Test - colore

Recensione - Test della Nikon D600, la prima reflex Nikon di categoria mainstream ad adottare un sensore full-frame.

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a cura di Tom's Hardware

Test - colore

Con le impostazione JPEG standard, la D600 restituisce generalmente immagini molto piacevoli e convincenti, anche se si nota immediatamente una saturazione non particolarmente elevata e una leggera tendenza verso il "lato oscuro", cioè verso la sottoesposizione.

Questo comportamento viene messo particolarmente in evidenza nel corso di test in condizioni di luce debole, in cui la D600 performa piuttosto male: sottoesposizione marcata, saturazione stranamente al di sotto del 100% ed errori cromatici evidenti. Sul campo, come detto, la situazione migliora, ma rimane una lieve tendenza alla sottoesposizione che, a meno di non gradire i toni dark, va costantemente corretta.

Il puro errore cromatico (dE) è perfettamente nella norma, ma la tendenza alla sottoesposizione del JPEG standard porta a un errore complessivo dE piuttosto marcato. In sintesi: colori fedeli, ma immagini dai toni un po' dark. 

Il livello di rumore è particolarmente contenuto a 100 ISO, poi cresce in misura più marcata di quanto facciano alcune full-frame concorrenti: la media a 6400 ISO si attesta su 1,67%, da confrontare con l'1,54% della EOS 6D, l'1,26% della 5D Mark III e 1,87% della D800, che con tutti i Mpixel del sensore soffre più di altre l'aumento di amplificazione del segnale.

Il rumore a 6400 ISO della D600, disattivando i filtri antirumore ....

E quello della concorrente EOS 6D, a parità di condizioni. 

Pur mostrando valori complessivamente molto buoni, la D600 viene quindi superata dalla diretta concorrente in termini di rumore assoluto, e il confronto qui sopra (6400 ISO, NR OFF) rende conto visivamente della differenza. Di nuovo, però, il comportamento sul campo è migliore di quello che raccontano i dati sintetici. La D600 tende infatti ad elaborare meno le immagini rispetto alla diretta concorrente, così, a spese magari di un rumore di fondo più evidente nelle zone d'ombra, mantiene un dettaglio mediamente più elevato.