Guidatori attenzione, se non fate i bravi l'auto lo dice all'assicurazione

Nell'ambito di un'inchiesta partita dagli States è emerso che alcune automobili raccolgono le statistiche di guida e le condividono con le assicurazioni.

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a cura di Marco Silvestri

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Secondo il report di LexisNexis, un broker di dati globale con sede a New York, alcune vetture di ultima generazione dotate di connettività internet inviano regolarmente dati sulle abitudini dei guidatori che includono eventuali eccessi di velocità, frenate brusche e accelerazioni improvvise.

Cosa succede? In pratica (teoricamente previo consenso del guidatore), l'auto fornisce all'assicurazione un report delle abitudini di guida indicando se eccede spesso limiti di velocità o ha una guida troppo "sportiva" comportando un aumento della polizza di anno in anno.. Sembra assurdo, ma è quanto accaduto a Kenn Dahl, proprietario di un'azienda specializza in software con sede a Seattle che ha visto la sua assicurazione aumentare del 21% nel 2022. Il sessantacinquenne guida una Chevrolet Bolt presa in leasing di cui la società LexisNexis dichiara di possedere più di 130 pagine di report dettagliati.

Le informazioni vengono regolarmente raccolte tramite la connessione Internet dei veicoli di produttori del calibro di General Motors, Honda, Kia e Hyundai che dispongono di funzionalità opzionali nelle loro app per valutare la guida delle persone. Tuttavia, molti conducenti potrebbero non essere consapevoli che, attivando queste funzioni, le informazioni sulla loro condotta di guida vengono poi condivise con i broker di dati come LexisNexis.

Anche se il caso è scoppiato negli USA, in Italia molte auto hanno già la scatola nera e non possiamo escludere che le stesse funzioni verranno implementate anche da noi.

Il report ha sollevato preoccupazioni tra i consumatori, con alcuni utenti che riferiscono di essere stati tracciati anche senza attivare la funzione di monitoraggio, subendo un conseguente aumento delle tariffe assicurative. Malgrado le compagnie automobilistiche e i broker di dati sostengano di avere il permesso dei conducenti per raccogliere e condividere tali dati, la consapevolezza e il consenso dei consumatori restano una questione quasi invisibile e spesso vengono ottenuti tramite politiche di privacy complesse e poco chiare.

In risposta alle preoccupazioni sollevate, GM ha dichiarato che il servizio OnStar Smart Driver è opzionale e che i benefici per i clienti includono la possibilità di imparare di più sul proprio comportamento di guida sicura. Tuttavia, la pratica di condividere "informazioni selezionate" sui comportamenti di guida con LexisNexis e un altro broker di dati, Verisk, ha lasciato molti consumatori sorpresi e preoccupati per le implicazioni sulla privacy e sui costi assicurativi.

La questione ha attirato l'attenzione dei legislatori e dei regolatori, con il senatore Edward Markey che ha sollecitato la Federal Trade Commission a indagare su queste pratiche che potrebbero costituire una violazione delle norme contro le pratiche commerciali sleali e ingannevoli.

Questo scenario solleva importanti domande sui diritti alla privacy dei consumatori nell'era dell'IoT, sottolineando la necessità di maggiore trasparenza e consenso informato nell'uso dei dati personali.