Avv. Giuseppe Croari – Dott.ssa Silvia Di Paola
Negli ultimi giorni Altman, CEO della OpenAI, ha annunciato che a partire da dicembre 2025 la piattaforma ChatGPT permetterà agli utenti - adulti verificati - di intrattenere conversazioni di natura erotica.
Al momento, l’azienda non ha ancora fornito una lista dettagliata di ciò che sarà permesso e di ciò che resterà vietato. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dal CEO, la scelta di allentare alcune restrizioni nasce da un principio chiaro: “gli adulti devono essere trattati come adulti”.
Sulla base di questo principio, diverse fonti concordano nel ritenere che le novità introdotte riguarderanno soprattutto i contenuti testuali.
In particolare, gli utenti potranno avviare con la chatbot conversazioni intime, ovverosia esplorare attraverso il dialogo fantasie sensuali e dunque immergersi in narrazioni erotiche; l’interazione sarà, quindi, più libera, coinvolgente e personalizzabile.
Sarà inoltre possibile scegliere il tono del dialogo e la personalità della chatbot, rendendolo ad esempio più amichevole, più umano o espressivo anche attraverso l’uso di emoji.
Resta comunque chiaro che, almeno per il momento, contenuti visivi espliciti – come immagini o video a sfondo sessuale – continueranno a non essere consentiti.
Accesso solo per adulti: il sistema di verifica dell’età di ChatGPT
Altman ha, inoltre, chiarito che questa funzionalità sarà riservata esclusivamente agli utenti maggiorenni. La piattaforma introdurrà, infatti, un sistema di verifica dell’età, volto ad accertare che il servizio venga effettivamente utilizzato solo da persone che abbiano raggiunto la maggiore età.
Il controllo avverrà, in particolare, attraverso un sistema di predizione dell’età, ovvero un modello algoritmico in grado di stimare l’età dell’utente sulla base di segnali comportamentali, dati di utilizzo e altri indicatori digitali.
In caso di errore da parte del sistema nel determinare l’età effettiva dell’utente, è inoltre previsto che quest’ultimo potrà scegliere di sottoporsi ad un metodo di verifica più diretto, come ad esempio l’invio di un documento d’identità valido, al fine di accertare la propria età anagrafica e, dunque, la maggiore età.
Sistemi predittivi e GDPR: i dilemmi della maggiore età online
L’utilizzo di sistemi di predizione dell’età solleva diverse criticità, strettamente legate al bilanciamento tra tutela dei minori e diritto alla privacy. La normativa europea di riferimento — in particolare il GDPR, al considerando 38, e più recentemente il Digital Services Act (DSA), all’articolo 28 e al considerando 71 — riconosce i minori come soggetti vulnerabili, ai quali deve essere garantita una forma di protezione rafforzata nell’ambito dell’accesso ai servizi digitali (per maggiori informazioni sulla tutela dei minori nell’ambito delle piattaforme digitali clicca qui).
Tuttavia, le stesse normative impongono che qualsiasi sistema volto a verificare o predire l’età dell’utente rispetti altresì i principi fondamentali del trattamento dei dati, tra cui minimizzazione e proporzionalità (del principio di minimizzazione dei dati ne abbiamo parlato anche qui). Orbene, un simile equilibrio, nel caso dei sistemi predittivi risulta particolarmente difficile da raggiungere; ed invero, proprio perché non infallibili, essi tendono a richiedere un volume di dati elevato - comportamentali, biometrici, tecnici - per affinare le loro stime.
Di conseguenza, il rischio che si corre è che la protezione rafforzata dei minori possa entrare in tensione con i limiti posti al trattamento dei dati personali, generando un terreno normativo incerto e difficile da bilanciare.
Intimità digitale tra libertà di dialogo e vincoli legali
La decisione di OpenAI di introdurre funzionalità erotiche all’interno di ChatGPT segna un punto di svolta nel rapporto tra intelligenza artificiale e intimità umana. Tuttavia, al di là delle riflessioni di ordine etico— che pure restano centrali e meritevoli di approfondimento — emergono anche criticità di natura tecnica e giuridica, in particolare sotto il profilo della protezione dei dati personali.
La necessità di riservare l’accesso a tali contenuti ai soli adulti comporta l’introduzione di sistemi di verifica dell’età che, per essere efficaci, richiedono l’elaborazione di una quantità crescente di dati, anche sensibili. Questo entra in tensione con i principi di minimizzazione e proporzionalità sanciti dal GDPR, oltre a sollevare dubbi sulla reale affidabilità dei modelli predittivi attualmente disponibili.
In sostanza, la novità delle chat erotiche non solleva solo interrogativi su come l’intelligenza artificiale debba interagire con la sfera sessuale, ma anche su quali strumenti possano essere considerati legittimi per garantirne un utilizzo conforme alle norme europee in materia di privacy e tutela dei minori. È qui che si gioca una partita delicata, dove innovazione e regolamentazione devono trovare un punto di equilibrio ancora tutto da costruire.
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