Volkswagen ha rilanciato la Tiguan mettendo sul piatto non solo un nuovo design e una plancia più moderna, ma una versione plug-in hybrid che cambia la narrativa del SUV medio: batteria più grande, praticità ancora centrale e la promessa di tanti chilometri in elettrico per l’uso quotidiano. In questo road-test ho guidato la Tiguan eHybrid su percorsi misti (città, autostrada e qualche statale tortuosa) per capire se la teoria si traduce nella sostanza che importa a chi la compra oggi.
Design: evoluzione domestica
A prima vista la Tiguan 2025 non tradisce la famiglia Volkswagen: linea pulita, profilo muscoloso ma sobrio, proporzioni da crossover moderno. I volumi sono stati rivisti con accenti più netti sulle fiancate e una calandra che integra una fascia luminosa a LED nelle versioni superiori. L’impressione è di una macchina che vuole comunicare qualità e concretezza: i dettagli e l’insieme degli elementi luminosi danno una sensazione premium, senza esagerare.
Salendo a bordo la sensazione è di ordine e razionalità. Volkswagen ha lavorato sulla qualità percepita dei materiali e sull’ergonomia: lo spazio è ben organizzato, la nuova strumentazione digitale è chiara e la voce dell’assistente (IDA) entra a comporre l’offerta tecnologica con comandi naturali. La scelta di spostare la leva del cambio sul piantone sterzo libera la console centrale e favorisce vani utili per smartphone e ricarica. Anche l’insonorizzazione è stata curata: in autostrada la Tiguan sa restare composta, tenendo alla larga rumori fastidiosi.
L’anima ibrida
La Tiguan eHybrid si basa su una piattaforma che combina un motore 1.5 TSI con un’unità elettrica da 85 kW e una batteria con capacità netta di 19,7 kWh. Volkswagen propone due tarature di potenza complessiva: la versione da circa 204 CV (usata in questo test) e quella più vivace da 272 CV, entrambe progettate per coprire un uso quotidiano prevalentemente elettrico senza rinunciare alla flessibilità del termico su tragitti lunghi.
Il sistema supporta la ricarica in corrente continua fino a 50 kW, elemento non scontato per una PHEV e che cambia in modo pratico l’utilizzo quando si è lontani da casa. Queste scelte tecniche fanno sì che, nella pratica, si possa sfruttare molti spostamenti giornalieri in modalità zero-emissioni.
Impressioni di guida
In città la Tiguan eHybrid mostra il suo carattere migliore. L’avvio in elettrico è sempre pronto e silenzioso, con una progressione fluida che rende il traffico meno stressante. Il peso aggiuntivo della batteria si percepisce appena nelle manovre strette, ma la taratura dello sterzo e la risposta del telaio mantengono un buon equilibrio.
Fuori città, in seconda e terza, il motore termico si integra senza strappi con la spinta elettrica; quando si richiede il massimo delle prestazioni parte la versione combinata da 204 CV, che dà una buona risposta in sorpasso senza imprese atletiche. In autostrada la Tiguan predilige il comfort: l’assetto assorbe bene le asperità e il rumore aerodinamico rimane gestito anche a velocità sostenute. Nel mio percorso misto ho trovato che la transizione tra i due mondi di trazione è generalmente ben mascherata, con la gestione elettronica che privilegia l’efficienza quando si imposta la modalità di guida adeguata.
Autonomia ed efficienza: cosa aspettarsi davvero
Sull’autonomia elettrica Volkswagen dichiara valori interessanti: con la batteria da 19,7 kWh la Tiguan eHybrid raggiunge, a seconda dei cicli di omologazione e del taglio di potenza, valori nell’ordine dei 70–120 chilometri WLTP. Nella pratica quotidiana questo si traduce in un'autonomia attorno ai 100 km, quindi,molte percorrenze urbane e pendolari saranno coperte interamente in elettrico se la vettura viene ricaricata regolarmente.
Il supporto alla ricarica rapida a 50 kW permette di recuperare l’autonomia in meno di mezz’ora fino all’80% in condizioni ideali, mentre la ricarica domestica a 11 kW completa la batteria nell’arco di qualche ora. Se invece si tende a viaggiare spesso senza ricaricare, il consumo complessivo rimane contenuto grazie al binomio TSI-motore elettrico e alla strategia di recupero energia, ma ovviamente non si raggiungono i numeri ottenuti a piena carica (con la batteria carica, i 5l/100 km sono un risultato alla portato; con la batteria scarica il dato si attesta attorno ai 6,2l/100 km, comunque ottimo).
Il compromesso della batteria
L’abitabilità posteriore resta generosa e i passeggeri viaggiano comodi anche se il divano è leggermente più rialzato nelle varianti PHEV a causa dell’alloggiamento batterie. Il bagagliaio subisce un ridimensionamento rispetto alle versioni esclusivamente termiche: il volume di 490 litri è comunque ancora pratico per la famiglia media, pur non essendo i più ampi della categoria.
La Tiguan mira a un equilibrio tra immagine e concretezza: materiali e finiture migliorati rispetto alla generazione precedente, interfacce moderne e un pacchetto di assistenza alla guida aggiornato. I costi di esercizio reali dipendono fortemente dall’abitudine a ricaricare. Se si utilizza regolarmente la modalità elettrica, i vantaggi fiscali e il risparmio carburante emergono chiaramente; in scenari dove la ricarica è rara, l’efficienza cala e va considerata la differenza di prezzo d’acquisto rispetto alle versioni solo termiche.
Chi dovrebbe acquistarla
La Tiguan eHybrid 2025 è pensata per chi vuole un SUV familiare moderno che possa funzionare come auto elettrica nella quotidianità senza rinunciare alla tranquillità del motore termico per i viaggi lunghi. È una soluzione convincente per pendolari, famiglie e flotte aziendali che possono ricaricare abitualmente; offre prestazioni adeguate, comfort e una tecnologia che semplifica l’uso.
Se la vostra routine include ricariche regolari e cercate un SUV che sappia coniugare guida silenziosa in città e autonomia nei viaggi, la Tiguan eHybrid è una proposta da considerare seriamente. Per quanto riguarda i prezzi, il listino parte da 51.100€.