Dacia ha lanciato la nuova Duster MY 2026 con un motore completamente nuovo e noi siamo andati a provarla in un contesto tutt’altro che ordinario: il deserto di Agafay, in Marocco. Sì, nel deserto. E no, non è una trovata scenografica: questa Duster è davvero qualcosa di particolare.
La Duster è sul mercato da 15 anni ed è sempre stata un modello molto apprezzato. Dalla sua nascita sono state vendute circa 2,8 milioni di unità, di cui il 25% con trazione integrale. Significa quasi una Duster venduta ogni tre minuti. Riuscirà questa nuova generazione a mantenere alto l’interesse? Vi rispondo subito: sì, senza esitazioni. E vi spiego perché.
Dacia ha finalmente risposto a una richiesta chiara del mercato: cambio automatico abbinato alla trazione 4x4. Ma la vera rivoluzione è sotto il cofano. La nuova Duster propone una soluzione unica nel segmento, motore ibrido con batteria agli ioni di litio da 48V (0,84 kWh) abbinato anche al GPL.
A bordo ci sono due serbatoi da 50 litri (benzina e GPL) più un sistema ibrido mild che consente di viaggiare in modalità 100% elettrica per parecchio tempo, fino al 60% in un ciclo urbano. Il risultato è un’autonomia complessiva che può arrivare a circa 1.500 km, un dato sorprendente per un’auto di questa categoria.
Il sistema abbina il motore 1.2 mild-hybrid 48V da 103 kW (140 CV) all’anteriore a un motore elettrico posteriore da 23 kW (31 CV). La potenza combinata raggiunge 113 kW (154 CV), con una coppia di 230 Nm per il motore termico e fino a 87 Nm per quello elettrico.
La trasmissione è automatica a doppia frizione a 6 rapporti per il motore termico, mentre il motore elettrico posteriore utilizza un cambio a 2 rapporti, soluzione inedita per il segmento. Il sistema è completamente disinnestabile.
La nuova Duster MY 2026 mette a disposizione sei modalità di guida, tra cui è possibile scorrere sfruttando un pratico selettore circolare vicino alla leva del cambio: ECO, AUTO, NEVE, SABBIA, OFF ROAD e HDC, che permettono alla vettura di adattarsi a qualsiasi situazione.
Dati tecnici a parte, veniamo alla prova sul campo.
Arrivato in Marocco mi viene subito affidata l’auto e spiegato come affrontare il percorso nel deserto. C’è un navigatore dedicato, che indica i punti di riferimento per non perdersi, e un’unica regola: non guidare al buio. Il motivo è chiaro sin da subito visto che il percorso è, a tratti, davvero impegnativo.
La nuova Duster è alta, massiccia, imponente. Ma dimenticatevi l’idea di un’auto “economica” nel senso negativo del termine. Dal vivo trasmette solidità e cura, soprattutto all’interno. Non ci sono eccessi, coerentemente con la filosofia del marchio, ma tutto è pratico, ben studiato e fatto come si deve. Dopo due giorni di test non mi è mancato nulla, ci sono anche sedile e volante riscaldati, una bella comodità viste le temperature basse del mattino.
Inizio il mio viaggio su un breve tratto stradale, affrontato in modalità automatica. Nel caos di Marrakech la prima cosa che colpisce è la silenziosità dell’abitacolo: non è un aspetto che noto spesso al primo impatto, ma qui è impossibile ignorarlo. La risposta all’acceleratore è buona per il tipo di auto, non tra le più brillanti in assoluto, ma in fin dei conti non è un’auto sportiva (e non vuole nemmeno esserlo).
Il peso dell’auto si percepisce, ma nonostante questo la guida resta fluida e rilassante. Le sospensioni sono più rigide di quanto mi aspettassi per una 4x4, scelta che però paga su strada, dove l’auto lascia intuire una buona stabilità anche a velocità autostradali.
Lasciata la città mi addentro nel deserto: non immaginatevi dune sabbiose, ma un percorso estremamente sconnesso, in cui percorro circa 50km in un’ora e mezza. Nei tratti più scorrevoli, con fondo sabbioso, seleziono la modalità Sand e procedo intorno ai 90 km/h. La Duster si dimostra subito a suo agio ed è stabile, prevedibile e divertente da guidare.
Il secondo giorno, dopo aver dormito in tenda nel deserto, riparto all’alba per affrontare altri 90 km. In modalità Off Road affronto tratti che metterebbero in difficoltà molte auto stradali: pietraie, salite ripide e sconnesse, discese con buche, sabbia e sassi. Le uniche vetture che incontro sono veri e propri fuoristrada, con guidatori ben protetti contro la sabbia, mentre io procedo in totale comfort.
Lungo il tragitto incontro alcuni tratti che mi permettono di testare davvero le capacità di questa Duster: il primo è una discesa molto ripida che decido di affrontare con il sistema HDC, che consente di impostare la velocità da 3 a 30 km/h. L’auto gestisce la frenata in modo impeccabile, anche in un tratto strettissimo con una ruota posteriore sollevata.
Il secondo passaggio è una salita di circa 20°, visualizzata sul display tramite l’indicatore di pendenza, con fondo misto di sabbia e pietre. La Duster sale senza esitazioni, con un grip sorprendente considerando anche l’uso di gomme quattro stagioni (di serie).
Vista la tipologia di prova, è difficile fornire un dato oggettivo sui consumi. Ho guidato quasi esclusivamente in fuoristrada ed ero molto distante dal consumare un pieno. Posso però dire che, su circa 150 km a velocità bassissime e con continui ostacoli, quindi le peggiori condizioni di consumo, mi sono attestato intorno ai 10 km/l, un risultato eccellente per il tipo di utilizzo.
Anche i prezzi sono una bella sorpresa: la versione da me provata, con allestimento Expression, costa 28.500 € chiavi in mano, IVA inclusa. La versione base benzina/GPL parte invece da 19.900 €.
Tirando le somme, la nuova Dacia Duster offre un rapporto qualità/prezzo semplicemente impressionante. È un’auto che consuma poco in città, può affronta lunghi viaggi con tutta la famiglia e permette di andare in montagna, anche in fuoristrada, con una sicurezza che molte concorrenti, anche più costose, non possono offrire.
Non è un fuoristrada come imprinting e non va paragonata a veicoli progettati solo per quello. Ma sono pronto a scommettere che, nella sua categoria, pochissime auto avrebbero superato senza problemi il percorso che ho affrontato nel deserto.