Censura cinese, l'arma finale è pronta a colpire

Il filtro Green Dam ci sarà, ma in Rete e nel Mondo la polemica non si attenua.

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a cura di Manolo De Agostini

Il filtro anti-porno sui computer cinesi, molto probabilmente, ci sarà. Pechino, sebbene abbia fatto credere che fosse facoltativo, ha deciso di continuare sulla propria strada, alimentando le polemiche.

Dall'inizio del mese di luglio, quindi, il filtro Green Dam sarà applicato sui computer venduti sul suolo cinese. Il problema, però, è che Green Dam non è in grado di filtrare solo i contenuti osceni per proteggere i minori, ma anche intervenire - potenzialmente - su tutto ciò che non è di gradimento al regime. I siti d'informazione, per esempio.

Come se non bastasse, è stato dimostrato come il software sia stato copiato e non sia sicuro. I computer dei cinesi, insomma, sarebbero alla mercé di chiunque.

Il mondo, però, non sta a guardare e gli Stati Uniti hanno espresso ufficialmente preoccupazione per un'azione "volta a limitare l'accesso a Internet e la libertà di espressione". I rappresentanti statunitensi si sono detti disponibili a un confronto con le autorità di Pechino, sperando di mediare tra la posizione del Governo e quella degli utenti.

Utenti che, come misura di protesta, si stanno coalizzando per un'azione simbolica: non accedere alla Rete dal primo luglio, né nel tempo libero, né sul posto di lavoro. Servirà a qualcosa?

Intanto la campagna anti-porno cinese, prosegue. Dopo le lamentele del Governo, Google ha dichiarato che farà di tutto per evitare che agli utenti compaiono, sulle sue pagine, suggerimenti o contenuti di questo genere. 

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