Tassa su Google News anche in Italia: il Garante si schiera

Il Garante per il Mercato e la Concorrenza si è schierato a favore di un'eventuale tassa sugli aggregatori di notizie come Google News. Il presidente Giovanni Pitruzzella ha recapitato una segnalazione a Governo e Parlamento.

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a cura di Dario D'Elia

Il Garante per il Mercato e la Concorrenza inizia a preparare il terreno per la tassa su Google News e tutti gli aggregatori di notizie. Il presidente Giovanni Pitruzzella ha recapitato una segnalazione a Governo e Parlamento che chiede espressamente di "mettere all'ordine del giorno il tema della tutela dei contenuti editoriali su Internet".

L'obiettivo è quello di evitare che la libera pubblicazione delle notizie attraverso il Web disincentivi il settore dell'informazione. E contemporaneamente incoraggiare forme di cooperazione virtuosa tra i produttori di contenuti editoriali e i fornitori di servizi.

Tassa su Google

"Tenuto conto della dimensione sopranazionale del fenomeno internet, è inoltre necessaria che le istituzioni italiane adottino concrete iniziative a tutela dei contenuti editoriali online presso le opportune sedi internazionali", sottolinea il documento.

A tutti gli effetti le strade percorribili sembrano essere due. Imitare quanto avvenuto in Francia, dove grazie a un accordo con Google è stato possibile ottenere 60 milioni di euro per sostenere la transizione digitale della stampa e i relativi investimenti e innovazioni. Oppure intervenire "sulla disciplina della proprietà intellettuale" stabilendo una forma di remunerazione per gli editori per le attività che vanno ad alimentare i servizi di diffusione delle informazioni sulla rete. Praticamente come si sta procedendo in Germania.

L'AGCM sarebbe favorevole a questa seconda strategia "perché consente ai soggetti impegnati nella produzione e diffusione di contenuti informativi di beneficiare della diffusione di tali prodotti sulla rete con un evidente vantaggio sotto il profilo dell'efficienza allocativa delle risorse del settore".

Ovviamente Pitruzzella è convinto che ci voglia cautela per continuare a tutelare la diffusione della conoscenza. Un eccessivo irrigidimento dei sistemi di protezione autoriali e i costi legati alla remunerazione degli editori potrebbero riverberarsi sugli utilizzatori finali, con effetti negativi per l'accesso all’informazione ed il pluralismo.

La palla adesso passa a Governo e Parlamento.