Prova, Kia Niro PHEV: esperienza in vacanza, anche in fuoristrada

Dopo aver provato la variante 100% elettrica giunge il momento anche di quella ibrida plugin: confortevole, versatile e pratica. Ecco la ricetta di Kia per questo modello.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Abbiamo già provato la Niro di Kia nella sua motorizzazione elettrica (e-Niro), e ora abbiamo passato una settimana in compagnia della versione PHEV, cioè l’ibrida plug-in, praticamente identica alla soluzione adottata per la Kia XCeed che abbiamo avuto modo di analizzare in precedenza. La prova che abbiamo riservato al crossover della casa automobilistica coreana è stata un po’ differente del solito, poiché abbiamo colto l’occasione di una piccola vacanza per portare la Niro plug-in in Val d’Orcia, mettendola alla prova sulla lunga distanza, tra le curve dei colli toscani e anche nel fuoristrada, considerando che l’agriturismo dove abbiamo soggiornato richiedeva di percorrere diversi chilometri su strade bianche. Questa prova sarà quindi un racconto della nostra esperienza, in cui sottolineeremo le caratteristiche che più ci sono piaciute di Niro PHEV, quelle che ci sono piaciute meno e comunque non ci soffermeremo sul classico racconto delle caratteristiche tecniche, che facilmente si possono trovare sul sito web di Kia.

La prova è iniziata con il viaggio di 450 chilometri, la maggior parte percorsi in autostrada. Una lingua d’asfalto dritta, con svariate code, non si può considerare un’esperienza entusiasmante; abbiamo avuto infatti un sacco di tempo per apprezzare il sistema d’intrattenimento di bordo, che, nel nostro caso, è stato gestito principalmente da CarPlay. La compatibilità dei nuovi sistemi Kia con Android Auto e CarPlay è un buon valore aggiunto per chiunque voglia trasformare il proprio smartphone nel principale attore del sistema multimediale, e Kia lo fa con estrema eleganza grazie all’enorme schermo centrale. Questa compatibilità mette lievemente in secondo piano la soluzione di infotainment del produttore, che nell’attuale versione ha molto da offrire, ma, come è successo con XCeed, dobbiamo ammettere che difficilmente decidere di non usare la soluzione Google o Apple.

Unica pecca, in questo caso, è la necessità di collegare i dispositivi tramite un cavo. Abbiamo inserito un cavo Lightning nella porta USB del tunnel centrale il primo giorno in cui abbiamo ritirato l’auto, e scollegato il giorno della consegna. Kia dovrebbe rivedere l’organizzazione del portaoggetti del tunnel centrale in termini di misure, e adattarlo alla misura media degli smartphone attuali: il nostro iPhone 12 Pro (normale, non Max) non può essere adagiato nell’apposita zona, che sarebbe anche dotata di carica batterie a induzione; ci siamo quindi ritrovati con lo smartphone sempre a metà tra il portaoggetti e la base del cambio. Comoda invece la seconda presa USB anteriore, che permette di collegare un secondo dispositivo.

La maggior parte dei chilometri in autostrada li abbiamo percorsi con il cruise control attivo, sufficientemente intelligente da mantenere la corsia e la velocità. I comandi a volante permettono di attivarlo in pochi click e in maniera intuitiva. L’accelerazione è morbida, così come le frenate, non ci sono stati momenti in cui abbiamo ravvisato un comportamento troppo brusco da parte dell’autopilot. Avremmo invece gradito meno severità da parte del radar anteriore, il quale non permette all’autovettura di accelerare fino a quando l’automobile che precede ha liberato completamente la corsia: quando viaggiate in autostrada in una corsia e l’auto davanti a voi lascia via libera, finché anche l’ultimo centimetro della vettura non sarà uscito dalla corsia la Niro rimarrà al proprio posto. È una caratteristica di sicurezza molto concreta, ma abbiamo avuto modo di provare soluzioni di autopilot meno rigide e non per questo meno sicure. I sedili e la posizione di guida sono comodi, soprattutto il passeggero grazie allo spazio disponibile per le gambe; ogni tanto si sente la necessità di una posizione più sdraiata, soprattutto sulle lunghe distanze, ma abbassare al massimo il sedile cercando di ottenere tale posizione, snatura Niro dalla sua anima da Crossover puro. In poche parole, Niro va bene sui viaggi lunghi, ma è maggiormente apprezzabile in quelle situazioni dove una guida più alta offre dei chiari vantaggi, ovvero fuori dall’autostrada.

