Wikipedia sciopera contro l'obbligo di rettifica

Wikipedia Italia è in sciopero per protestare contro il comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni che imporrà la rettifica senza arbitrato. Il rischio è la divulgazione e l'informazione online vengano indotte a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per non avere problemi.

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a cura di Dario D'Elia

La versione italiana di Wikipedia da ieri è in sciopero per protestare contro il Disegno di legge riguardante le intercettazioni telefoniche, che com'è risaputo potrebbe mettere il bavaglio alla Rete. La settimana scorsa il Governo ha ritirato fuori dal cassetto la cosiddetta legge ammazza-blog, che si propone di obbligare siti, blog e testate online alla rettifica

"Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono", si legge nel comma 29.

La protesta di Wikipedia - Clicca per ingrandire

Ovviamente un progetto di divulgazione online come Wikipedia rischia di essere compromesso poiché la valutazione della lesività dei contenuti "non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato", come porta il comunicato che capeggia sul sito dell'enciclopedia online.

La domanda in fondo che si pongono un po' tutti in questi giorni è per quale motivo vi sia bisogno di istituire l'obbligo di rettifica quando il codice penale punisce già il reato di diffamazione. 

"Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per non avere problemi", conclude il comunicato di Wikipedia.

"Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?".

Silenzio!

Brillante non caso l'intuizione di Luca De Biase de Il Sole 24 Ore. "A forza di comprimere la libertà e impedire la conoscenza dei fatti, si generano reazioni sempre più forti. Perché non esiste potere che riesca a impedire all'informazione di circolare e alle persone di arrabbiarsi. Neppure un potere ipnotico televisivo", scrive sul suo blog.

Da rilevare infine che le speranze di correggere con qualche emendamento le sbavature di questa proposta di legge sono un po' vane. Persino la proposta del deputato PDL Cassinelli non va oltre un allungamento dei tempi: 10 giorni per rettificare sui siti amatoriali e blog, contro le 48 ore delle testate giornalistiche e i siti non-amatoriali.

L'ultima chicca comunque giunge dal quotidiano "Il Tempo" di Roma che titola "Wikipedia protesta? Meglio, c'è la Treccani Torniamo all'antico, niente politica e più cultura". No comment.