Computer schizofrenico, i PC per capire la malattia

Grazie a una rete di computer si è creata una rete neurale e le caratteristiche di una forma di schizofrenia. L'esperimento, condotto dall'Università del Texas e della Yale University, serve per capire la malattia e favorire la ricerca di contromisure.

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a cura di Manolo De Agostini

Il "computer schizofrenico" potrebbe aiutare la ricerca medica a capire come affrontare una malattia che affligge milioni di persone nel mondo. Studiosi dell'Università del Texas di Austin e della Yale University hanno riscontrato che reti di computer "che non possono dimenticare abbastanza rapidamente, sono in grado mostrare i sintomi di una schizofrenia virtuale".

I ricercatori hanno creato quella che hanno definito una "rete neurale", chiamata DISCERN, in grado di apprendere una serie di semplici storie e assimilarle in memoria in un modo "molto simile a quello usato dal cervello per immagazzinare le informazioni. Non come unità distinte, ma come relazioni statistiche di parole, frasi e storie".

L'obiettivo era quello di verificare la teoria dell'iperapprendimento, secondo la quale le persone affette da schizofrenia hanno un cervello che perde la capacità di dimenticare o ignorare informazioni come dovrebbe fare normalmente.

"Senza dimenticare, queste persone perdono la capacità di ricavare ciò che è rilevante della vastità di stimoli cui è sottoposto il cervello, e iniziano a fare collegamenti che non sono reali, perdendo la capacità di mettere insieme qualsiasi tipo di storia coerente".

"L'ipotesi è che la dopamina codifichi l'importanza di un'esperienza. Troppa dopamina porta a dare una rilevanza esagerata, e il cervello finisce per apprendere da cose da cui non dovrebbe imparare", ha dichiarato Uli Grasemann, ricercatore del dipartimento Computer Science dell'Università del Texas, che lavorato insieme al professor Risto Miikkulainen.

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Per ricreare lo stato di iperapprendimento, gli studiosi hanno continuato ad allenare la rete neurale, cambiando però un parametro chiave. Hanno simulato un eccessivo rilascio di dopamina accrescendo il tasso di apprendimento del sistema, ovvero portandolo a dimenticare le informazioni.

"Ignorare le cose è un meccanismo essenziale", ha dichiarato il professor Grasemann. "Quello che abbiamo scoperto è che se si aumenta il tasso di apprendimento di DISCERN a un livello abbastanza elevato, si producono anomalie nel linguaggio che suggeriscono un comportamento schizofrenico".

Terminato l'iperapprendimento, DISCERN ha iniziato a mettersi al centro di storie fantastiche e deliranti, composte da elementi di altre storie presenti nei suoi "ricordi". Secondo i ricercatori, in una risposta DISCERN ha rivendicato la responsabilità di un attentato terroristico.

"Il calcolo dell'informazione da parte delle reti neurali è simile in diversi modi all'elaborazione delle informazioni nel cervello umano", ha dichiarato Grasemann. "Quindi la speranza era quella che si sarebbe guastato in modo simile. E l'ha fatto". "Questo esperimento non è la prova assoluta che l'ipotesi dell'iperapprendimento sia corretta", ha aggiunto Grasemann. 

"Tuttavia è un supporto a questa ipotesi, e anche la prova di quanto siano utili le reti neurali nella comprensione del cervello umano". "Abbiamo molto più controllo sulle reti neurali di quanto potremmo mai averne su soggetti umani. La speranza è che tutto questo possa aiutare la ricerca medica".