Le attuali quotazioni dei mercati azionari statunitensi stanno raggiungendo livelli che non si vedevano dai tempi della bolla delle dot-com, alimentate dall'euforia per l'intelligenza artificiale e dalle aspettative di una rivoluzione economica guidata dalla tecnologia. Gli investitori sembrano convinti che questa volta sia diverso rispetto al 2000, puntando sui profitti già tangibili generati dalle aziende AI, ma alcuni strategist di Wall Street iniziano a lanciare segnali di cautela. Michael Hartnett di Bank of America ha recentemente pubblicato dati che mostrano come l'ottimismo degli investitori abbia spinto le valutazioni a territori inesplorati, con un messaggio chiaro per chi crede nell'eccezionalità del momento: "È meglio che sia davvero diverso questa volta".
Il price-to-book ratio dell'indice S&P 500 ha raggiunto quota 5,3, superando il precedente record di 5,1 registrato nel marzo 2000, proprio al culmine della bolla tecnologica. Questo indicatore, che misura la capitalizzazione di mercato totale dei titoli dell'indice rispetto al patrimonio netto, rappresenta un termometro dell'ottimismo degli investitori. La cifra attuale riflette la convinzione diffusa che l'AI possa trasformare radicalmente l'economia globale, generando profitti superiori alle aspettative.
Altri parametri di valutazione confermano il clima di euforia che caratterizza i mercati. Il rapporto prezzo-utili prospettico a 12 mesi dell'S&P 500 si trova ai livelli più elevati dall'era dot-com, fatta eccezione per agosto 2020. Anche lo Shiller CAPE ratio, che confronta i prezzi attuali con una media decennale degli utili, si posiziona su livelli comparabili a quelli del 1929, del 2000 e del 2021.
Aspettative elevate e performance aziendali
Le valutazioni record rispecchiano aspettative molto ottimistiche sui profitti futuri delle aziende, particolarmente di quelle attive nel settore dell'intelligenza artificiale. Finora, molte società tecnologiche hanno superato le previsioni sugli utili trimestrali, alimentando la narrativa che questa volta l'entusiasmo del mercato possa essere giustificato dai fondamentali. A differenza della bolla delle dot-com, quando molte aziende internet non generavano ricavi significativi, le attuali leader dell'AI mostrano bilanci solidi e crescita degli utili. Un'affermazione che tuttavia ha almeno una notevole eccezione, cioè proprio OpenAI - nome che da solo simboleggia tutto il settore.
Rick Rieder, chief investment officer del reddito fisso globale di BlackRock, ha recentemente dichiarato che il mercato si trova nel "miglior ambiente di investimento di sempre". Secondo Rieder, diversi fattori supportano questa visione: la forte domanda di azioni, i probabili tagli dei tassi di interesse e i recenti miglioramenti nella produttività e crescita degli utili. Molti strategist continuano a rivedere al rialzo i target di fine anno per l'S&P 500, nonostante i segnali di cautela.
Scenari alternativi e strategie difensive
È importante ricordare che le valutazioni elevate sono storicamente migliori predittori dei rendimenti medi di lungo termine piuttosto che della performance a breve termine. Se il mercato dovesse iniziare a correggere, Hartnett identifica nelle obbligazioni e nei titoli non statunitensi le asset class che potrebbero beneficiarne maggiormente. Gli investitori interessati a posizionarsi su queste strategie potrebbero considerare strumenti come l'iShares Core U.S. Aggregate Bond ETF (AGG) per l'esposizione obbligazionaria o il Vanguard FTSE All-World ex-US ETF (VEU) per i mercati internazionali.
La questione centrale rimane se le attuali aspettative di crescita legate all'intelligenza artificiale si riveleranno realistiche o eccessive. Mentre i sostenitori del mercato sottolineano le differenze sostanziali rispetto alla bolla delle dot-com, gli scettici ricordano che anche allora molti investitori erano convinti di assistere a una trasformazione economica epocale. La storia finanziaria insegna che quando le valutazioni raggiungono livelli estremi, la prudenza non è mai fuori luogo.