Il bagagliaio di Niro, dalla capacità di 324 litri (451 litri la e-Niro), ha dimensioni contenute; tuttavia, è sufficiente rimuovere il supporto della tendina a scorrimento per guadagnare in altezza e caricare tutte le valige e borse che vorrete. Comodo il sedile sdoppiato a 2/3, a filo con il pianale, che permette di accedere a altro spazio in più. Strategico invece, l’oscuramento dei vetri del nostro modello, che ci ha permesso di viaggiare in maniera più serena, lasciando all’interno del veicolo diversi bagagli con la certezza di non attirare l’attenzione di qualche malintenzionato.

Usciti dall’autostrada abbiamo iniziato ad apprezzare la posizione di guida rialzata offerta da questo crossover, nonché la leggerezza dello sterzo. Girare per i colli toscani è stato un piacere, anche quando appoggiavamo gli pneumatici sulle tante strade bianche che è impossibile non percorrere se si decide di visitare alcuni luoghi d’interesse della Val d’Orcia.

La motorizzazione ibrida offre un uso secondario dei paddle a volante quando il cambio è in modalità automatica, quindi, sfiorando il paddle sinistro si può aumentare la potenza della frenata rigenerativa (fino a tre livelli), mentre con il paddle destro si può abbassare l’intervento. “Giocando” con i paddle riuscirete a limitare l’intervento del freno, soprattutto se non supererete i 70 km/h. Oltre questa velocità anche il livello più alto necessita di molta strada per frenare il veicolo, e di conseguenza, diventa troppo difficile prevedere quando utilizzarlo. In modalità sportiva è invece possibile sfruttare i paddle nella maniera classica.

L’erogazione della motorizzazione PHEV è la stessa che abbiamo provato su XCeed, ovvero molto morbida e lineare. Non è un’auto ideata per l’alta velocità, ma per viaggiare. Il propulsore 1.6 litri da 141 cavalli può dare anche una bella spinta se si preme a fondo l’acceleratore o si usa il cambio manuale senza avere paura di dosare il gas. Lasciate che siano l’intelligenza del motore e del cambio a gestire l’erogazione, vi ritroverete con un’auto ibrida a benzina in grado di percorrere più di 20 km al litro in tutte le condizioni di strada o carico. Durante la nostra prova non abbiamo sfruttato molto la soluzione plug-in, con la batteria che permette di percorrere in modalità EV pura circa 50 chilometri. Come abbiamo già ribadito in altre occasioni, è consigliata la versione Plug-in unicamente se, durante la vostra settimana, vi trovate in situazioni urbane dove dovrete fare piccoli spostamenti di pochi chilometri, altrimenti è maggiormente sensato optare per Niro in motorizzazione classica.

Apprezzabile il comportamento in fuori strada dove l’altezza da terra, gli ammortizzatori e gli pneumatici con spalla alta, sono in grado di assorbire le irregolarità del terreno senza impattare troppo sul comfort di guida. Durante i chilometri off-road abbiamo constatato che il livello di assemblaggio interno, nonostante non sia esente da scricchiolii qua e la, non è sgradevole.

Verdetto

Di Kia Niro PHEV ci è piaciuta la versatilità. È un crossover, in grado di affrontare anche lunghi tratti in fuoristrada, senza particolari problemi e mantenendo un comfort di guida buono. Dà il meglio di sé su asfalto, in città o su strade extraurbane, dove la posizione di guida rialzata, lo sterzo super-morbido e l’erogazione fluida sono in grado di offrire una guida rilassata e attenta in tutte le occasioni.

Risulta meno confortevole durante i lunghi tratti autostradali, dove si desidera una posizione di guida più rilassata, accompagnati tuttavia da una buona insonorizzazione dell’abitacolo, una gestione della temperatura attenta e un buon sistema di infotainment, anche se leggermente carente in termini di qualità audio. Molto buoni i consumi, circa 20 km al litro assicurati in praticamente qualsiasi condizione di strada o carico. Considerate la versione PHEV se assieme alle tante gite fuoriporta e lunghi viaggi vi trovate spesso a utilizzare l’automobile per corti tragitti urbani. Prezzo? A partire da 36mila euro, mentre il valore della variante presa in esame è di circa 41mila euro.