Logo Tom's Hardware
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Tom's Hardware Logo
  • Hardware
  • Videogiochi
  • Mobile
  • Elettronica
  • EV
  • Scienze
  • B2B
  • Quiz
  • Forum
  • Sconti & Coupon
Sconti & Coupon

Novità!

Prova la nuova modalità di navigazione con le storie!

Accedi a Xenforo
Immagine di Lavorare 72 ore a settimana, il nuovo modello che piace a USA e Cina Lavorare 72 ore a settimana, il nuovo modello che piace a US...
Immagine di Non ti pago per avviare il PC, scatta la denuncia Non ti pago per avviare il PC, scatta la denuncia...

Assicurazione anti hacker, esiste ma le aziende non la usano. Ecco perché

Gli imprenditori italiani possono assicurarsi per mettersi al riparo dagli attacchi informatici. Pochi però scelgono di farlo; forse il problema è che non sono consapevoli dei rischi, o non sanno che questa possibilità esiste. O forse l’offerta non è davvero convincente.

Quando acquisti tramite i link sul nostro sito, potremmo guadagnare una commissione di affiliazione. Scopri di più
Avatar di Ruggero Di Mauro

a cura di Ruggero Di Mauro

Chief Insurance Officer, helmon

Pubblicato il 25/07/2025 alle 08:56 - Aggiornato il 01/08/2025 alle 09:03

L'articolo in un minuto

  • L'Italia è un bersaglio primario della criminalità informatica con meno del 5% delle PMI assicurate contro i rischi cyber, nonostante una su dieci aziende vittime di attacchi informatici globali si trovi nel nostro Paese
  • Le polizze cyber tradizionali risultano inadeguate per le PMI a causa di linguaggio complesso, processi lunghi e costosi, e mancanza di supporto in italiano, creando barriere strutturali all'accesso
  • Stanno emergendo nuove soluzioni integrate che combinano copertura assicurativa e servizi di protezione proattiva, con supporto 24/7 in italiano e un unico interlocutore per gestire prevenzione, incidenti e attivazione della polizza
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

L'Italia è un bersaglio primario nel panorama globale della criminalità informatica: un'azienda vittima di un incidente cyber su dieci, a livello mondiale, si trova nel nostro Paese. Questo dato non è casuale, ma si innesta su un tessuto economico la cui digitalizzazione accelerata, soprattutto nel segmento delle piccole e medie imprese, ha ampliato la superficie d'attacco. Proprio le PMI, spesso prive di infrastrutture IT mature o di figure interne con competenze specifiche sulla sicurezza, rappresentano l'anello debole e il bersaglio ideale in uno scenario di minacce sempre più severe e trasversali.

In questo contesto, un processo completo ed efficiente di gestione del rischio cyber non può prescindere dalla valutazione e contenimento dei rischi residuali: quelli cioè che, per definizione, non possono essere del tutto eliminati con strumenti di prevenzione o con misure tecnologiche.

Ti potrebbe interessare anche

youtube play
Guarda su youtube logo

Si tratta di una componente strutturale della sicurezza aziendale che troppo spesso viene sottovalutata, mentre invece dovrebbe rappresentare il punto di partenza per impostare un sistema solido di tutela. Qualsiasi framework di cyber risk management, infatti, considera l’accettazione o il trasferimento del rischio residuale come una fase obbligata del processo di gestione della sicurezza.

Basti pensare al rischio di errore umano da parte di un dipendente. È assolutamente cruciale prevedere corsi di formazione e sensibilizzazione sui rischi cyber, ma anche il dipendente meglio preparato può, per distrazione, leggerezza o stress, commettere un errore con gravi conseguenze per l’intero sistema informativo aziendale.

In altri casi, il rischio è completamente esterno al perimetro dell’impresa. Pensiamo alla compromissione di un fornitore con cui l’azienda condivide sistemi o dati sensibili: provider per le buste paga, CRM, ERP, e-commerce, sviluppatori web, gestori della fatturazione elettronica o dei pagamenti digitali. L’elenco è potenzialmente infinito.

Un evento cyber che colpisce uno di questi soggetti – anche se non direttamente collegato alla rete aziendale – può generare ricadute operative, legali o reputazionali pesantissime.

La polizza cyber come strumento di trasferimento del rischio

Uno strumento di recente introduzione e potenzialmente molto valido è la cosiddetta Polizza Cyber. Una copertura assicurativa il cui scopo è appuntotrasferire i rischi residuali.n Italia intorno alla fine del 2016 e ha vissuto una fase di espansione dal 2020 in poi: e oggi è uno strumento con un buon livello di maturità in termini di offerta e completezza.

Immagine id 64536

Le polizze più moderne infatti coprono non solo i danni diretti legati all’attacco, come la perdita dei dati o il ripristino dei sistemi, ma anche quelli indiretti, come l’interruzione di attività, le spese legali, o la gestione della comunicazione con i clienti.

Una polizza ben progettata può dunque rappresentare un salvagente fondamentale per affrontare scenari sempre più probabili, come l’errore umano o l’attacco alla supply chain IT. 

