaming

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Il mercato delle console domestiche sta attraversando una fase di profonda difficoltà negli Stati Uniti, ma c'è un protagonista che soffre più degli altri: Xbox Series X e S hanno registrato un crollo delle vendite del 70% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta del peggior risultato di sempre per una console Microsoft nel mese di novembre, storicamente il più importante per il commercio al dettaglio di videogiochi. Il dato emerge dalle analisi di Circana, azienda specializzata nel monitoraggio del settore, attraverso le dichiarazioni del senior director Mat Piscatella.

La crisi non riguarda solo Xbox: anche PlayStation 5 ha visto un calo del 40%, mentre Nintendo Switch nella sua transizione generazionale ha perso il 10% combinando le vendite del modello originale con il nuovo Switch 2. Tuttavia, la dimensione del tracollo Microsoft appare sproporzionata rispetto alla concorrenza. Per comprendere le ragioni di questo fenomeno bisogna analizzare diverse variabili che si sono accumulate negli ultimi anni.

Il fattore più determinante sembra essere quello economico. Microsoft ha operato una serie di aumenti di prezzo che hanno portato l'Xbox Series S, il modello entry-level lanciato originariamente a 300 dollari, a costare ora 400 dollari. Gli incrementi più significativi sono avvenuti in due ondate: a maggio, con aumenti fino a 130 dollari per l'edizione speciale Galaxy, e a settembre, con ulteriori rincari tra i 20 e i 70 dollari a seconda del modello. Secondo Piscatella, il prezzo medio per unità è salito di oltre il 30% rispetto all'anno precedente.

Questi rincari sono almeno in parte conseguenza delle tariffe doganali imposte dagli Stati Uniti sui paesi dove vengono prodotte le console. A questa situazione si aggiunge la speculazione su possibili futuri aumenti legati all'impennata dei prezzi della RAM, trainata dalla domanda crescente dell'intelligenza artificiale generativa. Il contesto economico generale americano, caratterizzato da alta inflazione, debito al consumo elevato, scarsa creazione di posti di lavoro e disoccupazione in crescita, completa un quadro poco favorevole per acquisti non essenziali.

Xbox Series S ora costa 400 dollari, quanto una PS5 Digital Edition

La concorrenza ha gestito diversamente la pressione sui costi: Sony ha aumentato il prezzo di PS5 di soli 50 dollari quest'anno, mentre Nintendo ha scelto di mantenere lo Switch 2 al prezzo annunciato inizialmente, pur più alto delle aspettative, aumentando invece i prezzi del modello precedente e degli accessori. Risultato: Xbox Series S e PS5 All-Digital costano entrambe 400 dollari, mentre Switch 2 si posiziona a 450. Di fronte a queste cifre simili, i consumatori sembrano preferire la console nuova di zecca o, nel caso di acquisti per bambini, alternative molto più economiche come il NEX Playground da 200 dollari, che a novembre ha venduto più di Xbox Series.

Il declino di Xbox nelle vendite hardware non è un fenomeno recente. Piscatella rivela che dal 2022 al 2023 c'è stato un calo di oltre il 20% nelle vendite di novembre, seguito da un ulteriore -29% tra 2023 e 2024. L'ultimo novembre positivo per Microsoft risale al 2022, con un incremento dell'11% rispetto al 2021. Il picco assoluto per la piattaforma in questo mese cruciale è ormai un ricordo lontano: risale al novembre 2011, con un secondo posto nel 2014.

La console ha anche altri fattori strutturali che giocano contro: ha ormai cinque anni sul mercato senza alcun refresh hardware significativo quest'anno, riducendo gli incentivi all'acquisto per chi non l'ha ancora fatto. Inoltre, la strategia aziendale di Microsoft ha progressivamente abbandonato il concetto di esclusive, pilastro tradizionale della competizione tra console. Diversi titoli first-party vengono ora rilasciati su PlayStation poco dopo il debutto su Xbox, e l'azienda sta valutando di estendere ulteriormente questa politica multipiattaforma.

Nemmeno l'arrivo di Call of Duty: Black Ops 7 al day one su Game Pass è riuscito a risollevare le sorti dell'hardware. Questo solleva interrogativi sul futuro della piattaforma, anche se Microsoft non sembra intenzionata ad abbandonare completamente il settore hardware. Nell'ottobre scorso, il CEO Satya Nadella ha lasciato intendere che ci sarà effettivamente una nuova console Xbox, ma con un approccio ibrido tra PC e console tradizionale.

La domanda che molti analisti si pongono non è tanto se Xbox stia fallendo sul fronte hardware, quanto piuttosto se questo aspetto sia ancora rilevante per la strategia complessiva di Microsoft. Con un focus sempre maggiore sui servizi, sul cloud gaming e sulla presenza multipiattaforma, il numero di console vendute potrebbe essere diventato un indicatore secondario per l'azienda di Redmond, anche se pubblicamente continua a difendere l'importanza del proprio hardware proprietario.

Fonte dell'articolo: www.ign.com

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