NASA, 24 detriti del satellite indiano (abbattuto) potrebbero raggiungere la ISS

L'amministratore della NASA Bridenstine lunedì ha confermato che 24 detriti dovuti all'abbattimento del satellite indiano potrebbero essere un problema.

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a cura di Dario D'Elia

La distruzione di un satellite causata mercoledì scorso da un missile indiano ha incrementato del 44% il rischio che la Base Spaziale Internazionale (ISS) possa essere colpita da piccoli detriti. L'ha confermato lunedì l'amministratore della NASA Jim Bridenstine durante un incontro stampa presso il quartier generale dell'agenzia a Washington.

La sperimentazione del sistema ASAT (anti-satellite) indiano, salutata con entusiasmo dal Primo Ministro Narendra Modi, sebbene abbia riguardato un Microsat-R da neanche 800 kg posizionato a 297 km di altezza ha generato con la sua esplosione – e quella del missile – una nuvola di detriti non indifferente.

Fin dalla prima ora i tecnici indiani ne hanno minimizzato le conseguenze, ma per Bridenstine si è trattato di una "inaccettabile" minaccia per gli astronauti e soprattutto di una "terribile, terribile cosa" considerato che sono stati individuati circa 400 detriti.

"Questo genere di attività non è compatibile con il futuro del volo spaziale umano", ha dichiarato il referente NASA. "Quello che stiamo rilevando in questo momento sono oggetti abbastanza grandi da tracciare – stiamo parlando di circa 60 pezzi da 10 centimetri o più grandi". Il problema è che almeno 24 di questi stanno raggiungendo la Stazione Internazionale Spaziale, anche se è posizionata circa 100 km sopra la soglia orbitale del satellite distrutto.

Bridenstine ha assicurato che la stazione non corre alcun pericolo, ma nel caso di rischio impatto – stimato molto basso al momento – si procederà con una manovra. Resta il fatto che bisogna essere cauti in questi casi, perché ad esempio ancora oggi bisogna costantemente monitorare i detriti diffusi dal test anti-satellitare cinese del 2007. Ai tempi un satellite da 865 kg venne abbattuto all'altitudine di 865 km generando 150mila detriti di cui 2.867 ancora in orbita a distanza di anni.

Oggi la NASA è in grado di tracciare con i suoi sistemi fino a 23mila detriti e vi sono progetti di sviluppo per migliorare questa capacità, come ad esempio l'atteso Space Fence che dovrebbe diventare operativo quest'anno. Si parla di un sistema di sorveglianza spaziale creato dalla US Air Force capace di tracciare sia satelliti artificiali che fino a 200mila/400mila detriti.