Eppure sono ancora pochissime le PMI che decidono di sottoscrivere una polizza cyber.

Perché così poche PMI sono assicurate?

Nonostante la crescente consapevolezza, oggi meno del 5% delle PMI italiane è assicurata contro i rischi cyber. È un dato che colpisce e che va analizzato con attenzione.

Non si tratta (più) di una scarsa percezione dei rischi: la quasi totalità dei dirigenti d’azienda riconosce l’impatto potenzialmente devastante di un attacco informatico. Anzi, nella maggior parte delle indagini condotte negli ultimi anni, il cyber risk compare tra i primi tre timori percepiti a livello direzionale, anche nelle imprese di piccole dimensioni.

La barriera all’ingresso, quindi, non è culturale, ma strutturale.

L’accessibilità delle polizze è ancora un ostacolo

Forse la vera domanda da porsi non è “perché le PMI italiane non si assicurano?”, ma piuttosto: le PMI italiane possono davvero scegliere se assicurarsi o no?

In altre parole: una piccola o media impresa italiana, con un’infrastruttura IT limitata e senza un CIO interno, riesce a orientarsi nell’offerta assicurativa e a comprendere i contenuti di una polizza cyber? Riesce a valutare se la proposta è coerente con il proprio livello di rischio?

Molto spesso, la risposta è negativa. I prodotti assicurativi attualmente in commercio sono spesso complessi, costruiti su modelli pensati per grandi aziende, con linguaggio tecnico, clausole poco chiare e valutazioni iniziali lunghe o costose.Le Polizze Cyber “tradizionali” hanno evidenziato negli anni una serie di problemi ricorrenti che ne hanno ostacolato la diffusione tra le PMI:

  • linguaggio poco comprensibile per chi non ha un background tecnico o legale;
  • processi di onboarding lunghi e costosi;
  • coperture parziali e soggette a numerose esclusioni;
  • premi elevati o franchigie che scoraggiano l’adesione.
  • Molte imprese, anche volendo, non riescono a completare il processo di attivazione, oppure rinunciano perché non percepiscono un reale valore rispetto al costo della polizza.

Ed è proprio il tipo di situazione che permette la nascita - e si spera la florida crescita - di nuova azienda e nuove iniziative. Dove esistono bisogni senza risposte, infatti, si crea il terreno fertile per il germogliare di nuove aziende che creino queste risposte. Nel caso specifico, la realtà industriale italiana è quella di un tessuto economico fatto di piccole imprese - cioè proprio quei soggetti che hanno questo specifico problema. non può sorprendere, dunque, che proprio in Italia sia nata helmon, una delle prime aziende al mondo che propone una polizza cyber che possa funzionare anche per le aziende più piccole e con meno risorse. 

Un nuovo paradigma: servizi integrati nella polizza

Le aziende, soprattutto le PMI, devono poter contare su una polizza cyber chiara, ampia e innovativa, sia nei contenuti che nelle modalità di valutazione del rischio. Servizi e innovazione che possono prendere la forma di servizi di protezione proattiva offerti gratuitamente all’assicurato. 

Servizi aggiuntivi senza costi aggiuntivi, praticamente una formula magica che consente non solo di accedere più facilmente e a costi contenuti al mercato assicurativo, ma anche di migliorare progressivamente la postura di sicurezza informatica dell’azienda.

Stanno così nascendo bundle di servizi che uniscono la copertura assicurativa a un’ampia gamma di soluzioni tecniche, dalla gestione del rischio informatico al training dei dipendenti, fino alla risposta immediata in caso di attacco - si arriva fino a un supporto 24/7 per chi ne ha bisogno.

Immagine id 64526

Un team di incident response qualificato può supportare l’azienda nell’identificare tempestivamente la natura dell’attacco, isolare i sistemi compromessi, avviare le procedure di contenimento e comunicare in modo appropriato con stakeholder interni ed esterni. L’intervento tempestivo riduce drasticamente il tempo di inattività e consente di limitare i danni, evitando escalation che potrebbero coinvolgere clienti, fornitori, o comportare sanzioni da parte delle autorità.

Tuttavia, non tutti i servizi di emergenza sono uguali. In molte polizze tradizionali, soprattutto quelle pensate per mercati internazionali o per clienti corporate, l’assistenza tecnica è gestita da fornitori esterni, con sedi all’estero e operatori che comunicano solo in inglese. Questo può generare difficoltà operative importanti per una PMI italiana, che si trova a dover gestire un evento critico già di per sé destabilizzante, con l’ulteriore ostacolo di dover interagire in una lingua straniera e in un contesto lontano dalla propria realtà normativa, culturale e aziendale.

Per una PMI che vive un evento traumatico, potersi confrontare in lingua italiana con professionisti locali è un fattore determinante, sia a livello operativo che emotivo. Significa essere compresi, ricevere indicazioni chiare e concrete, e non sentirsi soli davanti a un problema spesso difficile anche da spiegare. Inoltre, significa avere accesso a una rete di competenze che conosce bene le specificità del contesto italiano – non solo in termini linguistici, ma anche normativi (GDPR, obblighi di notifica, responsabilità amministrative), fiscali e organizzativi.

