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Pro
- Buon effetto riscaldante
- Autonomia elevata (fino a 18 ore)
- App facile da usare
- Gadget unico, non ha veri concorrenti
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Contro
- Prezzo alto (229 euro)
- Poco discreto sotto camicie/maglie
- Bocchette che si staccano facilmente
- Raffrescamento più psicologico che reale
- Scomodo da usare con giubbotti o sedie con poggiatesta
Il verdetto di Tom's Hardware
Sony ha deciso di portare anche in Italia un prodotto dal gusto molto giapponese: il Reon Pocket Pro, un dispositivo portatile per il raffrescamento/riscaldamento del corpo, che s’indossa dietro al collo. L’ho provato per alcune settimane: ecco com’è andata.
Come è fatto
Il Reon Pocket Pro, nonostante il termine pocket (tascabile) nel nome, non è poi così piccolo. Forse Sony voleva semplicemente suggerire che è facile da portare con sé. Il corpo principale è costituito da una piastra metallica da appoggiare alla pelle, sormontata da un involucro che ospita l’elettronica necessaria per riscaldare o raffreddare la piastra, oltre a un sistema interno di raffreddamento per bilanciare l’energia impiegata. Sono presenti un dissipatore e una ventola, che spesso funziona a basso regime, ma ogni tanto si sente, soprattutto quando si usa una modalità ad alta potenza (la sentirete solo voi per via della vicinanza alle orecchie).
Nella parte inferiore l’involucro è aperto per aspirare aria, che viene poi espulsa dalla parte superiore. Sul lato sinistro del dispositivo troviamo il tasto di accensione e un tasto “modalità” per passare dal caldo al freddo. Sul lato opposto ci sono un tasto “Start” per avviare la funzione e due tasti “+” e “-” per regolare l’intensità.
Purtroppo non ci sono LED che indichino il livello selezionato, ma in realtà non servirebbero: una volta indossato, è impossibile guardare il dispositivo, sia perché si trova sulla nuca, sia perché sarà coperto quasi completamente da una camicia o maglietta. Due steli si aprono e abbracciano il collo, sorreggendo il Reon Pocket Pro in modo che resti posizionato sulla parte alta della schiena, appena sotto la base del collo.
Integra il Bluetooth, e il modo migliore per utilizzarlo è tramite l'app, più che in modalità manuale. Dall’applicazione si possono regolare in modo molto preciso tutte le impostazioni. Nella confezione è incluso anche un sensore esterno per la temperatura, che però non ho ricevuto (il mio era un modello di pre-produzione), quindi non posso valutarne l’utilità. In ogni caso, il Reon Pocket Pro funziona anche senza.
L’applicazione
L’app è essenziale e intuitiva. Permette di scegliere tra raffrescamento e riscaldamento, e decidere se impostare il controllo manuale o affidarsi alla modalità automatica. In “modalità Smart” si può scegliere tra cinque livelli di intensità, e in base al livello selezionato viene impostata una temperatura obiettivo, che il dispositivo cercherà di mantenere. Un sensore interno rileva la temperatura attuale e modula l’erogazione di calore o freddo in base alla soglia impostata. In alternativa, si può usare la modalità manuale e selezionare direttamente uno dei cinque livelli disponibili.
Durante i test, la connessione via Bluetooth allo smartphone è sempre risultata rapida e stabile. In pochi clic è possibile impostare il dispositivo secondo le proprie preferenze.
Autonomia
L’autonomia è molto buona. Con impostazioni medie (sia caldo che freddo) può funzionare per circa 18 ore. Alla massima intensità si arriva comunque a quasi 6 ore di uso continuo. Considerando che difficilmente lo si utilizzerà sempre alla massima potenza, l’autonomia non rappresenta un problema. Per una ricarica completa servono circa due ore e mezza.
È comodo da indossare ?
Non è un prodotto che scompare sotto una camicia o maglietta. Anzi, se vi guardate di lato, lo noterete facilmente e, a uno sguardo poco attento, potrebbe sembrare che abbiate un po’ di gobba. Esteticamente non è il massimo: forse è meglio non nasconderlo del tutto e lasciarlo in vista, attirando così qualche sguardo curioso.
Con indumenti pesanti, come un giubbotto, il peso può farlo scivolare verso il basso, quindi risulta più comodo da usare in estate, con magliette o camicie leggere. Un altro problema si presenta quando ci si siede su una sedia con poggiatesta: se il supporto tocca il collo, interferisce con il dispositivo.
Ho riscontrato un difetto nei beccucci superiori che espellono l’aria: si staccano facilmente e l’inclinazione non è ottimale, andrebbe direzionata meglio verso la parte posteriore. Il Reon Pocket Pro include due bocchette: una corta standard e una più lunga, pensata per colli alti o indumenti spessi. Durante la prova, la bocchetta corta si è staccata senza che me ne accorgessi, probabilmente mentre camminavo, e l’ho persa.
Per risolvere il problema, ho progettato delle bocchette personalizzate stampabili in 3D. Non saranno perfette (le mie competenze in modellazione 3D sono ancora in fase iniziale), ma si fissano correttamente e fanno il loro dovere. Se vi interessano, le trovate qui.
Funziona ?
L’effetto è simile a quello che si prova appoggiando una mano fredda dietro al collo. Avete mai messo un fazzoletto bagnato o una lattina gelata sulla nuca? L’effetto è proprio quello. Non si tratta di un raffrescamento attivo su tutto il corpo, come accade entrando in una stanza fresca o davanti a un ventilatore, ma un po’ di sollievo si sente. Non aspettatevi di rimanere freschi sotto il sole a 35 gradi: l’obiettivo è offrire un sollievo localizzato.
Paradossalmente, la modalità di riscaldamento è quella che ho trovato più utile. L’effetto è simile a quello di una borsa dell’acqua calda sul collo. Una fonte di calore localizzata, infatti, ha spesso un effetto più diffuso sul corpo rispetto a una fredda. Non ho avuto molte occasioni per provarla, dato il clima ormai mite, ma in un paio di giornate fredde e piovose l’ho davvero apprezzata.
Verdetto: chi dovrebbe acquistarlo ?
Il Reon Pocket Pro è un gadget — e pure costoso. Costa 229 euro, un prezzo che può sembrare alto, ma non esistono veri concorrenti diretti. Starà quindi al singolo valutare se ne vale la pena. Personalmente, se me lo regalassero, lo userei volentieri.
Tra i difetti principali c’è la questione delle bocchette (che ho risolto con un po’ di fai-da-te) e le dimensioni: non è discreto. Se fosse stato più sottile, l’avrei preferito, anche a costo di un’autonomia inferiore.
La modalità di raffrescamento ha un impatto più psicologico che reale sulla temperatura corporea, ma comunque aiuta nei momenti di caldo e stress. La modalità di riscaldamento, invece, ha un effetto più concreto e piacevole.
In sintesi: se soffrite il caldo — o ancora meglio, se soffrite il freddo — potrebbe essere un bel regalo da ricevere.