La possibilità di avere un unico interlocutore che si occupa della prevenzione, della gestione dell’incidente e dell’attivazione della copertura assicurativa è oggi uno dei fattori più apprezzati dalle PMI che hanno già scelto una polizza cyber evoluta. In un momento di crisi, ogni secondo conta: poter contare su un team che risponde subito, in italiano, e che coordina tecnici informatici, esperti legali e consulenti di comunicazione, significa trasformare un incidente potenzialmente devastante in un evento gestibile.

Un esempio concreto di questo tipo di proposta è rappresentato dalle soluzioni come la polizza helmon Cyber Protection, che integra copertura e servizi digitali, completamente in italiano e accessibili anche da PMI prive di un reparto IT interno.

Un cambio di passo è possibile

Oggi più che mai, le PMI italiane devono affrontare il rischio cyber con strumenti adeguati.La polizza cyber, se progettata per le loro esigenze, può rappresentare una leva strategica per proteggere il valore aziendale, garantire continuità operativa e aumentare la fiducia dei clienti.

Avere un unico interlocutore, che opera in Italia e parla la lingua dell’imprenditore, può fare la differenza nel momento più difficile. Solo così sarà possibile, nel prossimo futuro, leggere dati più rassicuranti sulla diffusione delle polizze cyber anche nel tessuto imprenditoriale più fragile e dinamico del nostro Paese.

Leggi altri articoli

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite . Vuoi accedere?

Invia

Per commentare come utente ospite, clicca cerchi

Cliccati: 0 /

Reset

Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.

Segui questa discussione

Non perdere gli ultimi aggiornamenti

Newsletter Telegram

I più letti di oggi


  • #1
    Non ti pago per avviare il PC, scatta la denuncia
  • #2
    Lavoratori tech licenziati a migliaia (solo negli USA per ora)
  • #3
    iOS 26.1: ecco come regolare la trasparenza del Liquid Glass
  • #4
    Android Auto abbandona definitivamente Google Assistant
  • #5
    Anche Bill Gates dice che l'AI è una bolla e che presto scoppierà
  • #6
    Black Friday: upgrade alla tastiera che volevi, con il prezzo che speravi
Articolo 1 di 5
Non ti pago per avviare il PC, scatta la denuncia
Una grande banca statunitense affronta una class action per non aver pagato ai dipendenti il tempo necessario ad avviare i computer prima del turno.
Immagine di Non ti pago per avviare il PC, scatta la denuncia
9
Leggi questo articolo
Articolo 2 di 5
Lavorare 72 ore a settimana, il nuovo modello che piace a USA e Cina
Mentre l'Europa testa la settimana corta, un modello opposto da 72 ore, che ricorda il '996' cinese, guadagna consensi in alcuni settori ad alta pressione.
Immagine di Lavorare 72 ore a settimana, il nuovo modello che piace a USA e Cina
6
Leggi questo articolo
Articolo 3 di 5
Ecco cosa succede quando possiedi i pesi dei tuoi modelli di IA
Baseten lancia una piattaforma per addestrare modelli IA open source e ridurre la dipendenza da OpenAI, con risparmio fino all'84% sui costi
Immagine di Ecco cosa succede quando possiedi i pesi dei tuoi modelli di IA
Leggi questo articolo
Articolo 4 di 5
Altro che algoritmi, è l'inferenza il reale valore dei modelli di IA
L'addestramento è una volta sola, l'esecuzione è quotidiana. Garantire contesto e affidabilità al modello vale più che perfezionare gli LLM.
Immagine di Altro che algoritmi, è l'inferenza il reale valore dei modelli di IA
Leggi questo articolo
Articolo 5 di 5
C'è una soluzione al sovraccarico di dati prodotto dall'IA
È possibile ridurre i tempi di revisione del codice, prevenendo oltre 800 problemi al mese in produzione.
Immagine di C'è una soluzione al sovraccarico di dati prodotto dall'IA
Leggi questo articolo
Footer
Tom's Hardware Logo

 
Contatti
  • Contattaci
  • Feed RSS
Legale
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Cookie
  • Affiliazione Commerciale
Altri link
  • Forum
Il Network 3Labs Network Logo
  • Tom's Hardware
  • SpazioGames
  • CulturaPop
  • Data4Biz
  • TechRadar
  • SosHomeGarden
  • Aibay

Tom's Hardware - Testata giornalistica associata all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana, registrata presso il Tribunale di Milano, nr. 285 del 9/9/2013 - Direttore: Andrea Ferrario

3LABS S.R.L. • Via Pietro Paleocapa 1 - Milano (MI) 20121
CF/P.IVA: 04146420965 - REA: MI - 1729249 - Capitale Sociale: 10.000 euro

© 2025 3Labs Srl. Tutti i diritti riservati.